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SALMO 1 Commento tratto dalla serie "Il tesoro di Davide" di C.H. Spurgeon

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2018 09:38
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15/12/2017 16:18
 
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V. 1.  Lo schernitore. Peccator cum in profundum venerit contemnet, cioè quando un uomo malvagio raggiunge il punto più basso del suo peccato, egli manifesterà tutto il suo disprezzo verso gli altri. Sarà così che allora gli Ebrei disprezzeranno Mosè, dicendo: Chi t’ha costituito principe e giudice sopra di noi (Es 2:14)? Allora Acab contenderà con Michea, perché non gli profetizzerà il bene (1 R 22:18). Ogni ragazzino di Bethel allora si farà beffe di Eliseo, e sarà tanto ardito da dirgli: Sali, calvo (2 R 2:23)! Qui c’è una sola goccia di veleno in grado di allargarsi fino a diventare un oceano venefico, come una sola goccia di veleno di serpente che, attraverso la mano, raggiunge le vene e si diffonde per tutto il corpo, fintanto che spegne tutti gli spiriti vitali. Il Signore, però, si befferà (Sl 2:4) di coloro che l’avranno fatto oggetto di derisione. Egli, alla fine, disprezzerà voi, perché avete disprezzato lui in noi. Quando un uomo sputa verso il Cielo, il suo sputo ricade sulla sua stessa faccia. Gli insulti che avrai gettato addosso ai tuoi medici spirituali, dormiranno con le tue ceneri nella tomba, per risorgere e accusare la tua anima nel giorno del giudizio. Thomas Adams, 1614. 

V. 2.  Ma la cui volontà è nella legge del Signore (Bibbia di Lutero). La volontà di cui qui si parla, è quella delizia sopraffine del cuore, quel particolare piacere che si ha nella legge, che non guarda tanto a ciò che la legge promette o a ciò che essa minaccia, ma che si compiace del solo fatto che la legge è santa, giusta e buona. È per questo che non si tratta solo di un amore per la legge, ma di quell’amorevole diletto nella legge, che non potrebbe essere sottratto né dalla prosperità, né dall’avversità, né dal mondo, né dal principe di questo mondo, perché si è fatto vittoriosamente strada attraverso la povertà, la maldicenza, la croce, la morte, l’inferno. Nel mezzo delle avversità esso brilla di luce luminosissima. Martin Lutero.

V. 2.  Ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno. Questo diletto, di cui qui parla il profeta, è il solo diletto o piacere che non avvizzisce né impallidisce; l’unico diletto simile a un abbondante banchetto, ma senza effetti collaterali. È il solo diletto che regge tutti i tempi, e come Enea e Anchise, porta i suoi genitori sulle spalle. Sir Richard Baker.

V. 2. Su quella legge medita. In questo semplice testo vi è un mondo di santità e di spiritualità, e se noi, in spirito di preghiera e di dipendenza da Dio, ci sediamo e la studiamo, contempleremo molto di più di quello che ci appare. Può essere che, a una lettura immediata o al primo sguardo, noi non vi scorgiamo nulla o ben poco, come accadde al servo di Elia che, non vedendo nulla, fu invitato per ben sette volte a guardare meglio. «E ora che vedi?», disse il profeta, vedo una nuvoletta grossa come la palma della mano (1 R 18:41-45). Poi, poco per volta, l’intera faccia del Cielo si copre di nuvole. Allo stesso modo tu potresti dare poca importanza alle Scritture e non vedervi nulla, ma se mediti spesso su di esse, allora vedrai una luce, come la luce del sole. Joseph Caryl, 1647.

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