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La meditazione avvicina a Dio

Ultimo Aggiornamento: 12/03/2011 15:26
03/12/2010 18:37
 
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La Meditazione avvicina a Dio



La meditazione è una pratica di preghiera molto importante perchè avvicina a Dio che si fa sentire alla nostra anima. Nel silenzio e nel raccoglimento possiamo ascoltare e capire cosa il Signore desidera farci sapere. Nella mente, arriverà un pensiero, una illuminazione che farà discernere il modo migliore di agire in una determinata situazione , cioè quello che Dio ci consiglia di fare per il nostro bene. Così, nei dubbi della vita, se chiediamo al Signore di scegliere per noi, saremo sicuri di non sbagliare e di non dover subire le conseguenze, alle volte devastanti, di una decisione sbagliata a causa di un errore di valutazione.





Come fare la meditazione:

(San Alfonso Maria de Liguori)

L'orazione mentale è fatta da tre atti.

- di fede nella presenza di Dio;

- di umiltà, con un breve atto di contrizione;

- di domanda di luce, nella quale si dice a Dio di credere nella Sua presenza, si dimostra il nostro affetto e quanto siamo pentiti per averLo offeso tante volte. Si chiede di essere illuminati durante la meditazione, per amore di Gesù e di Maria, affinchè se ne trovi aiuto.

Poi, si recita una Ave Maria, affinchè la Madonna ci ottenga luce e per lo stesso fine, si dice un Gloria al Padre a San Giuseppe, all'Angelo custode e al nostro Santo protettore.

Questi atti si fanno in modo breve, ma con attenzione, per poi passare alla meditazione.

Nella meditazione, specialmente le prime volte, è meglio servirsi di un libro e nel leggere, bisogna fermarsi nel punto dove si prova più sentimento e su questo punto si medita per qualche tempo.
Dopo aver meditato qualche verità e Dio ha parlato al cuore, bisogna a nostra volta, dialogare con Lui, dimostrando il nostro affetto e facendo atti di fede o di ringraziamento, di umiltà o di speranza, ma soprattutto, ripetere gli atti di amore e di contrizione.
Gli atti di amore e di contrizione ci ottengono tante grazie da Dio.

Atto di amore è dire :" Dio mio, ti amo sopra ogni cosa, ti amo con tutto il cuore e voglio fare sempre la Tua volontà"; per atto di contrizione è sufficiente dire:"Bontà infinita, mi pento di averTi offeso".

E' bene pregare chiedendo a Dio la luce, l'umiltà o altra virtù, la salvezza eterna o una buona morte, ma soprattutto, il Suo amore e la perseveranza per tutta la vita e anche nell'aridità, se si chiede aiuto e si fa ricorso alla misericordia di Dio, la preghiera riuscirà comunque e produrrà i suoi frutti.

Prima di terminare la preghiera, si deve fare un proponimento come ad esempio, fuggire certe occasioni, sopportare la molestia di qualcuno, cercare di essere migliori vincendo i nostri difetti, ecc..

Si conclude ringraziando Dio della luce ricevuta, facendo il proposito di osservare le risoluzioni fatte e chiedendone aiuto a Dio, recitando un Padre Nostro e una Ave Maria.


San Francesco di Sales, consigliava di annotare qualche sentimento speciale provato nella preghiera per poterlo meditare durante la giornata.

(Piccolo Manuale di Preghiera - San Alfonso Maria de Liguori)


[Modificato da Conny1810 03/12/2010 19:07]
07/01/2011 16:25
 
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Meditazioni sulle virtù

(San Alfonso Maria de Liguori)

L'Umiltà


L'umiltà è una delle virtù che Dio più gradisce.
Dio infatti, resiste ai superbi ma a chi è umile,
concede la Sua amicizia!
La preghiera dell'umile
viene ascoltata ed esaudita.


L'umiltà consiste nello stimarci per quello che realmente siamo e cioè che senza la grazia di Dio, non sappiamo niente e non possiamo fare nulla se non il male. Infatti, tutto il bene che abbiamo e che facciamo, viene da Dio.

C'è anche l'umiltà detta di volontà, che consiste nel compiacersi di essere disprezzati dagli altri.
San Bernardo afferma che il vero umile è colui che si stima un nulla e tale vuole essere ritenuto anche dagli altri.

Per essere persone umili, dobbiamo imparare a non riporre fiducia nelle nostre sole forze e nei nostri propositi, ma dobbiamo diffidare e temere sempre di noi stessi, perchè, come diceva San Filippo Neri, "Chi non teme è già caduto".

Non bisogna neppure gloriarsi troppo dei nostri talenti, delle nostre azioni, della nascita, dei parenti e di tutto quello che può portare a credersi migliori degli altri. La cosa più giusta è di non parlare mai di noi, nè in bene e nè in male perchè, anche nel parlare male, alle volte si insinua in noi la vanagloria di essere lodati o di essere ritenuti umili e così, l'umiltà si trasforma in superbia.

Chi cerca l'umiltà, non deve nemmeno arrabbiarsi per le propie cadute o per aver commesso qualcosa che non andava compiuto perchè, se fà così, non è umile ma superbo e il male ne approfitta per convincere a lasciare la via del bene.
Quando si cade, invece, bisogna umiliarsi davanti a Dio e rialzarsi dalla cosa commessa con un atto di amore e di dolore, proponendosi di non ricadervi più e ponendo tutta la nostra fiducia nell'aiuto di Dio. Se poi, si ritorna a cadere, basta comportarsi di nuovo così perchè, cadere è umano, ma rialzarsi e rendersi conto di quanto siamo limitati e fragili, è da santi.

Per crescere nella virtù dell'umiltà, bisogna anche non meravigliarsi delle cadute dgli altri ma compatirli e ringraziare Dio perchè ha impedito a noi di commettere lo stesso sbaglio.
E' bene anche, ritenersi i peggiori peccatori del mondo pur sapendo che altri possono esserlo più di noi, perchè, le nostre colpe, compiute dopo asver ricevuto da Dio tanta luce e grazia, pesano di più ai Suoi occhi.

Se si vuole essere veramente umili, quando si riceve qualche critica o richiamo, bisogna ringraziare Dio e ricevere con pace quanto ci viene detto perchè, talvolta, Dio attraverso questa umiliazione, vuole che ci rendiamo conto dei nostri limiti e che verifichiamo se realmente siamo avanzati nella virtù dell'umiltà o se invece è una umiltà fasulla che maschera la nostra superbia nascosta.

Quando si riceve qualche affronto, cerchiamo di soffrirlo con pazienza e di compatire chi ci disprezza. Questo è il metro di paragone per conoscere se una persona è veramente umile e santa.
Si guadagna molto nel ricevere i disprezzi con pace, più che con i digiuni.


E' bene riflettere e meditare
su tutte le umiliazioni e i disprezzi
che Gesù ha dovuto affrontare
e soffrire per ognuno di noi,
per capire che non dovremmo provare risentimento
negli affronti che subiamo e,
per amore Suo,
cercare di diventare persone veramente umili
e che Dio gradisce.
[Modificato da Conny1810 01/02/2011 10:08]
31/01/2011 19:33
 
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La Carità Verso Il Prossimo


Chi ama Dio,
ama anche il suo prossimo
e chi non ama il prossimo,
non ama nemmeno Dio.



Noi dobbiamo amare Dio sopra ogni cosa e più di noi stessi e il prossimo come noi stessi. Così, come desideriamo il nostro bene e ci sentiamo compiaciuti quando lo otteniamo, e siamo dispiaciuti del nostro male, allo stesso modo, bisogna che desideriamo il bene dei nostri fratelli e che ce ne compiacciamo quando lo ottengono, mentre dobbiamo addolorarci del loro male.


La carità si esplica esternamente usando parole e facendo opere buone verso il prossimo.
Per quanto riguarda le parole, è necessario evitare ogni mormorazione perchè Dio odia chi mormora per cui si deve dir bene di tutti o quantomeno, se non si può scusare il difetto, almeno scusare l'intenzione. Non si deve neppure riferire il male che uno ha detto dell'altro perchè, da questo, possono derivare vendette e discordie.

La carità verso il prossimo è anche evitare di pungerlo con parole sgradite. Bisogna fuggire i contrasti perchè, da cose anche di poco conto, nascono contese che poi si trasformano in ingiurie e rancori e dovremmo anche evitare di contraddire ogni cosa che ci viene detta, perchè, lo spirito di contraddizione, può anch'esso portare a discordie e divisioni e questo Dio non lo gradisce mai.

Sarebbe auspicabile usare parole dolci con tutti, evitando imprecazioni e ingiurie.

Se dobbiamo aver a che fare con qualcuno che ingiuria, è meglio rispondere con dolcezza e così, la questione si risolverà prima.
Se poi, ci sentiamo turbati con il prossimo, è bene stare attenti a non parlare perchè la passione ci trasporta e poi ci sentiremo pentiti per aver calcato la mano.

La regola è di tacere fino a quando non si sia placata la collera.

Quando vediamo che il prossimo è disturbato, tralasciamo di correggerlo in quel momento, anche se la correzzione fosse necessaria perchè, le nostre parole non saranno in grado di persuadere e nemmeno di ottenere il profitto che pensavamo.E' meglio attendere il momento in cui il disturbo non c'è più, allora saremmo ascoltati e sicuramente le nostre parole rimarranno nell'animo della persona che le mediterà.

La carità si applica anche con le opere.

Soccorrendo il nostro prossimo come meglio possiamo, facendo l'elemosina e per elemosina, si intende qualunque aiuto che siamo in grado di dare agli altri.

L'elemosina più meritevole è aiutare l'anima del prossimo con la correzzione fatta con dolcezza e a suo tempo, sempre se si può.
perchè chi ama Dio, vuole che tutti lo amino.

Dobbiamo usare carità verso gli infermi che hanno tanto bisogno di essere sollevati, portiamo loro qualche ragalo se sono poveri o almeno, cerchiamo di servirli o consolarli. Dio ci ricompenserà.

Sopprattutto bisognerebbe usare carità verso i nemici, il che vuol dire che dovremmo fare il bene anche a chi ci ha fatto del male, senza essere vendicativi rendendo male, per il male ricevuto.

Ciò non significa che dobbiamo frequentare chi ci fa del male,dal quale è doveroso difendersi, ma, se questi ci dovesse chiedere un favore, noi, per carità, lo dovremmo accontentare.

La carità va usata anche verso i defunti, attraverso la preghiera. Chi si trova in Purgatorio non può aiutarsi da solo ma, ha bisogno del nostro aiuto che si esplica con le preghiere e specialmente con la santa messa fatta celebrare o assistita in loro suffragio. Si aiutano anche con le elemosine e prendendo le indulgenze per loro. Per il nostro aiuto, giungeranno prima in Paradiso e otterranno tante grazie per noi anche già dal Purgatorio.



(San Alfonso Maria de Liguori - P.Manuale di preghiera)
[Modificato da Conny1810 12/03/2011 15:26]
01/03/2011 17:36
 
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La Mortificazione

"Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua"
(Mt.16,24)



Se vogliamo salvarci, dobbiamo rinnegare noi stessi mortificando l'amor propio. Questo è ciò che si deve fare per seguire Gesù.

La mortificazione può essere interna od esterna.Con la mortificazione interna che è la mortificazione della volontà, ci si impegna a vincere le passioni, specialmente quella che ci predomina di più perchè, se si riesce a vincerla, vinceremo anche su tutte le altre.
A questo scopo, dobbiamo mettere in azione la nostra volontà che con l'aiuto di Dio, ci permetterà di contrastare il vizio fino a sconfiggerlo. L'aiuto a Dio va chiesto ogni giorno e non mancherà mai.

La mortificazione esterna, comporta di vincere sugli impulsi sensuali per cui diventa necessario mortificare la carne, perchè, se la carne non viene mortificata, difficilmente obbedirà a Dio.


Pratica Della Mortificazione


1) Dobbiamo mortificare gli occhi perchè è dagli occhi che entrano le prime frecce che feriscono l'anima. E' bene astenersi dal guardare ogni oggetto che può causare tentazione e quando gli occhi cadono su qualcosa di pericoloso, è meglio non riguardarlo perchè, non è tanto il guardare, quanto, il riguardare, che è causa di caduta.


2) Dobbiamo mortificare la lingua astenendoci dal dire mormorazioni, ingiurie e oscenità. Una parola oscena detta anche per scherzo può procurare scandalo e danno a chi partecipa alla conversazione o ad altri.


3) Dobbiamo mortificare la gola perchè, come diceva San Francesco di Sales, "bisogna mangiare per vivere e non vivere per mangiare".
Chi fa del cibo ,lo scopo della sua vita, non solo rovina l'anima ma anche il corpo che prima o poi si ammala.
Gli eccessi nel mangiare e nel bere, oltre a molti inconvenienti per la salute fisica, sono molto spesso causa della lussuria.
Per questo il cibo va assunto per nutrirsi e conservarsi in vita.


4) Bisogna mortificare l'udito e il tatto. L'udito evitando discorsi immodesti e mormorazioni; il tatto, cercando di essere cauti con se stessi e con gli altri.


(San Alfonso Maria de Liguori - P.Manuale di preghiera)
[Modificato da Conny1810 01/03/2011 17:40]
01/03/2011 19:05
 
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La Pazienza


La pazienza è l'opera perfetta di un'anima,
la virtù che ci ottiene il Paradiso!


La terra è un luogo di meriti. Per questo Dio ci fa vivere nel mondo affinchè, con la pazienza ci possiamo guadagnare il Paradiso.
Tutte le croci, le traversie e tribolazioni che incontriamo nella nostra vita, se accettate con pazienza, saranno il nostro tesoro in Cielo.
Chi ama veramente Gesù, sopporta con pazienza tutte le croci esterne: infermità, dolori, povertà, disonori, perdita di parenti e amici; e tutte le croci interne: angustie, tentazioni e desolazioni di spirito.
Chi invece nelle tribolazioni perde la pazienza e si ribella e magari si adira contro Dio, non solo peggiora la situazione ma accumula pene per l'altra vita.



Pratica della virtù della Pazienza


1) La pazienza deve praticarsi per primo nelle infermità. Nelle infermità si scopre lo spirito delle persone. Ci sono persone che quando tutto va bene sono molto devote ma, quando sono visitate da qualche malattia perdono la pazienza. Mentre, chi fa la volontà di Dio, fa la cosa più bella e a Lui più gradita. San Francesco di Sales diceva che si serve di più Dio col patire che con l'operare!
La pazienza va praticata specialmente nelle malattie gravi, quelle in cui la vita è a rischio perchè, se si accetta la volontà di Dio, qualunque essa sia, ci assicurerà la salvezza eterna.


2) Dobbiamo accettare con pazienza anche la perdita di parenti e amici. Ci sono persone che per la morte di una persona cara, perdono la fede, non pregano più e abbandonano tutte le devozioni e i sacramenti. Qualcuno arriva perfino ad odiare Dio mentre, la persona cara, avrebbe meno dispiacere se vedesse che preghiamo per lei e che confidiamo nell'aiuto di Dio.


3) Dobbiamo accettare la povertà che Dio permette e abbracciare con pazienza la perdita delle cose. Se con rassegnazione accetteremo la Sua volontà, Dio ci verrà in aiuto e ci soccorrerà. le prove qualche volta sono permesse per sperimentare la nostra pazienza e farci più meritevoli dei beni eterni.


4) Dobbiamo accettare con pazienza i disprezzi e le persecuzioni.E' vero che quando siamo oggetto di biasimo ci viene da chiederci "ma che male ho fatto per meritare questo? perchè questo affronto?". Se però guardiamo a Gesù che è il più buono di tutti, ci consoliamo perchè che colpe aveva Lui per dover subire quello che ha subito?
Qualche volta si viene disprezzati per aver fatto del bene e allora dovremmo rallegrarci pensando alle parole di Gesù: "Beati i perseguitati per causa della giustizia". (Mt. 5,10)


5)Bisogna avere pazienza anche nelle desolazioni di spirito che sono le pene più dure per chi ama Dio.Ma questa è una prova che Dio permette per i suoi diletti.
Bisogna rassegnarci alla volontà di Dio e abbandonarsi nelle Sue mani stando molto attenti a non tralasciare nulla delle pratiche di devozione, preghiere, sacramenti, visite al Santissimo e, solo perchè si fa con tedio e pena, non dobbiamo credere di aver perduto tutto perchè non è così e, se perseveriamo daremo molta gioia a Dio.


6) Infine, dobbiamo praticare la pazienza nelle tentazioni.
Ci sono persone che quando la tentazione è prolungata,si avviliscono e credono che Dio non sia contento di loro. Non è così, Dio permette le tentazioni per nostro profitto perchè, attraverso la tentazione ci umiliamo di più e ci stringiamo di più a Lui facendo violenza su noi stessi per resistere e per raddoppiare le preghiere. Così facendo acquistiamo meriti per il Paradiso.

Ogni tentazione che si vince ci dà maggior forza per affrontare quelle future. Dio però, non permette mai che siamo tentati oltre le nostre forze.

E' bene pregare Dio che ci liberi dalle tentazioni ma, se arrivano, dobbiamo rassegnarci al Suo volere e pregarLo di aiutarci a resistere.
Nelle tentazioni, specialmente quelle di senso, il primo rimedio è di allontanarsi dalle occasioni quanto si può e, diffidando delle propie forze, ricorrere a Gesù per trovare aiuto. Anche se la tentazione dovesse persistere è bene non interrompere la preghiera perchè anche il solo dire, "Gesù mio aiutami, Maria Vergine aiutami", basterà ad abbattere tutti gli assalti, anche violenti, del male.

Aiuta anche fare il segno della croce e confidare la tentazione al confessore perchè, "la tentazione scoperta è mezza vinta" (San Filippo Neri).


(San Alfonso Maria de Liguori - P.Manuale di preghiera)
[Modificato da Conny1810 12/03/2011 15:24]
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Se il tuo cuore è ansioso di fare qualcosa per i fratelli e desideri entrare in questo mondo di luce,  puoi supplicare con ardore il Signore. La preghiera è una delle più alte forme di carità. Se poi cerchi altri meravigliosi fratelli che possono unirsi a te nella preghiera in un cuore solo, allora visita il sito del Monastero Invisibile di carità e fratellanza. Lì troverai una famiglia disposta ad accoglierti a braccia aperte...


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