Castità

Posto la riflessione di questo psicologo su un tema scottante.
Il sesso viene fatto apparire dalla nostra società come una cosa vitale, necessaria, chi non lo fa' o non sfrutta le occasioni per farlo viene bollato come sfigato.
Il corpo viene mercificato, usato come un oggetto, una macchina del piacere; chi pensa che il valore della castità prima del matrimonio sia fondamentale è ormai una mosca bianca. Tutto ció è davvero triste.
Io penso che il sesso abbia due significati importantissimi che sono quello unitivo per la coppia e quello fecondativo; il mondo invece ce lo vuol far sembrare finalizzato al solo piacere.
Anch'io in passato ho preso sotto gamba l'importanza di questo argomento e penso che questo messaggio sia da trasmettere sopratutto ai più giovani.

Tutti noi abbiamo delle opinioni differenti riguardo a questo argomento. Ma se uno crede in quello che pensa, anche riguardo al sesso, la sua opinione è personale e quindi va rispettata! Io per esempio, credo nel valore della verginità dopo il matrimonio e nessuno mi farà cambiare idea.

il matrimonio stesso

Il fatto di dare troppa importanza al rapporto fisico in una relazione ha sempre conseguenze negative. Questo perché inizialmente può offuscare il pensiero, facendo scambiare per amore ciò che è semplice attrazione fisica. Ma anche a lungo andare, come dice lo psicoterapeuta che tu citi (senz'altro più competente di me ) può essere di ostacolo all'unione e al benessere. In generale tutte le passioni disordinate e portate all'eccesso creano nervosismo e sempre più insoddisfazione.
Raramente si diventa viziosi tutto d'un colpo.Si inizia con piccole cose, ripetendosi sempre la stessa frase "ma che male c'è?" e poi un po' alla volta ci si ritrova schiavi. Vale per il sesso, per l'alcool...per tutto insomma.
La famosa frase di Oscar Wilde "l'unico modo di vincere una tentazione è cedervi" è assolutamente sbagliata, perché una volta che si è ceduto è facile cedere nuovamente finché non si crea un'abitudine difficilissima da estirpare, se non con tanta buona volontà e preghiera. Il problema è che bisogna volerlo, e quando una cosa diventa normale - come la promiscuità sessuale al giorno d'oggi - nessuno sente la necessità di cambiare, perché continua a ripetersi che non c'è nulla di male.

Ma va anche detto che la castità matrimoniale si applica proprio nell'uso corretto della sessualità e della genitalità e del proprio stato, essendo aperti alla vita

Certamente, infatti non intendevo dire che bisogna astenersi totalmente, a meno che non si faccia voto di verginità.
Parlavo piuttosto di promiscuità sessuale o di eccessiva ossessione e esagerazione in tal senso
.

il voto di verginità è contrario ai doveri propri del matrimonio

Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa?

e come si fa ad accoglierli se si vuole rimanere vergini?

La discussione riguarda la castità in generale, non solo nel matrimonio. Io non mi riferivo al matrimonio nello specifico.

io mi riferivo a questo

Tutti noi abbiamo delle opinioni differenti riguardo a questo argomento. Ma se uno crede in quello che pensa, anche riguardo al sesso, la sua opinione è personale e quindi va rispettata! Io per esempio, credo nel valore della verginità dopo il matrimonio e nessuno mi farà cambiare idea.

nel matrimonio non è possibile, pena la nullità

Io penso che Giovanna Maria si riferisca alla castità anche dopo il matrimonio.
Se intende veramente verginità dopo il matrimonio, allora ha ragione ulisseitaca.
Il matrimonio cattolico ha infatti due fini: quello cercare il bene del coniuge e quello di procreare ed educare i figli. Il matrimonio ovviamente non è nullo se i figli, per motivi che non dipendono dalla volontà, non arrivano. Ad esempio se in seguito alle nozze uno dei due coniugi scopre di essere sterile, non c'è nessuna influenza sulla validità del matrimonio. Ma se due o anche uno solo dei due si sposa con l'intenzione precisa di mantenere la propria verginità - e quindi ovviamente di non avere figli - in quel caso ci sono gli estremi per la nullità.
Diverso è invece per le coppie sposate che dopo aver avuto figli o dopo aver saputo di non poterne avere, decidono di comune accordo di mantenere la castità. Questo è ovviamente consentito e anzi, se vissuto serenamente è una grande virtù

lei ha parlato di verginità, se poi intendesse altro, ma io non posso fare il processo alle intenzioni

Scusate mi sono sbagliata...
Io intendevo la verginità prima del matrimonio!
Infatti secondo me bisogna concedersi dopo il matrimonio e se qualcuno vuole farlo prima non è che sono contraria, ma per me si perde di vista la gioia dell'attesa a quel momento.

ok, comunque ci hai dato stimolo al dialogo

grazie

Io resto della mia idea, che amplia un po' quando dice Oscar Wilde: non "cedere alla tentazione" ma "farlo perchè si ritiene giusto farlo".
E sbaglia la ragazza che "si concede": non deve "concedersi" ma "fare l'amore".
C'è qualche eccezione a quanto affermo: abbiamo grandissimi Santi, per esempio San Francesco e Santa Chiara, che hanno raggiunto una grandissima unità spirituale senza nemmeno coinvolgere il sesso fisico.
Ma proprio perchè grandissimi Santi, la loro esperienza non è da tutti.
Parlando di persone normali, i fidanzati fanno bene a fare l'amore, perchè è l'unico modo di testare se sono realmente fatti l'uno per l'altra.
E del resto anche la mentalità comune è ormai cambiata, perché due fidanzati anche molto giovani (adolescenti) che fanno sesso davvero non fanno più notizia, la fanno se dichiarano di osservare la castità.

Quello che tu dici può essere giustificabile dal punto di vista umano, ma non da quello spirituale. Giustamente citi il meraviglioso esempio di amore spirituale tra Francesco e Chiara. Ma ciò che essi hanno potuto fare, l'hanno fatto perché hanno voluto.
Hai ragione quando dici che oggi la castità non è presa in considerazione perché si ritiene che non ci sia nulla di male nel sesso. Umanamente è così. Quando però si vuole fare un percorso spirituale, con la preghiera e chiedendo aiuto a Dio si può superare qualunque vizio. Occorre una volontà ferma e fiducia in Dio. Gesù aiuta sempre chi vuole migliorare se stesso. Quindi anche se ovviamente la santità di san Francesco è una cosa unica e straordinaria, il fatto di poter amare qualcuno castamente è possibile a tutti.

Scusami ma io continuo a pensarla diversamente.

Sempre fatti salvi i casi eccezionali tipo San Francesco e Santa Chiara, che proprio perchè eccezionali non sono la regola, io penso invece che (anche senza attendere il matrimonio) l'unione fisica tra due fidanzati, spinta sino al rapporto completo, donandosi reciprocamente un intenso piacere, non solo non li allontani spiritualmente ma al contrario li avvicini.

ITERPARATUTUM, 28/01/2016 15:25:

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Scusami ma io continuo a pensarla diversamente.

Sempre fatti salvi i casi eccezionali tipo San Francesco e Santa Chiara, che proprio perchè eccezionali non sono la regola, io penso invece che (anche senza attendere il matrimonio) l'unione fisica tra due fidanzati, spinta sino al rapporto completo, donandosi reciprocamente un intenso piacere, non solo non li allontani spiritualmente ma al contrario li avvicini.

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Francesco e Chiara sono un esempio di castità come ce ne sono moltissimi, poi è ovvio che se si desidera sposarsi e avere una famiglia il rapporto fisico ci debba essere, e nessuno dice che questo sia sbagliato! Attenzione: qui nessuno ha affermato che il rapporto tra due persone che si amano sia una cosa brutta.
Stiamo parlando piuttosto della continenza, di saper amare una persona senza vederla come oggetto del proprio piacere. La castità è una virtù che si può benissimo avere anche nel matrimonio quando ci si sa amare "santamente" e con rispetto. Questo però non è possibile se il sesso viene mitizzato e praticato con noncuranza.
"Oggi si esaltano spesso il piacere, l'egoismo o addirittura l'immoralità, in nome di falsi ideali di libertà e di felicità. Bisogna riaffermare con chiarezza che la purezza del cuore e del corpo va difesa, perché la castità "custodisce" l'amore autentico."

San Giovanni Paolo II