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Nella Passione La Mia Umanità - COSI’ SONO MORTO CROCEFISSO ! (4)

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2013 23:23
03/03/2008 18:31
 
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…vengo spogliato delle vesti, la croce posta sul terreno Mi attende…


Le piaghe tolte le vesti, si sono riaperte.

Vengo trascinato sulla croce, un lungo chiodo rettangolare non molto appuntito è estratto da un cesto e pigiato con forza nella mia mano più o meno dove c’è il polso e viene fatto penetrare da un grande martello che lacera carne e nervi.

Il dolore condotto dai nervi arrivò al capo in modo tremendo e devastante!

Il chiodo entra a fatica sul braccio legnoso della croce e sono necessari numerosi colpi, ad ogni colpo esce sangue a fiotti dalla ferita e il corpo sussulta violentemente…
Allo stesso modo agiscono sull’altra mano che non arriva dove è prevista l’introduzione del chiodo sul legno della croce.
Mi slogano il braccio e lo tirano con forza per ottenere la giusta congiunzione. Dopo tanti sforzi il chiodo entra nel palmo della mano.
I carnefici procedono ad inchiodare i piedi sulla croce e per eseguire questa dolorosissima operazione inchiodano e schiodano un piede per creare un foro di passaggio sulla carne, poi, li pongono uno sull’altro e li fissano al legno.

I miei occhi sono spalancati dallo spasimo, il mio corpo trema e sussulta violentemente!

Vengo innalzato, eccomi inchiodato alla croce dovunque è dolore, piaghe, ferite, spine nel capo, il peso del corpo che poggia sui chiodi procura dolore indicibile, la croce viene posta nello scavo predisposto.
Il torace compresso non mi lascia respirare, i miei accusatori sono lì ad esprimere un odio tale da essere compiaciuti di vedermi così martoriato, inchiodato e apparentemente indifeso.
Mi lanciano lazzi, insulti, insolenze, ridono di Me e della Mia sofferenza!
La Mamma è lì che partecipa alla Mia agonia e il Suo cuore grida:”cosa vi ha fatto, come lo avete ridotto”!
Il caldo, il vento, aumentano l’arsura delle ferite, i chiodi, il tetano che alza la febbre, le spine conficcate sul capo, l’arsura della bocca, mi creano una sofferenza inconcepibile.
Poi, il cielo si copre, tutto diventa buio. Il movimento del torace diventa spasmodico, i polmoni infuocati, ma dalla bocca non esce alcun lamento…
Il soldato Longino mi osserva e osserva mia Madre, Mi rivolgo a Giovanni affidandogliela e infine ecco l’urlo prima della morte…sono passate quasi tre ore, Mi abbandono esanime sulla croce tra il pianto di mia Madre!





I miei occhi morenti avevano visto ,insieme al volto straziato della Mamma mia, i vostri visi amorosi e si sono chiusi così, beati di chiudersi perché vi avevo salvati, o voi che meritate il sacrificio di un Dio!



Pagina 5 - Il miracolo dei miracoli (clicca qui)



Tratto da:
Sulle orme del Maestro
Aprirò una strada nel deserto
Libretto dell’eterna sapienza
L’Evangelo come mi è stato rivelato







[Modificato da worry 27/03/2013 23:23]
02/04/2010 21:55
 
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riporto in evidenza.
07/04/2011 13:22
 
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18/04/2011 13:47
 
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Vorrei porre l'attenzione su questo testo, che ci riconduce alla Domenica delle Palme appena trascorsa.

Credo il Vangelo di ieri evidenziasse in maniera molto chiara tutti i comportamenti e le reazioni umane dinanzi a Gesù.

Giuda, colui che tradisce e che poi, pentito, fallisce nuovamente, non confidando nel perdono di Dio ma scegliendo il suicidio. E' il simbolo della dannazione eterna.

Pietro, colui che rinnega. Non è un traditore come Giuda, ma dimostra la sua debolezza umana nel momento in cui nega di conoscere Gesù per non essere arrestato. Ha paura (chi non l'avrebbe?!) e pur avendo giurato di seguire Gesù verso qualunque sorte sceglie di non rischiare.
Diversamente da Giuda, Pietro testimonia il pentimento e il perdono. C

Ponzio Pilato, letteralmente è colui che se ne lava le mani. A differenza del popolo, lui non trova alcuna colpa in Gesù e non trova giusto condannarlo, ma commette ugualmente l'ingiustizia per non perdere il consenso della gente. Si chiama fuori dalla questione, tentando di tenere il piede in due scarpe. Mi ricorda un po' l'idea degli ignavi di cui si parla nell'Iferno di Dante.

I Farisei, i mandanti della cattura di Gesù. Per la maggior parte sono superbi e invidiosi, e questa cecità impedisce loro di capire (o ammettere) chi sia Gesù veramente, volendolo sfidare e mettere alla prova, cercando false accuse da attribuirgli.

Le Donne, a cui fa cenno il Vangelo affermando che erano accorse per assistere Gesù. Queste sono realmente devote e umili.


18/03/2012 11:20
 
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Sofi810, 03/03/2008 18.31:

…vengo spogliato delle vesti, la croce posta sul terreno Mi attende…


Le piaghe tolte le vesti, si sono riaperte.

Vengo trascinato sulla croce, un lungo chiodo rettangolare non molto appuntito è estratto da un cesto e pigiato con forza nella mia mano più o meno dove c’è il polso e viene fatto penetrare da un grande martello che lacera carne e nervi.

Il dolore condotto dai nervi arrivò al capo in modo tremendo e devastante!

Il chiodo entra a fatica sul braccio legnoso della croce e sono necessari numerosi colpi, ad ogni colpo esce sangue a fiotti dalla ferita e il corpo sussulta violentemente…

Allo stesso modo agiscono sull’altra mano che non arriva dove è prevista l’introduzione del chiodo sul legno della croce.

Mi slogano il braccio e lo tirano con forza per ottenere la giusta congiunzione. Dopo tanti sforzi il chiodo entra nel palmo della mano.

I carnefici procedono ad inchiodare i piedi sulla croce e per eseguire questa dolorosissima operazione inchiodano e schiodano un piede per creare un foro di passaggio sulla carne, poi, li pongono uno sull’altro e li fissano al legno.

I miei occhi sono spalancati dallo spasimo, il mio corpo trema e sussulta violentemente!

Vengo innalzato, eccomi inchiodato alla croce dovunque è dolore, piaghe, ferite, spine nel capo, il peso del corpo che poggia sui chiodi procura dolore indicibile, la croce viene posta nello scavo predisposto.

Il torace compresso non mi lascia respirare, i miei accusatori sono lì ad esprimere un odio tale da essere compiaciuti di vedermi così martoriato, inchiodato e apparentemente indifeso.

Mi lanciano lazzi, insulti, insolenze, ridono di Me e della Mia sofferenza!

La Mamma è lì che partecipa alla Mia agonia e il Suo cuore grida:”cosa vi ha fatto, come lo avete ridotto”!

Il caldo, il vento, aumentano l’arsura delle ferite, i chiodi, il tetano che alza la febbre, le spine conficcate sul capo, l’arsura della bocca, mi creano una sofferenza inconcepibile.

Poi, il cielo si copre, tutto diventa buio. Il movimento del torace diventa spasmodico, i polmoni infuocati, ma dalla bocca non esce alcun lamento…

Il soldato Longino mi osserva e osserva mia Madre, Mi rivolgo a Giovanni affidandogliela e infine ecco l’urlo prima della morte…sono passate quasi tre ore, Mi abbandono esanime sulla croce tra il pianto di mia Madre!





I miei occhi morenti avevano visto ,insieme al volto straziato della Mamma mia, i vostri visi amorosi e si sono chiusi così, beati di chiudersi perché vi avevo salvati, o voi che meritate il sacrificio di un Dio!




Tratto da:
Sulle orme del Maestro
Aprirò una strada nel deserto
Libretto dell’eterna sapienza
L’Evangelo come mi è stato rivelato



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18/03/2012 11:22
 
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27/03/2013 23:13
 
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[Modificato da worry 27/03/2013 23:15]
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