Cosa rispondereste a Gesù?

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g68g
00domenica 15 maggio 2011 18:36
Carissimi nella fede in Cristo Gesù
Il Signore Gesù dice " quando io apro nessuno chiude ,e quando io chiudo nessuno apre "
Arrivati alla Porta del celo, troveremo Gesù che dirà ad ognuno di noi : Perchè dovrei farti entrare nel mio Paradiso, cosa risponderai tu carissimo/a ?
Dopo vi dico la mia risposta.
Gigi [SM=g6819] [SM=g6819] [SM=g6819]
Mithrandir74
00domenica 15 maggio 2011 21:10
Se mai Dio dovesse pormi una domanda simile penso che non saprei rispondere. E' Lui che sceglie. Forse ci si può giustificare davanti agli uomini, ma davanti a Dio non è così facile.


worry
00lunedì 16 maggio 2011 13:49
Io penso che non risponderei. Non riesco a immaginare una risposta.


Conny1810
00martedì 17 maggio 2011 00:13
Re:
Mithrandir74, 15/05/2011 21.10:

Se mai Dio dovesse pormi una domanda simile penso che non saprei rispondere. E' Lui che sceglie. Forse ci si può giustificare davanti agli uomini, ma davanti a Dio non è così facile.






cosa intendi per "è Lui che sceglie"?
g68g
00martedì 17 maggio 2011 17:12
Re: Re:
Conny1810, 17/05/2011 00.13:




cosa intendi per "è Lui che sceglie"?




Carissimi
Grazie a tutti,continuate con le vostre risposte [SM=g6819] [SM=g6819] [SM=g6819] [SM=g6819] .
Ecco la mia risposta, ma prima vorrei fare una premessa.
Sapete, Gesù ai suoi figli, “” cioè a quei credenti che hanno rifiutato la loro giustizia che può venire dalle loro opere buone, ma Lo hanno accettato quale Unica Giustizia davanti al Padre, poiché Lui ha versato il Suo Prezioso Sangue per riscattarci, perché il Padre accetta solo quell’Opera Grandiosa di Redenzione “”non chiederà perché dovrei farti entrare ?
Perché quando un peccatore come me è andato ai Suoi piedi, si è umiliato , ha messo sotto i suoi piedi il proprio orgoglio, sia davanti a Dio che agli uomini, quindi sono stato perdonato, lavato ,purificato dal mio peccato e dalla mia iniquità, il Padre mi ha dato una Veste nuova bianchissima risplendente della Sua Luce, e io ho cercato di conservarla pulita e ogni giorno e notte vado davanti a Lui affinché sia lavata da qualsiasi macchia, e rallegrandomi della Sua Gioia e della Sua Pace ,che solo davanti a Lui si può trovare.
Il Paradiso non si merita ,non si guadagna , è un Dono, non si paga “ il salario del peccato è la morte, ma il Dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
LA MIA RISPOSTA ?
Non servirà , Lui è la mia Giustizia davanti al Padre ,perché Egli vedendo la Sua veste bianca su di me come sugli altri figli dirà : Vieni , entra benedetto dal Padre mio prendi posto nella gioia del tuo Signore Matteo 25,34 ; Luca 15, 22, 24.
Ancora vi saluto fraternamente
Sempre aperto al riscontro.
Gigi [SM=g6819] [SM=g6819]
worry
00martedì 17 maggio 2011 19:22
Sono d'accordo sul fatto che il Paradiso sia un Dono, e in effetti la mia difficoltà nel trovare una possibile risposta coincide con il fatto che, a livello di giustizia come la si concepisce umanamente, non avrei la presunzione di pensare di "meritare" il Paradiso.

Non sono invece molto d'accordo però sul fatto che non si guadagna. Nel senso che così come lo hai riportato tu sembra che il Paradiso sia un dono discrezionale che Dio concede a chi vuole. Penso invece che comunque ci siano criteri in un certo senso oggettivi, che solo Dio può utilizzare, secondo i quali si stabilisce chi nel corso della sua esistenza ha in qualche modo meritato la vita eterna e chi invece, evidentemente malvagio, non ne può far parte.


Mithrandir74
00martedì 17 maggio 2011 20:16
Re: Re:
Conny1810, 17/05/2011 00.13:




cosa intendi per "è Lui che sceglie"?




intendo che solo Lui può valutare se possiamo entrare in Paradiso oppure no. Le nostre valutazioni sono sempre inesatte.





g68g
00mercoledì 18 maggio 2011 16:05
Re:
Sofi810, 17/05/2011 19.22:

Sono d'accordo sul fatto che il Paradiso sia un Dono, e in effetti la mia difficoltà nel trovare una possibile risposta coincide con il fatto che, a livello di giustizia come la si concepisce umanamente, non avrei la presunzione di pensare di "meritare" il Paradiso.

Non sono invece molto d'accordo però sul fatto che non si guadagna. Nel senso che così come lo hai riportato tu sembra che il Paradiso sia un dono discrezionale che Dio concede a chi vuole. Penso invece che comunque ci siano criteri in un certo senso oggettivi, che solo Dio può utilizzare, secondo i quali si stabilisce chi nel corso della sua esistenza ha in qualche modo meritato la vita eterna e chi invece, evidentemente malvagio, non ne può far parte.





Carissima Sofia,
Non vorrei che tu mi fraintendessi ,la salvezza eterna ,Dio la concede a chiunque accetta Gesù quale unica Giustizia e unico mezzo per ottenerlo .
Non esiste una categoria di persone che la merita di più, essa è per tutti ,perchè tutti abbiamo peccato.
Infatti è scritto nella Parola di Dio in Galat 2,16 sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno».
saluti
Gigi [SM=g8452]
worry
00mercoledì 18 maggio 2011 16:27
Senza dubbio tutti sono peccatori, su questo hai pienamente ragione.
Ma anche l'Inferno esiste per una ragione.

g68g
00mercoledì 18 maggio 2011 19:18
Re:
Cara Sofia
Cosa intendi quando dici:Senza dubbio tutti sono peccatori, su questo hai pienamente ragione.
Ma anche l'Inferno esiste per una ragione.
Sai nessuno si può guadagnare la salvezza eterna, sappiamo che è un dono. Il dono non si guadagna ,lo si accetta e si ringrazia colui che c'è lo da, Dio in questo caso.
E' scaritto nella lettera ai Romani cap. 3 : il salario del peccato è la morte, ma il DONO di Dio è la vita eterna...........
Se la salvezza si guadagnasse ,allora Cristo è morto invano, ma proprio perchè nessuno può dare a Dio il prezzo del proprio riscatto , è scritto che Dio ricco in misericordio ci ha fatto Grazia offrendo il Suo unico figlio Gesù.
Ancora in Giovanni 3 è scritto :16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Come vedi la salvezza non si può meritare , perchè è scritto che non esiste nessun giusto, neppure uno.
Saluti
Gigi [SM=x1920077]
lasthorizon
00mercoledì 18 maggio 2011 23:11
Mi permetto di intervenire in questa discussione. E' la prima volta che lo faccio, anche se vi seguo da un pò di tempo ormai.

Credo che la domanda iniziale sia fin troppo semplicistica quasi che, giunti innanzi "alle porte del Paradiso", si debba superare un test di ammisssione.

Naturalmente non ho la supponenza di immaginare come possa essere quel passaggio, ma so per certo che l'insegnamento più grande trasmesso da Gesù è che il Paradiso ognuno se lo costruisce anzitutto qui, in vita sulla Terra. Per cui l'unica risposta possibile è rappresentata dal modo col quale siamo vissuti, impossibile da riassumere in una risposta. Ma non è un problema: Dio conosce il linguaggio del cuore.

L'idea di un Gesù "giudice ai cancelli del Paradiso" è naturalmente frutto di una tradizione e rappresenta un modo facile di spiegare ciò che c'è oltre la vita. Prendere tutto alla lettera, citare passi del Vangelo quasi fosse "un manuale di istruzioni" da seguire passo dopo passo è inutile, anche perchè in realtà invece di esaltarne i valori, ne svilisce il contenuto.

Il Vangelo non è una mappa del tesoro, con i vari passaggi segnati e una X finale da raggiungere. Il Vangelo racconta un'esperienza, un percorso che ciascuno di noi deve imparare ad adattare alla propria vita. Dico questo perchè troppo spesso sento e leggo costanti riferimenti ai passi della Bibbia, quasi che replicare un versetto possa offrire un appiglio sicuro. Credo sia un errore perchè Gesù è stato esperienza di vita vissuta, non raccolta di parabole.

Concludendo: la risposta all'ipotetica domande è la vita di ciascuno, così come la si è vissuta. E non è detto che gli eventuali errori commessi non siano proprio i fattori che ci facciano entrare in Paradiso. La vita è anche errore, sbaglio, peccato. Talvolta bisogna passare per un luogo oscuro prima di rivedere la luce.
g68g
00venerdì 20 maggio 2011 12:37
Re:



Carissimi nel Signore
Non vorrei che le mie parole fossero ancora fraintese.
La mia domanda era più esplicita a conoscere come ognuno di noi spera di entrare nel Regno di Dio, infatti in molti casi nella cristianità, ognuno a riguardo si è fatta una giustizia personale , nel senso che spera di entrare nella Casa del Padre perché se le meritata, ecco perché ho posto la domanda e insieme poter ammaestrarci per mezzo della Parola di Dio “la bibbia”.
Perciò ho citato la mia risposta, nel senso che io per fede ,non entrerò perché me lo sono meritato “nessuno lo merita “,ma perché Cristo ha pagato al mio posto e ha guadagnato per me e per tutti la salvezza, e quindi io ,avendo scoperto ciò dalla Parola di Dio, ho smesso di affidarmi alle mie cose buone “perché Gesù dice che in tal senso non esiste alcun buono, perché solo DIO E’ BUONO ,e se siamo buoni è perché la bontà di Dio dimora in noi ed essa compie le cose buone” quindi ho accettato la Giustizia di Dio, cioè il completo affidamento a Gesù il Salvatore , e avendogli chiesto di salvarmi e perdonarmi poiché peccatore, ho potuto gustare la Pace la Gioia e l’Amore di Dio Salvatore. Ecco la mia Giustizia è Cristo il Signore e Salvatore del mondo.
Poi a riguardo volevo evidenziare che Iddio sommamente Eterno e Divina Maestà, si è manifestato alla Sua creatura attraverso la Sua Parola “la sacra scrittura “e sempre attraverso di lei possiamo conoscere il pensiero di Dio ,i suoi insegnamenti e tutta l’opera di redenzione eterna Egli ha operato per salvarci dal giudizio eterno.

Quindi è normale che a sostegno della Verità si citi la scrittura ,la quale non si presta ad interpretazione alcuna ,come dice l’apostolo Pietro, perché essa dice espressamente ciò che cita.
Che Dio ci Ama è chiaro attraverso di essa .
Saluti
Gigi [SM=g6819] [SM=g6819]
worry
00venerdì 20 maggio 2011 13:00
Tutto si presenta ad interpretazione. Dire che la bibbia non va interpretata a mio parere è assolutamente inappropriato. Cosa sono le parabole di Gesù nel Vangelo, se non insegnamenti che vanno interpretati?
Ed è solo uno dei tanti esempi possibili. La vicenda di Adamo ed Eva non va forse interpretata? Il significato delle piaghe d'Egitto e la ragione per cui Dio le ha permesse non va forse estrapolato dal testo?
Se prendessimo la bibbia alla lettera da cima a fondo dovremmo rinnegare la maggior parte delle scoperte scientifiche che si sono fatte fin ora.

La Scrittura sostiene la verità nel momento in cui la si utilizza con criterio.
E, ripeto, probabilmente abbiamo frainteso le tue parole, ma se ciò che tu dici fosse vero, e cioè che Dio fa a tutti il dono della vita eterna, l'Inferno non avrebbe ragione di esistere.
Seconda cosa, è vero che siamo tutti peccatori e che la bontà ci viene ispirata da Dio, ma siamo noi, con il nostro libero arbitrio che Lui ci ha donato, a scegliere quale strada intraprendere. Altrimenti, ancora una volta, il libero arbitrio non avrebbe ragione di esistere.

Infine, se il bene che noi facciamo ci è ispirato da Dio e noi, per averlo compiuto, non abbiamo alcun merito, allora allo stesso modo anche il male, che è ispirato da Satana, se compiuto non costituirebbe una colpa. E questo è assolutamente falso.



lasthorizon
00venerdì 20 maggio 2011 13:24
Caro g68g l'idea che tutti possono meritare il Paradiso nasce proprio da Gesù, il cui percorso di vita è servito soprattutto a questo, a creare un sentiero che tutti sono in grado di percorrere, se lo desiderano.

Non credo che la morte di Gesù ci abbia mondato dei nostri peccati a prescindere, anche perchè questa è una concezione che deriva dall'idea del peccato originale che come saprai si fa risalire ad Adamo ed Eva, due personaggi mai esistiti, anch'essi bisognosi di interpretazione.

Gesù è morto in croce per darci una risposta, non una salvezza indipendente dalle nostre scelte che sono e restano l'unico mezzo per ottenere il Paradiso.

Allo stesso modo non credo che SOLO DIO E' BUONO: noi stessi siamo parte di Dio e quindi, in quanto tali, possiamo tendere al bene, se lo vogliamo per l'appunto.

Nemmeno si può pretendere che la Bibbia non meriti un'interpretazione e questo per evidenti ragioni: è un testo scritto secoli fa e deve essere per forza di cose interpretato in funzione dei tempi che si stanno vivendo. Altrimenti si corre il rischio di sfruttare la Bibbia ai propri scopi. Per secoli si sono fatte guerre sul principio inteso letteralmente "occhio per occhio". Gesù è venuto tra noi anche per spiegarci che lo stesso testo sacro deve essere letto ad un livello diverso, che va oltre il senso letterale delle parole.

E forse l'esempio più clamoroso di come la visione letterale della Bibbia genera mostri è rappresentato da tutti quei movimenti pseudo-cristiani che si fanno forti di un testo letto e vissuto così com'è al solo scopo di indottrinare visioni profondamente distorte del messaggio evangelico. Da decenni, tanto per citare il caso più clamoroso, il movimento pseudo-cristiano dei Testimoni di Geova ha imparato a mettere in pratica questo sistema, rappresentando una visione talmente alterata di Gesù da aver sovrapposto al Cristo più autentico una figura posticcia, seducente proprio perchè non richiede interpretazione ma solo rigida applicazione.

Ma Dio non vuole che ci affidiamo a lui senza sforzo, senza impegno. Dio vuole lotta interiore, vuole le nostre scelte, non la nostra accondiscendenza.
doncsi
00venerdì 20 maggio 2011 16:08
LA BIBBIA




Gigi,forse non sai che per noi cattolici - come spiega il Catechismo della Chiesa cattolica - la Bibbia da sola non è sufficiente per dare solidità alla nostra fede.
Noi usiamo altre due fonti oltre alla Sacra Scrittura. Esse sono la Tradizione e il Magistero della Chiesa.
Quest'ultimo è esercitato dai vescovi insieme al Papa allo scopo di interpretare al meglio la Bibbia.
Lo abbiamo già spiegato in altre occasioni e restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti. [SM=x63082]
g68g
00venerdì 20 maggio 2011 16:39
Re:



Carissimi nel Signore
Certo che credo nellesistenza dell’inferno, perché è dio stesso che c’è lo attesta
Mi sono espresso male,La salvezza è un dono di Dio che offre a tutti, ma è normale che non tutti l’accetteranno fino alla fine dei tempi, ed è chiaro che chi avrà preso la strada sbagliata della disubbidienza e del peccato come tu dici bene Sofia, si perderanno per loro scelta.
E’ altresì giusto cio che dici, che ognuno sceglie il bene ed il male che desidera compiere, certo ognuno sceglie di compiere liberamente il bene o il male , è altresì normale che dalle scelte di ognuno ne consegue la sua sorte eterna ,o con Dio o lontano da Dio.
Non va interpretata la scrittura ,nel senso che quando Dio ci parla di salvezza in dono senza meriti ma solo per quelli di Cristo, e che nessuno se la può guadagnare o meritare , perché rimane sempre un dono; come magari tanti dicono “ Dio è buono e alla fine tutti saremo salvati “, altresì è giusto che le parabole di Gesù hanno bisogno di essere spiegate.
Per quanto dici Lasthorizon, ti dico ,che la salvezza non si merita, lo dice Dio nella Sua parola come già citata, e come cita in Efesini 2, 8 Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; 9 né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. 10 Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha predisposto perché noi le praticassimo.
Gesù è morto in croce per pagare e portare il peccato del mondo ,lo dice Lui stesso, non so se credi alle Sue Parole che sono Spirito e Vita.
Che solo Dio è buono per eccellenza lo dice Gesù stesso nel vangelo di Matteo 19, 16 , poi naturalmente in ognuno ci sono atteggiamenti di bontà, che devono essere alimentati ogni giorno per mezzo di un rapporto di comunione con Dio, che è la fonte della bontà.
Saluti
Gigi
[SM=g6819] [SM=g6819]
lasthorizon
00venerdì 20 maggio 2011 17:07
Caro g68g dalle tue parole mi pare abbastanza chiaro che di fatto non riconosci il dono più grande fatto da Dio all'uomo, ovvero il libero arbitrio, perchè laddove non c'è possibila di meritarsi il Paradiso allora è esclusa la libertà di scelta.

Ed è questo l'errore, che deriva dalla non interpretazione del messaggio di Gesù. Dove tu parli di "liberazione dal peccato", Gesù predica la possibilità di scegliere. Lui stesso, in quanto uomo (oltre che figlio di Dio) ha compiuto delle scelte in vita, come il non sottrarsi al martirio, il resistere alle tentazioni del diavolo, lo schierarsi dalla parte dei deboli, in confrontarsi a viso aperto con i rabbini.

Dio è soprattutto libertà di scelta. Non siamo nati programmati alla santità o al peccato.

Il dono non è il Paradiso in sè, ma la possibilità di sceglierlo attraverso le opere della nostra vita.
Mithrandir74
00venerdì 20 maggio 2011 17:24
Gesù ci ha salvati con il suo sacrificio, ma la salvezza ce la dobbiamo guadagnare eccome. E' proprio in casi come questi che è necessario interpretare. Vero che la salvezza è un dono, vero che l'uomo per natura commette peccati...e che cosa non è un dono? La vita è un dono di Dio. Il mondo pure. Nondimeno il Paradiso.
La parte di Efesini che tu citi dice che la fede è dono di Dio pure quella, e che la salvezza (leggendo letteralmente) non viene dalle opere cosicché non se ne faccia un vanto. Allora dimmi, se, effettivamente, la fede è un dono di Dio esclusivo, come spieghi che ci siano molte persone che si professano atee? Se la fede è semplicemente un dono e uno non la possiede, prendendo ciò che tu citi alla lettera, bisognerebbe pensare che chi non crede non ha ricevuto questo dono. Cos'è, Dio fa discriminazioni?
E se la salvezza non viene dalle opere, da cosa può venire?
La bontà, la fede, la generosità...tutte queste qualità sono rispecchiate dalle azioni che si compiono. Non vantarsene? Ovvio che non bisogna, perchè la bontà dovrebbe essere una cosa normale, e in ogni caso qualsiasi gesto buono compiuto da un uomo non è comparabile in alcun modo alla bontà infinita di Dio. Ma per casi come questi si utilizza il termine "umiltà", il che significa rendersi conto della grandezza di Dio e della piccolezza e insignificanza dell'uomo.

La scelta che noi compiamo è un merito. Dio fa questo dono a chi lo merita. Per questo ho detto che non saprei cosa rispondere, nell'ipotesi di questa eventuale domanda che non mi ero mai posto prima. Perchè solo Dio sa se merito o meno di entrare nel Suo regno. Da parte mia ce la metto tutta, ma umano sono e umano rimango.



g68g
00venerdì 20 maggio 2011 18:19
Re:


Carissimo Mithrandir74
Certo la fede è un dono di Dio, ma per chi asoltando il messaggio dell'evangelo della Grazia si converte ,si accosta a Dio e lo accetta quale Signore, gli atei è normale che non possiedono il dono della fede, perchè rifiutano Dio .
Dio non dona i Suoi tesori di Grazia a coloro che non li vogliono o non li chiedono, Egli non forza alcuno
Dio l'ha messa a disposizione di chiunque per accostarsi a Lui e ricevere il dono di salvezza in Cristo il Signore.
Che poi la salvezza non si guadagna e che la si riceve facendo la scelta di accettare Cristo quale Salvatore e credere in Lui, lo dimostra il passo biblico, dove il ladrone crocifisso con Gesù , riceve il Paradiso confessando di essere un peccatore e crede in Gesù come Salvatore, basta leggere il passo per comprendere che ha avuto tutt’altro che meriti davanti a Dio.
Poi è normale che coloro che fanno la scelta giusta di accettare la salvezza in Dio ,sembra un merito per aver scelto bene rispetto a chi la rifiuta.
Saluti
Gigi [SM=g6819]
Conny1810
00mercoledì 25 maggio 2011 15:57
io credo sofi che tu confonda l'orgoglio con la gioia che si prova quando si compie una cosa buona. L'orgoglio non è mai positivo anzi, è lo strumento più usato dal male per portarci fuori strada.
L'orgoglio va combattuto sempre. Invece, quando si vive cercando di mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù e ci si sforza di migliorare, si sperimenta una dolce sensazione nel cuore, ci si sente felici. E' la vera felicità quella che l'anima assapora perchè si rende conto di essere sulla via giusta per arrivare a Gesù.
g68g
00domenica 29 maggio 2011 17:05
Re:
Conny1810, 25/05/2011 15.57:

io credo sofi che tu confonda l'orgoglio con la gioia che si prova quando si compie una cosa buona. L'orgoglio non è mai positivo anzi, è lo strumento più usato dal male per portarci fuori strada.
L'orgoglio va combattuto sempre. Invece, quando si vive cercando di mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù e ci si sforza di migliorare, si sperimenta una dolce sensazione nel cuore, ci si sente felici. E' la vera felicità quella che l'anima assapora perchè si rende conto di essere sulla via giusta per arrivare a Gesù.




Brava conny, hai colto appieno il senso del mio esprimermi, perciò ho detto che io per primo non ho alcun vanto della gioia della giustificazione che ho trovato facendo di Gesù il mio Signore e Salvatore, perchè Lui ha guadagnato tutto per noi tutti ,e beati coloro che lo accettano come Signore e giustizia.
Io non ho superbia , e ne orgoglio ,perchè come ho detto non ho niente da gloriarmi.
Saluti
Gigi [SM=x63064]
lasthorizon
00giovedì 2 giugno 2011 15:42
Credo ci si debba mettere d'accordo sul significato delle parole e soprattutto dei sentimenti.
Sentirsi orgogliosi a mio avviso non è necessariamente un male. Provare quell'intima soddisfazione ti dà il fare le cose giuste o semplicemente quelle belle, non è negativo.
Del resto Dio ci ha fatti per provare emozioni, non per compiere delle azioni senza saperne assaporare il gusto, il significato.
Naturalmente se si agisce solo per la soddisfazione personale, il discorso cambia: da un lato credo che resti intatto il bene che si fa, dall'altro ci si perde nell'egoismo.
worry
00giovedì 2 giugno 2011 17:34
Penso che sia Conny che Gigi facciano riferimento all'orgoglio nel suo significato più negativo, cioè inteso come eccessivo compiacimento di se, che conduce facilmente alla superbia e all'egoismo.
L'orgoglio è negativo in questo senso perchè spesso tende a far innalzare l'uomo al di sopra di tutto, Dio compreso.

Io mi riferivo all'orgoglio come semplice consapevolezza (e non compiacimento) di se, quella piccola "molla" che ci spinge a lottare per essere persone migliori. Credo che sia una cosa che si fa per se stessi, o meglio per vivere bene con se stessi.


silvios64
00sabato 22 ottobre 2011 07:29
Mi è piaciuta molto questa discussione.
Sono discussioni che spesso facciamo anche al mio Gruppo del Vangelo.
Discussioni molto sentite perchè vanno proprio al fulcro di tutta la nostra fede.

Secondo me, come poi ha rivelato l'amico che ha proposto la discussione, la domanda iniziale è mal posta ed è un "trabocchetto".

Se consideriamo il Vangelo, infatti, Gesù non ci farà mai nessuna domanda quando tornerà a giudicare i vivi e i morti.

Egli semplicemente separerà i salvati dai dannati come il pastore separa le pecore dai capri (dice Matteo nel brano del giudizio finale).

Un pastore che separa le pecore dalle capre per caso si mettere a chiedere ad ogni pecora o capra: "tu sei una pecora o una capra?".

Il pastore, per separare, fa un richiamo con la bocca (e qui viene in mente San Paolo che parla di una tromba suonata nel giorno del giudizio): le pecore (che conoscono quel richiamo, "conoscono la sua voce" direbbe l'evangelista Giovanni) vanno dietro al pastore. Le capre invece, che non conoscono questo richiamo, rimangono lì.

Quindi nessuna domanda, ma solo una chiamata.
Chi nella sua vita avrà conosciuto il Cristo e l'avrà onorato con le sue opere, riconoscerà la sua voce ed entrerà per quella porta.
Chi invece non l'avrà conosciuto, non entrerà.

Poi sappiamo bene che il Vangelo ci dice che non è necessario sempre conoscere Gesù in modo diretto. Ci sono persone che, non per loro volontà, non hanno conosciuto il vero messaggio evangelico (magari anche per negligenza e cattiva testimonianza dei cristiani intorno a loro).

Saranno allora tra le capre questi? Non necessariamente. Ancora Matteo ci dice che Gesù potrebbe comunque dire loro "Venite perchè ho avuto fame e mi avete dato da mangiare .... ecc..".
Ma ancora una volta non ci sono domande, ovviamente.
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