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L'inquietudine e l'insoddisfazione interiori sono uno dei tanti problemi della società moderna, e colpiscono chiunque indistintamente.
Come ci dice Conny, la fede è l'unica arma in nostro possesso per conservare in noi una speranza al di la di ogni ragionevole dubbio. Ma la consapevolezza di tale speranza arriva tutt'altro che immediata.
Laddove si capisca di provare un malessere interiore, le soluzioni si cercano ovunque fuorché all'interno della dimensione spirituale. I giovani pensano che tale stato d'animo sia dovuto a qualcosa che ancora non hanno raggiunto (lavoro, successo, stabilità economica) e i più adulti si fanno convinti che la vita è fatta così, un monotono susseguirsi di momenti deludenti e altri meno. Oppure si rimpiange il passato, combattendo le crisi di mezza età facendo follie di ogni genere per sentirsi giovani. La sfortuna in tutto ciò sta che nessuno di questi provvedimenti raggiunge lo scopo: l'insoddisfazione, il malessere interiore che si cerca di tenere assopito ma che inevitabilmente si avverte permane immutato. I più a questo punto si rassegnano e sono davvero pochi quelli che finalmente comprendono che il problema è situato in loro stessi e la soluzione non va cercata nel mondo.
Molti, vittime del classico qualunquismo che va molto di moda in questi tempi, ritengono che la fede sia per deboli, che sia un comodo pretesto per sviare il pensiero o una risposta facile a domande difficili. Insomma, la fede serve all'uomo per superare le difficoltà, un effetto placebo da sfruttare per uscire da una soluzione complessa.
Quelli forti, invece, non hanno bisogno di simili compromessi per risolvere i problemi e si limitano ad affrontare la realtà.
Questo stereotipo, oltre che frutto di profonda ignoranza in materia, trascura un fatto molto importante: avere fede non significa attendere che una forza misteriosa agisca al posto nostro per risolvere i problemi. Ciò che Dio concede è la forza di superare le difficoltà, così come esse si presentano. Siamo pur sempre noi a doverle affrontare, a dover cercare la giusta soluzione. Ma ecco dove sta la più grande consolazione! Gesù non ci abbandona e ci da quella forza che umanamente ci manca. A quel punto si riesce a percepire il senso delle cose, a scrollarsi di dosso le numerose catene che ci tengono incollati alle cose materiali, e l'anima si sente finalmente libera. |