La vera perfezione cristiana

Oggi giorno si è perso il senso della vita. Siamo bombardati da ogni parte da notizie che vogliono far perdere la speranza a chiunque guardi la vita nella sola prospettiva umana. Si è cercato di far dimenticare che l'uomo per essere felice deve dare spazio alle ragioni del cuore e perciò dare nutrimento a quella parte spirituale che da sola , vincendo l'umanita, può rendere l'uomo felice. Felicità che si scopre capendo qual è lo scopo della propia esistenza che non è soddisfare ogni possibile appetito ma raggiungere l'unione con Dio, fonte di ogni bene.
Per raggiungere questa unione c'è una strada da percorrere ed è necessario conoscerla per non correre il rischio di perdere del tempo prezioso, quello che Dio ha dato ad ognuno di noi per farci guadagnare la vita eterna.

La vera perfezione cristiana

Ci sono persone che pensano che per arrivare alla perfezione della vita spirituale sia indispensabile vivere aspramente, soggiogando la carne con lunghi digiuni o con mortificazioni corporali molto forti.

Altri e specialmente donne, credono di aver raggiunto un alto grado di perfezione perchè recitano molte preghiere, assistono alle messe e a lunghe funzioni, frequentano la chiesa e si comunicano spesso.

Ci sono ancora persone fra le quali alcuni religiosi, che vivono nei chiostri e sono convinte che per raggiungere la perfezione basti osservare il silenzio o la solitudine.

E' in tutte queste pratiche che molti ritengono di poter raggiungere la santità ma non è così, perchè questi modi di vivere la vita cristiana sono soltanto mezzi per arrivare alla vita spirituale oppure possono essere i frutti della vita spirituale stessa, se già si percorre. Non portano alla vera spiritualità ma sono dei mezzi potentissimi per raggiungerla.

Se vengono usati con discrezione, portano a prendere forza e vigore contro la fragilità umana, armano contro gli assalti dei nemici e forniscono quegli aiuti spirituali che sono tanto necessari a tutti coloro che vogliono seguire Dio, specialmente a chi ha appena intrapreso il cammino.

Queste pratiche possono essere utili per le persone che sono già in cammino, poichè, danno forza alla volontà per non offendere Gesù, portano ad una maggior confidenza in Lui e rendono fervorosi nella preghiera.
Portano anche a desiderare la meditazione e specialmente quella sulla Passione di Gesù.

Per questi e altri motivi, sono un mezzo per mantenersi nella via giusta e per aumentare la conoscenza della propia imperfezione e la bontà e misericordia di Dio. Servono per infiammarsi sempre più nell'amore verso Dio e il prossimo, per disprezzare il propio "IO" con la rinuncia alle piccole e grandi passioni che ci tengono imprigionati. Aiutano anche a portare con rassegnazione la propia croce, in modo che non si arrivi mai alla disperazione.

Col tempo ci si sente uniti più strettamente a Gesù e si prende molta forza contro tutti i nemici che vorrebbero rallentare il nostro cammino.

Coloro invece, che pongono il fondamento della loro vita spirituale nelle opere esteriori, corrono il serio rischio di rovinarsi la vita poichè, credendosi perfetti e di aver già raggiunto la vetta spirituale, si sentono esonerati da tutti i sacrifici che portano alla vittoria sulle passioni e i vizi e lasciano il loro cuore in balia delle inclinazioni cattive e del demonio che lavora nell'ombra.

Il male, vedendo che queste persone sono fuori dalla via spirituale che li porteterebbe alla perfezione cristiana, li lascia continuare nelle loro occupazioni e li lascia spaziare con la fantasia facendoli convinti di essere già degni del paradiso.

Le persone di questo tipo si possono riconoscere dal comportamento della loro vita, perchè vogliono essere sempre i preferiti e precedere gli altri in ogni cosa, agiscono da soli senza ascoltare i consigli rimanendo ostinati nelle loro decisioni cercando il loro comodo.

Sono persone che non riescono a vedere i propi difetti e che mormorano degli altri giudicandoli con temerarietà, si inquietano molto se vengono toccate in quello che loro ritengono di essere e si sentono attaccati quando qualcuno cerca di aprire loro gli occhi, facendo notare che sono nell'errore.
E se Gesù, per aiutarli e farli ritornare sulla strada giusta permette che subiscano delle prove, lasciano intravedere il loro cuore falso e colmo di superbia. Non riescono a scorgere nelle avversità e nei loro persecutori gli strumenti della bontà di Dio che cerca, attraverso la mortificazione, di condurli sulla retta via.
Solo Dio, può con una grazia straordinaria, farli ravvedere.

Purtroppo è più facile che si converta e torni a fare il bene un grande peccatore piuttosto di uno che, convinto di essere già santo non si mette in discussione.

La vera vita spirtuale perciò, non consiste in quelle azioni esteriori che possono ingannare, ma nel riconoscere la bontà, la grandezza di Dio e il nostro nulla e cioè che noi, senza il Suo aiuto non saremmo capaci di compiere azioni di bontà, consiste soprattutto nell'amore verso Dio e nell'odio verso il nostro "IO" e, se convinti di questo, riusciamo ad affidare la nostra vita nelle Sue mani amorose rinunciando alla nostra volontà e compiendo ogni bene per amor suo e per Sua gloria, potremmo dire di aver intrapreso il vero cammino spirituale.

(Il Combattimento Spirituale - Lorenzo Scupoli)

Credo che il punto più importante di questa bellissima discussione sia proprio il fatto che spesso è spiritualmente più "avanti" una persona non religiosa ma che è alla ricerca di qualcosa, rispetto ad un praticante "assopito", che segue i riti e le funzioni per abitudine o ritiene di essere già arrivato al traguardo.

Il cammino spirituale è un continuo accrescersi, una continua ricerca della perfezione.
Spesso ci si rifugia nei riti che si ripetono, nelle preghiere dette a memoria e in tutti quegli atti esteriori che servono a tenere la coscienza a posto, ma che di fatto non accrescono in nulla la nostra anima e la nostra fede.
E' naturale che, nell'arco di una vita, anche il fedele più fervente possa avere dei momenti difficili, in cui la fede è messa in discussione o in cui comunque c'è un piccolo allontanamento. Questo è normale, ma è importante superare momenti del genere tranne la preghiera e la meditazione.

Credo che, come ha anticipato Conny, la santità la si raggiunga nel silenzio. Non in azioni vistose. Meditando su se stessi, cercando intimamente un rapporto con Dio da vivere ogni giorno, anche nelle piccolezze.

San Francesco diceva che il cristiano deve vivere nella verità, e la verità è una ricerca costante. Ecco perchè è estremamente pericoloso pensare di essere già al traguardo, di avere una fede solita a tal punto da non dover essere accresciuta. E' proprio quando si pensano queste cose che si rischia di perdersi, di vivere la spiritualità con monotonia e superficialità.

Il credersi arrivati è una trappola molto pericolosa perchè assopisce la coscienza e non si cerca più di vagliare le nostre azioni alla luce di quanto Dio ci ha comandato per correggersi e migliorare. Un pò alla volta si retrocede, si rischia di perdere la strada e si diventa superbi.
E' bene stare molto attenti a questo tranello del male che vuole precluderci la salvezza eterna.