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Papa Francesco a Rio - il messaggio universale (GMG 2013)

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2013 12:28
27/07/2013 15:11
 
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La carità cristiana


La misura della grandezza di una società è data dal modo in cui essa tratta chi è più bisognoso, chi non ha altro che la sua povertà.


Dio ha voluto che i miei passi, dopo il Santuario di Nostra Signora di Aparecida, si incamminassero verso un particolare santuario della sofferenza umana qual è l'Ospedale San Francesco di Assisi. E’ ben nota la conversione del vostro Santo Patrono: il giovane Francesco abbandona ricchezze e comodità per farsi povero tra i poveri, capisce che non sono le cose, l’avere, gli idoli del mondo ad essere la vera ricchezza e a dare la vera gioia, ma è il seguire Cristo e il servire gli altri; ma forse è meno conosciuto il momento in cui tutto questo è diventato concreto nella sua vita: è quando ha abbracciato un lebbroso. Quel fratello sofferente è stato «mediatore di luce [...] per San Francesco d'Assisi» (Lett. enc. Lumen fidei, 57), perché in ogni fratello e sorella in difficoltà noi abbracciamo la carne sofferente di Cristo.

Abbiamo tutti bisogno di imparare ad abbracciare chi è nel bisogno, come ha fatto san Francesco.

Nel Vangelo leggiamo la parabola del Buon Samaritano, che parla di un uomo assalito dai briganti e lasciato quasi morto ai bordi della strada. La gente passa, guarda e non si ferma, continua indifferente il cammino: non è affare suo! Quante volte diciamo: non è un mio problema! Quante volte ci voltiamo dall'altro lato e facciamo finta di non vedere! Solo un samaritano, uno sconosciuto, vede, si ferma, lo solleva, gli tende la mano e lo cura (Lc 10, 29-35).

La Chiesa non è lontana dalle vostre fatiche, ma vi accompagna con affetto. Il Signore vi è vicino e vi tiene per mano. Guardate a Lui nei momenti più duri e vi darà consolazione e speranza. E confidate anche nell’amore materno di Maria sua Madre.
Dove c’è una croce da portare, lì accanto a noi c’è sempre Lei, la Madre.

Discepoli di Gesù

Guardando questo mare, la spiaggia e tutti voi, mi viene in mente il momento in cui Gesù ha chiamato i primi discepoli a seguirlo sulla riva del lago di Tiberiade. Oggi Gesù ci chiede ancora: Vuoi essere mio discepolo? Vuoi essere mio amico? Vuoi essere testimone del mio Vangelo? Nel cuore dell'Anno della fede queste domande ci invitano a rinnovare il nostro impegno di cristiani. Le vostre famiglie e le comunità locali vi hanno trasmesso il grande dono della fede, Cristo è cresciuto in voi. Oggi sono venuto per confermarvi in questa fede, la fede nel Cristo vivente che dimora in voi, ma sono venuto anche per essere confermato dall'entusiasmo della vostra fede!

La rivoluzione della fede

Metti Cristo nella tua vita, riponi in Lui la tua fiducia e non sarai mai deluso! Vedete cari amici, la fede compie nella nostra vita una rivoluzione che potremmo chiamare copernicana, ci toglie dal centro e lo ridona a Dio; la fede ci immerge nel suo amore che ci dà sicurezza, forza e speranza. All’apparenza sembra che non cambi nulla, ma nel più profondo di noi stessi tutto cambia. Quando c’è Dio nel nostro cuore dimora la pace, la dolcezza, la tenerezza, il coraggio, la serenità e la gioia, che sono i frutti dello Spirito Santo e la nostra esistenza si trasforma, il nostro modo di pensare e di agire si rinnova, diventa il modo di pensare e di agire di Gesù, di Dio. La fede è rivoluzionaria. Siete disposti a entrare in questa onda della rivoluzione della fede? Solo entrando, la tua vita ha senso e così sarà feconda.


Non avere paura di chiedere perdono a Dio perché Lui non si stanca mai di perdonarci, come un padre che ci ama. Dio è pura misericordia! “Metti Cristo": Lui ti aspetta anche nell'Eucaristia, Sacramento della sua presenza, del suo sacrificio di amore, ti aspetta nell’umanità di tanti giovani che ti arricchiranno con la loro amicizia, ti incoraggeranno con la loro testimonianza di fede, ti insegneranno il linguaggio della carità, della bontà, del servizio. Anche tu caro giovane puoi essere un testimone gioioso del suo amore, un testimone coraggioso del suo Vangelo per portare in questo nostro mondo un po’ di luce. Lasciatevi trovare da Gesù! Lasciatevi amare da Gesù! E’ un amico che non tradisce.

Non annacquate la fede in Gesù Cristo!

C’è il frullato di banana, di arancia, di mela...ma per favore non bevete frullato di fede. La fede è intera, è Gesù.

Quali frutti mi aspetto dalla GMG? Che facciate casino. Casino nelle diocesi, che si vada fuori, voglio che la Chiesa esca per le strade; voglio che ci difendiamo da tutto ciò che è mondanità, comodità, clericalismo, dall’essere chiusi dentro noi stessi. Le parrocchie, i collegi, le istituzioni sono fatte per uscire, altrimenti diventano una ONG, e la Chiesa non può essere una ONG! Che mi perdonino i vescovi o i parroci se qualcuno vi farà storie per questo.

Cosa dobbiamo fare?

Guarda, leggi le Beatitudini che ti faranno bene. Se vuoi sapere che cosa devi fare concretamente leggi Matteo capitolo 25, che è il protocollo con il quale verremo giudicati. Con queste due cose avete il Piano d’azione: le Beatitudini e Matteo 25. Non avete bisogno di leggere altro. Ve lo chiedo con tutto il cuore





[Modificato da worry 27/07/2013 15:15]
27/07/2013 15:14
 
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Vangelo secondo Matteo, capitolo 25.

Parabola delle dieci vergini

[1]Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. [2]Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; [3]le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; [4]le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. [5]Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. [6]A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! [7]Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. [8]E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. [9]Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. [10]Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. [11]Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! [12]Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. [13]Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora.

Parabola dei talenti

[14]Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. [15]A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. [16]Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. [17]Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. [18]Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [19]Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. [20]Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. [21]Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. [22]Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. [23]Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. [24]Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; [25]per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. [26]Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; [27]avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. [28]Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. [29]Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. [30]E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Il giudizio finale

[31]Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. [32]E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, [33]e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. [34]Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. [35]Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, [36]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. [37]Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? [38]Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? [39]E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? [40]Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. [41]Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. [42]Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; [43]ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. [44]Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? [45]Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. [46]E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».
29/07/2013 12:28
 
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Papa Francesco sta proprio risvegliando, in chi lo ascolta, la parte spirituale, che potrebbe essersi assopita. Lui stesso, mettendo in pratica quello che dice, si rende credibile e perciò, esempio da imitare.
C'è una grande sete di spiritualità, una sete di felicità che non trova risposta in ciò che il mondo ci vuole dare, come scadente surrogato. Papa Francesco ci sta indicando la strada sicura per raggiungerla: diventare amici di Gesù e abbandonare gli idoli del mondo.
Solo quando, Gesù diventerà una presenza viva nella nostra vita attraverso la Sua conoscenza, gradualmente lo sentiremo amico e diventerà, il nostro più caro amico e confidente. Da parte Sua, Gesù ci donerà tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere ed essere felici.
Questa è la sfida che il Papa propone ai giovani di oggi, avere il coraggio di testimoniare l'amicizia e il messaggio di amore di Gesù. Alla domanda su come fare, il Papa risponde proponendo la lettura delle beatitudini e di Matteo cap. 15.
Nella parabola delle vergini il messaggio è che dobbiamo sempre mantenere viva in noi la fede e, ciò si ottiene attraverso la preghiera (olio) di cui dobbiamo sempre sentire il desiderio, dato che è il canale di unione con Dio. Senza preghiera, pian piano, la nostra fede perde di intensità fino a spegnersi.
E' poi necessario, mettere a frutto i talenti che Dio ci ha dato. Per arrivare a questo, bisogna scrutare bene dentro il nostro intimo per scoprire quello a cui siamo portati, le nostre attitudini.

Ognuno di noi, infatti, ha ricevuto da Dio dei doni, che gli servono per attuare la missione che gli è stata affidata. Missione che pur diversa per ciascuno di noi, ha in comune il compito di rendere gloria a Dio e di testimoniare il messaggio del Vangelo. Ma, far fruttare i talenti, significa anche cercare di essere persone migliori. E' necessario, perciò, impegnarsi a combattere e dominare difetti e vizi che, come malattia dell'anima, cercano di portarla a morire spiritualmente. La conseguenza è l'allontanamento di Gesù dal nostro cuore che porta il buio nell'anima, quella sensazione di vuoto e inutilità del vivere, che conduce inesorabilmente alla depressione a all'infelicità.
L'indicazione del Santo Padre illumina la mente su come veicolare i nostri sforzi verso la conversione del cuore e così, attraverso il nostro cambiamento, anche chi ci è vicino sentirà di doverci imitare per poter sperimentare la pace del cuore che solo Gesù sa dare in abbondanza.
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Se il tuo cuore è ansioso di fare qualcosa per i fratelli e desideri entrare in questo mondo di luce,  puoi supplicare con ardore il Signore. La preghiera è una delle più alte forme di carità. Se poi cerchi altri meravigliosi fratelli che possono unirsi a te nella preghiera in un cuore solo, allora visita il sito del Monastero Invisibile di carità e fratellanza. Lì troverai una famiglia disposta ad accoglierti a braccia aperte...


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