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Santa Teresa di Lisieux

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2015 12:43
18/06/2009 18:12
 
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Santa Teresa di Lisieux, la "piccola via"





...«Ho sempre desiderato d'essere una santa, ma, ahimè, ho sempre constatato, quando mi sono confrontata con i Santi, che tra loro e me c'è la stessa differenza che esiste tra una montagna la cui vetta si perde nei cieli e il granello di sabbia, oscuro, calpestato dai piedi dei passanti.
Invece di scoraggiarmi, mi sono detta: il Buon Dio non potrebbe ispirare desideri irrealizzabili; quindi, nonostante la mia piccolezza, posso aspirare alla santità.

Farmi diversa da quello che sono, più grande, mi è impossibile: mi devo sopportare per quello che sono con tutte le mie imperfezioni;
ma voglio cercare il modo di andare in Cielo per una piccola via tutta nuova. Vorrei trovare anch'io un ascensore per innalzarmi
fino a Gesù, perché sono troppo piccola per salire la dura scala della perfezione.

Allora ho cercato nei libri santi l'indicazione dell'ascensore, oggetto del mio desiderio; e ho letto queste parole uscite dalla bocca della Sapienza Eterna:
"Se qualcuno è molto piccolo,venga a me". Così sono arrivata a intuire che avevo trovato ciò che cercavo.
E, volendo sapere, o mio Dio, ciò che faresti al molto piccolo che rispondesse alla tua chiamata, ho continuato le mie ricerche ed ecco quello che ho trovato: "Come una madre accarezza il figlio, così io vi consolerò: vi porterò in braccio e vi cullerò sulle mie ginocchia!"

"L'ascensore che mi deve innalzare fino al Cielo sono le tue braccia, o Gesù! Per questo non ho bisogno di crescere, anzi bisogna che io resti piccola, che lo diventi sempre più".



Teresa Martin nacque ad Aleçon (Orne), piccolo villaggio della Normandia francese, il 2 gennaio 1873. La sua era una famiglia agiata che aveva una profonda fede. Teresa è l'ultima di otto figli, tre muoiono piccoli, perché in quel tempo la mortalità infantile non era ancora stata vinta. Ma, nonostante le tragedie, nella famiglia Martin la fede non cede e consente di scorgere in ogni avvenimento, anche se doloroso, la presenza di Dio.

Il papà di Teresa Louis Martin, nato il 22 Agosto a Bordeaux, era un orologiaio che aveva imparato il suo lavoro in Svizzera, da bambino aveva seguito suo padre che era un militare, nelle diverse guarnigioni (Avignone, Strasburgo) e crebbe nei campi militari fino al congedo del padre. Nel 1830 si trasferirono ad Aleçon.


Louis all'età di ventidue anni, sogna di farsi religioso e si presenta come postulante al monastero del Gran San Bernardo ma non viene accettato perché non conosce il latino e per otto anni conduce una vita quasi monastica, tutta dedita al lavoro, alla preghiera, alla lettura.

La mamma di Teresa Zélie Guérin, nata il 23 Dicembre 1831 in una famiglia di origine contadina, ha ricevuto una rigorosa educazione poichè il padre era autoritario e la madre molto severa, anche lei pensa alla vita religiosa, ma la sua domanda di essere accolta presso le suore dell’Hotel-Dieu d’Aleçon viene respinta. Consapevole che la sua vocazione è un'altra, studia per imparare il "Punto di Aleçon" e decide di aprire una attività di produzione di merletti che vende a tutta la nobiltà del posto. Ha grande successo ed arriva ad avere alle sue dipendenze una trentina di operaie.


Teresa già appena nata, conosce la sofferenza: a soli quindici giorni rischia di morire per un’enterite acuta e, a due mesi, supera una seria crisi costringendo così la madre, su consiglio del medico, ad affidarla a una nutrice amica.

All'età di quattro anni Teresa perde la mamma, che dopo due anni di sofferenza muore per un cancro al seno. Le sorelle fanno del loro meglio per crescere la piccola Teresa, nello stesso periodo si trasferiscono a Lisieux (Calvados).

La sorella Paolina, la sua «piccola mamma», entra al Carmelo della città, Teresa che ha nove anni, cade gravemente ammalata. Nessuno sa diagnosticare la malattia. Teresa, familiari e amici pregano moltissimo e il 13 Maggio 1883, quando ormai sembrava inevitabile la morte, Teresa vede la Vergine sorridente e immediatamente guarisce.

La guarigione improvvisa e quel sorriso materno di Maria, la rendono ancora più determinata a realizzare il sogno da sempre nutrito di consacrarsi totalmente all’Amore. L'8 Maggio 1884 giorno della sua prima Comunione, Teresa sperimentò di sentirsi amata: "fu un bacio d’amore, mi sentivo amata, e dicevo anche: Ti amo, mi do a te per sempre".

Qualche tempo dopo, anche Maria, la primogenita, entra a far parte del Carmelo e a 14 anni pure Teresa annuncia al papà di avere la stessa intenzione.
Con il permesso particolare del Papa Leone XIII che incontrò a Roma il 20 novembre 1887, cui si rivolse per la sua giovane età, Teresa varca il cancello della clausura. E'il 9 aprile 1888, Teresa ha 15 anni.

Nel Carmelo era tranquilla e ritrovò la pace, che non l’abbandonò più nemmeno durante la prova. La madre superiora Gonzaga, nonostante la giovane età di Teresa la trattava con severità, ma lei non se ne lamentò mai.

Le condizioni di salute dell'adorato papà precipitano, l’arteriosclerosi lo devastò e fu interdetto e ricoverato per tre anni in una casa di cura. Questo fatto la fece soffrire terribilmente.

Ma la prova più grande per lei non fu quella della salute, bensì la "notte" dello spirito che l’avvolse per diciotto mesi. Sperimentò e capì, attraverso il silenzio incombente di Dio, la condizione dell’ateo: "Dio ha permesso che l’anima mia fosse invasa dalle tenebre più fitte, e che il pensiero del Cielo, dolcissimo per me, non fosse più se non lotta e tormento".

La sua salute cagionevole non resisterà a lungo al rigore della regola carmelitana e il 30 settembre 1897, all'età di 24 anni, morirà di tubercolosi, vivendo giorno per giorno le sue sofferenze in perfetta unione a Gesù Cristo morto in croce, per la salvezza degli uomini.

Teresa pur vivendo fra le mura del convento ha lanciato un messaggio universale, molte persone semplici, grazie al suo esempio si sentono di poterla imitare per raggiungere lo stesso suo livello di anima senza pretese né complicazioni, ma così terribilmente esigente con se stessa. Quella di Teresa è la «via d'infanzia», o «piccola via» che fa riconoscere la propria piccolezza e si abbandona con fiducia alla bontà di Dio come fa un bambino nelle braccia della mamma.


Teresa viene canonizzata ventotto anni più tardi, nel 1925, e la fama della sua santità si è sparsa celermente in tutto il mondo: Lisieux diventerà una delle destinazioni più ricercate dai fedeli. Viene proclamata, nello stesso anno sempre da papa Pio XI patrono universale delle Missioni, è patrona della Francia, come Giovanna d'Arco.

Nel 1997, centenario della sua morte, Teresa è dichiarata “Dottore della Chiesa”, la terza donna che assurge al massimo della considerazione teologica in duemila anni di Cristianesimo, dopo santa Caterina da Siena e santa Teresa d’Avila.




La "piccola via"


Santa Teresa è l'esempio che la santità del Vangelo è alla portata di tutti inserendola nel modo normale di vivere la quotidianità.
La "piccola via" che lei propone, consiste nello sprigionare la forza prorompente data dalla speranza e che si traduce in una fiducia incondizionata in Dio. Fiducia che fa sì che pur coltivando nella propia vita tutte le opere dell'Amore, fa giungere al traguardo con la consapevolezza che le opere compiute e i meriti sono solo di Dio.

Teresa vuole gridare al mondo intero che tutti siamo chiamati a giungere alla vetta della montagna dell'Amore e per arrivare si è lasciata condurre da Gesù in totale abbandono, senza chiedersi quale strada avrebbe dovuto percorrere.

E’ proprio l’Amore Infinito, che chinandosi sulla creatura, colma tutte le distanze e tutte le opere, salvo l’unica opera che solo la creatura può compiere: l’abbandono totale.
Non può essere l’uomo a gestire la Misericordia di Dio neanche attraverso la sua debolezza o i suoi peccati, ma è Dio misericordioso nella sua stessa natura, che si china sul nostro nulla.

La scoperta di Teresa consiste proprio nella necessità di abbandonarsi alla Grazia perché, è convinta, che sia l’Amore a far ascendere e a generare le opere.

La Montagna della santità è dunque una "Montagna d’Amore", che è facile salire quanto è facile per le braccia dei genitori sollevare i loro bimbi. Per Teresa la "via breve" consiste nell’essere presa tra le braccia di Gesù e portata da Lui fin sulla vetta della Montagna dell’Amore.

La "piccola via" intuita da Teresa è nuova per il fatto di essere incredibilmente breve; talmente immediata da non esistere nemmeno, in quanto ogni percorso serve per colmare una distanza. Nella piccola via tracciata da Teresa, non si prevede alcun spazio da percorrere, alcun tempo da attendere, se non il lasciarsi afferrare qui, ora. Però, anche se la via è tutta di Dio, la creatura deve ricercare continuamente il luogo appropriato alla Misericordia e collocarsi là dove la Misericordia possa esprimere tutta la sua pienezza.
In altre parole nel rapporto d’Amore, così come inteso da Teresa, anche se uno dei due prendesse tutta l’iniziativa, all’altro resterebbe il compito di immergersi nell’intimità che gli è offerta.


Il messaggio della dottrina di Santa Teresa:


1. Dio è Amore Misericordioso, la Sua natura lo porta a chinarsi verso tutto ciò che è piccolo e bisognoso di amore.

2. La creatura è tanto più se stessa quanto più comprende il proprio "nulla" ossia, la propria povertà, la propria piccolezza e sente nel cuore gli infiniti desideri di Dio.

3. La debolezza, la povertà e perfino il peccato non sono un ostacolo insormontabile all’Amore, anzi talvolta lo attraggono.

4. La Chiesa è sulla terra il "focolare dell’Amore" in cui si celebra l’incontro tra il Creatore e la creatura.

5. Quando la creatura si lascia attrarre e bruciare dall’Amore Infinito, trascina con sé nella sua ascesa tutti coloro che Dio le ha affidati.


Teresa, attraverso i palpiti del suo cuore e la fede incondizionata, ha capito cosa significhi Misericordia, ha compreso che la Misericordia è parte integrante della natura di Dio.

Con la sua vita Teresa ci ha insegnato che Gesù non solo è pronto a sollevarci, a sorreggerci per ogni caduta, ma è disposto ad eliminare ogni nostra debolezza e peccato purché chiediamo il Suo aiuto.

Il desiderio più grande di Teresa , quello che avrebbe voluto trasmettere, è la certezza che siamo avvolti dall'Amore Misericordioso di Dio e, nonostante nell'uomo ci sia un grosso limite nel dare amore, si può essere tutti "infiniti nel ricevere amore e nel lasciarsi amare".


Giovanni Paolo II a Lisieux

(Omelia del 2 Giugno 1980)

«Essere bambini, diventare come bambini vuol dire entrare proprio nel mezzo della più grande missione che attraversa il cuore stesso dell’uomo. Teresa, lei lo sapeva perfettamente. Questa missione trae origine dall’amore eterno del Padre. Il Figlio di Dio, come uomo, in maniera visibile, "storica", e lo Spirito santo, in maniera invisibile e "carismatica", la portano a compimento nella storia dell’umanità».


La spiritualità di Teresa




Per Teresa la missione terrena fu quella dell'amore. Lei voleva amare e far amare la Santissima Trinità e amare Gesù e farlo amare al mondo intero. Desiderava che la sua anima fosse preparata come un giardino abbellito dai fiori più profumati per accogliere il Re del cielo.

Per lei la perfezione consiste nell'"Essere ciò che Lui vuole che noi siamo" e afferma: «voglio impegnarmi a fare con il più grande abbandono la volontà di Dio».

La sua fu una vocazione contemplativa.

Teresa ha fatto una scoperta sconvolgente: «perché l’Amore sia soddisfatto occorre che si abbassi fino al niente e che trasformi questo niente in fuoco». Per questo vuole abbassarsi fino al nulla ossia ridursi a niente per dare spazio alla Misericordia, per farle compiere tutto il cammino.

Lei sperimenta ed insegna ad agire, senza mai staccarsi dalla convinzione che Dio sta operando per nostro mezzo, insegna ad agire assecondando la Sua azione con la convinzione che solo Dio può operare sui cuori e sulle anime, insegna ad agire cercando di unirsi sempre più all'essenza di Gesù.

La missione "spirituale" di Teresa, consistette proprio in questo: da un lato, doveva bruciare nell’Amore e dell’altro, doveva restare avvolta nelle tenebre. Lei stessa scrive: «Mi è impossibile confidarle interamente le mie angosce, avrei paura di offendere il buon Dio esprimendo a parole pensieri simili. Ed io che l’amo tanto! Ma tutto ciò è incoerente».

Talvolta Teresa subiva delle tentazioni da parte del demonio, tentazioni che erano veramente insostenibili, la aggrediva al cuore: "Ieri sera fui colta da una vera angoscia e le mie tenebre aumentarono. Non so quale voce maledetta mi diceva: Sei sicura che Dio ti ama?".
Ma reagiva sempre alla tentazione con gioia, pace e fede, anche quando le sembrava di non comprendere nulla o di comprendere altre cose che il demonio le sussurrava.

La tentazione alle volte, la spinse fino alla soglia del cedimento ma nell'abbandono alle braccia di Dio, trova la forza per reagire e vincere la tentazione del dubbio. La forza Teresa la trova sempre in questo abbandono incondizionato.
Nonostante le prove, Teresa non dimentica mai il prossimo, anzi, attraverso questo amore, le sembra quasi di comprendere il vero significato della "carità".

Sopportare i difetti altrui, non stupirsi della loro debolezza, ma soprattutto non nascondere la carità in fondo al cuore ma lasciarla emergere in modo che rischiari davvero il prossimo, questa è per lei la vera carità.

L'amore non è vero amore se non nasce dal cuore stesso di Dio e da Lui promana. Ogni amore umano può solo trasferire e protrarre sulla terra, ciò che ha saputo attingere dal Cielo.


"...lei vede mia cara Madre, che sono ben lontana dall'essere guidata per la via della paura, so trovare sempre il mezzo per esssere felice ed approfittare delle mie miserie...
Senza dubbio ciò non deve dispiacere a Gesù, perchè sembra che mi incoraggi su questa via".

"Un giorno, contrariamente al mio solito, ero un pò turbata mentre andavo a fare la Comunione, e mi sembrava che il Signore non fosse contento di me, e dicevo a me stessa: "Ah, se oggi ricevo soltanto metà di un'ostia sarò addolorata, e crederò che Gesù venga malvolentieri nel mio cuore".

Mi avvicino... O felicità! Per la prima volta in vita mia, vedo il sacerdote che prende due ostie ben separate e me le da!
Lei capisce la mia gioia e le dolci lacrime che ho pianto, vedendo una misericordia così grande.

(santa Teresa di Lisieux - Storia di un'anima)




Per approfondire: Monastero Invisibile di Carità e Fratellanza



[Modificato da Conny1810 03/10/2015 12:43]
19/06/2009 11:03
 
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Grazie Conny per il contributo,molto accurato e completo,che hai inserito su Santa Teresa di Lisieux.
E' una Santa veramente splendida per la sua umiltà e per la sua bontà nei confronti di tutti.
Il suo messaggio è di grande conforto e fiducia:Dio è misericordioso,è come un padre buono. Dobbiamo affidarci a Lui,sempre e comunque,anche se ci sentiamo in colpa per non esserci comportati bene. Non è mai troppo tardi,Dio ci vuole bene e ci tende la mano!

[SM=x62670]
01/10/2015 14:13
 
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Oggi, 1 ottobre, ricorre la festa di Santa Teresa di Lisieux.
È una buona occasione per ricordare la sua spiritualità e il suo grandissimo contributo alla Chiesa. Ricordiamo in particolare la sua Via, quella dell'amore e della carità, che ha saputo testimoniare con tanta devozione.

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Se il tuo cuore è ansioso di fare qualcosa per i fratelli e desideri entrare in questo mondo di luce,  puoi supplicare con ardore il Signore. La preghiera è una delle più alte forme di carità. Se poi cerchi altri meravigliosi fratelli che possono unirsi a te nella preghiera in un cuore solo, allora visita il sito del Monastero Invisibile di carità e fratellanza. Lì troverai una famiglia disposta ad accoglierti a braccia aperte...


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