HAITI DEVASTATA DAL TERREMOTO

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doncsi
mercoledì 13 gennaio 2010 21:23
IL TERREMOTO DI HAITI - 13 gennaio 2010




Haiti è stata colpita da un sisma incredibilmente devastante con epicentro a circa quindici chilometri dalla capitale,Port-au-Prince.
Si tratta di una zona ad altissima densità di popolazione e pertanto si parla di cinquecentomila vittime e purtroppo il numero sembra destinato ad aumentare.
Una tragedia immane,molto impressionante per il numero delle vittime e per il dolore di tantissime persone che stanno piangendo in preda alla disperazione.

Il Papa ha lanciato un appello alla solidarietà internazionale e invita tutti ad unirsi alla sua preghiera al Signore per le vittime della catastrofe e per coloro che ne piangono la scomparsa.

crisspi
giovedì 14 gennaio 2010 13:41
mi unisco
al tuo pensiero e alla tua preghiera....
doncsi
giovedì 14 gennaio 2010 19:56
HAITI - 14 GENNAIO 2010



Le notizie sulla stampa odierna sono drammatiche:la capitale Port-au-Prince è quasi interamente distrutta,mancano luce elettrica e acqua.
Quasi tutti gli ospedali sono stati distrutti dal sisma e quei pochi ospedali rimasti non riescono a far fronte a tutte le esigenze.
Tanti feriti sono in strada e i sopravvissuti vagano disperati alla ricerca dei loro cari ancora sotto le macerie.
A tutto ciò si aggiungono gli episodi di sciacallaggio diffuso purtroppo in atto,come riferisce un missionario di origine statunitense.
Un bilancio attendibile è ancora impossibile.

doncsi
venerdì 15 gennaio 2010 21:33
SOSTEGNO ALLA POPOLAZIONE DI HAITI




Domenica 24 gennaio in tutte le chiese d'Italia si terrà una raccolta straordinaria indetta dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto nell'isola caraibica.

(dal sito ufficiale CEI)
Conny1810
sabato 16 gennaio 2010 17:53
Quando si assiste a catastrofi di tale portata, si ha l'impressione che la natura voglia ribellarsi agli uomini e dimostrare ad ognuno di noi quelli che sono i nostri limiti.

E'in momenti come questi che ci si rende conto che ci sono eventi che sfuggono al controllo umano e di fronte ai quali ognuno di noi dovrebbe alzare gli occhi al Cielo.
La domanda che sorge spontanea è, perchè? Perchè tanta sofferenza?
Credo che dare una risposta sia difficile o forse impossibile.

Però quanto accaduto ci fa capire tante cose. Infatti, la consapevolezza dei nostri limiti, fa sradicare ogni superbia e orgoglio per lasciare il posto a sentimenti di solidarietà e fratellanza di cui si ha sempre bisogno ma che, solo in circostanze così drammatiche sembra che ce ne ricordiamo.

E' in momenti come questi che le persone riescono a dare il meglio di sè perchè ci si rende conto che la vita ha un valore immenso e non vale la pena di renderla più faticosa dando troppo peso a cose di poco conto.

Mi è piaciuta e vorrei proporvi questa riflessione di Davide Rondoni che ho trovato su "Avvenire".

“Da dove riprendere fiato, umanità, dignità davanti a tale strage? Non c’è altra possibilità: davanti a questo genere di cose, o si prega o si maledice Dio.

O si è credenti o si diventa contro Dio. Una delle due. E se il cristiano dice di esser quello che prega, invece di esser l’uomo che maledice, non lo fa per sentimentalismo. Non lo fa per comodità. Anzi, è più scomodo. Molto più scomodo. Ma più vero.

Perché quando il mistero della vita sovrasta – nella sventura come nelle grandi gioie – è più vero aprire le palme vuote, o piene di calcinacci o di sangue dei fratelli e dire: tienili nelle tue braccia. Tienili nel Tuo cuore. Perché noi non riusciamo a conservare nemmeno ciò che amiamo.

Perché la vita è più grande di noi, ci eccede da ogni parte, e la morte è un momento di eccedenza della vita. Un momento in cui la vita tocca fisicamente il suo mistero. La natura non è Dio. In natura esistono anche i disastri. Come gli spettacoli e gli incanti. Ma la natura non è Dio.

Non preghiamo la natura, che ha pregi e difetti, come ogni creatura. Preghiamo Dio creatore di abbracciare il destino delle vittime. Il destino triste di questi fratelli. Che valgono per Lui come il più ricco re morto anziano e sereno nel proprio letto. Che ci ricordano, nel loro dolore, che non siamo padroni del destino”.

(Avvenire, 14 gennaio 2010)
crisspi
domenica 17 gennaio 2010 14:20
perchè?
è una domanda che mi sono fatta anch'io. Forse il cristiano se la fà ancor di più questa domanda proprio perchè sà che esiste Dio...e allora perchè?
Alla sofferenza ci deve essere un perchè. Noi forse lo scopriremo nella prossima vita (ultraterrena) e per ora ci resta solo l'accettazione di tutto questo dolore.
Però ogni essere umano che non è coinvolto direttamente in queste catastrofi deve rendersi conto di essere solo un granello di sabbia nell'immenso dolore che c'è nell'umanità....e così le nostre sofferenze devono diventare più sopportabili, più accettabili.
Purtroppo poi si dimentica, tutto passa, e magari torniamo a lamentarci per cose futili...fino alla prossima tragedia che ci riporta "all'essenziale".
Come siamo imperfetti!


p.s. Bentornate conny e sofi...il forum non è lo stesso senza di voi.
doncsi
domenica 17 gennaio 2010 14:23
HAITI 17 GENNAIO 2010



La stampa di oggi riferisce di migliaia di bambini rimasti orfani e di una tensione crescente nel paese al punto da far temere disordini e violenze.
L'ufficio per gli affari umanitari stima che le persone senza cibo nè aiuti siano circa due milioni,forse anche perchè è molto difficile raggiungere le aree rurali del paese.
Intanto continua la corsa contro il tempo per tentare di salvare vite umane.
Conny1810
lunedì 18 gennaio 2010 11:56
Re: perchè?
crisspi, 17/01/2010 14.20:

è una domanda che mi sono fatta anch'io. Forse il cristiano se la fà ancor di più questa domanda proprio perchè sà che esiste Dio...e allora perchè?
Alla sofferenza ci deve essere un perchè. Noi forse lo scopriremo nella prossima vita (ultraterrena) e per ora ci resta solo l'accettazione di tutto questo dolore.
Però ogni essere umano che non è coinvolto direttamente in queste catastrofi deve rendersi conto di essere solo un granello di sabbia nell'immenso dolore che c'è nell'umanità....e così le nostre sofferenze devono diventare più sopportabili, più accettabili.
Purtroppo poi si dimentica, tutto passa, e magari torniamo a lamentarci per cose futili...fino alla prossima tragedia che ci riporta "all'essenziale".
Come siamo imperfetti!


p.s. Bentornate conny e sofi...il forum non è lo stesso senza di voi.



La sofferenza trova significato se si valuta in chiave spirituale e chi ha provato e accettato la volontà di Dio su di lui, è in grado, illuminato dalla fede, di capirne l'importanza e il bene che essa produce. (questo non significa che gioisce nel soffrire ma che, con l'aiuto della forza di Dio, la sa sopportare perchè vede nei fatti i benefici che ne sono derivati)

Se invece si guarda alla sofferenza senza entrare nel suo significato spirituale e si valuta umanamente, allora è sempre una tragedia, più o meno grande e che nessuno sa spiegare,Dio sembra ingiusto e si arriva persino a negarne la bontà.

La cosa più importante sarebbe riuscire a vivere avendo una fiducia incondizionata verso Dio e credere fermamente, anche se l'apparenza vorrebbe negarlo, che Dio è talmente buono che tutto quello che permette avvenga ha un fine buono, serve per il bene e per farci arrivare dritti in Paradiso dove saremo felici per sempre.

Al giorno d'oggi se ci guardiamo intorno, ci accorgiamo che Dio non esiste più nella vita delle persone, è stato emarginato per lasciare il posto all'individualismo e all'egoismo che producono solo infelicità e cattiveria. Dio, allora, può permettere e usa la sofferenza anche per far capire che la vita vera è quella che ci attende per l'eternità e che è una questione seria su cui non si può non riflettere.

Infatti, se si considerasse che dall'accettare o meno Dio nella propia vita, dipende la nostra gioia o infelicità eterna, credo che non si prenderebbe così alla leggera quanto Gesù ci esorta a fare per conseguirla.

Noi, riusciamo a distogliere la mente e il cuore da noi stessi e dalle cose insignificanti a cui diamo qualche volta troppo peso e a guardare a Dio, solo quando la sofferenza si fa sentire e non riusciamo a uscirne da soli. Gesù allora la permette perchè cerca di scuoterci per farci tornare a Lui. Perchè vorrebbe che nessuno si perdesse.

Purtroppo se a pagare sono gli innocenti, diventa lecito umanamente chiedersi se Dio non poteva intervenire e frenare la catastrofe ma noi dobbiamo solo aver fede, fede nella bontà di Dio che è misericordioso e tutto conosce.

ciao crisspi e grazie per il bentornate!!! anche a me siete mancati tutti moltissimo!!! [SM=x1520190] [SM=x58970]



doncsi
lunedì 18 gennaio 2010 19:27
Conny, [SM=x62670] per le parole"giustissime" che ci hai scritto!

Purtroppo è vero che tante persone si sono allontanate da Dio e non capiscono che la vera vita è quella che ci attende un giorno,quando Dio vorrà.
Questo nostro cammino terreno è fatto anche di sofferenza,che si può accettare soltanto in quest'ottica e nella consapevolezza che Dio non ci abbandona mai.
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