Vi scrivo, amici ed amiche, ne sento il bisogno.
Ho quasi trent'anni, mi sento una persona buona, molto buona, ho sempre percepito che il bene è bello ed il male è brutto.
Il mio cuore ha sempre battuto per il bene.
Ho fatto sempre cercato, nei miei limiti, di agire bene e spesso ho ricevuto calci in faccia. Quando si è adolescenti o poco più che ventenni non si capisce bene il perchè non si riceva ciò che si da, il perchè certa gente a volte si comporti in un modo e poi il giorno dopo cambi faccia, magari perchè non ha più bisogno.
Ho sempre sentito dentro di me che l'amicizia era ciò a cui bramavo, che l'amore era ciò che desideravo.
Gli anni intanto passavano e le amicizie deludevano, scarseggiavano, sparivano, mentre l'amore quando c'era poi anch'esso finiva perchè non si era incontrata la persona giusta.
Finchè ad un certo punto si era fuori da tutti i "giri", si cominciava a stare a casa i sabati sera, non si usciva più, non si andava in vacanza. Tra me e me dicevo; "Passerà". Nel frattempo l'università andava bene, ma quando si tornava a casa ci si sentiva soli, tanto soli.
I mesi passavano, gli anni passavano.
Nel frattempo l'università si concludeva positivamente e si trasformava in lavoro. Anche il lavoro andava bene, anche lì ero apprezzato, la gente mi stimava; il lavoro riempiva le mie giornate, avevo vari hobbies, ma come per un sortilegio, pur frequentando vari ambienti per gli hobbies, non riuscivo a creare amicizia o a trovare l'amore.
Io ero un bravo ragazzo, scherzoso, che non vedeva l'ora di aiutare gli altri, di fare gruppo, di trovare una brava ragazza. Tutto questo mi era negato. Da chi? Non si sapeva, a casa sentivo a volte tra me e me una spada nell'anima, la solitudine stava diventando insopportabile. Giornate di festa passate senza che potessi frequentare nessuno. Ma come, proprio la persona più generosa della classe, della compagnia, adesso era lì sola, con un dolore psicologico grandissimo? Sì, proprio così e la consapevolezza che più passava il tempo e più nulla cambiava e rimaneva immutato mi stava massacrando interiormente.
Io volevo amare, volevo rapporti di amicizia veri, ma non li potevo avere; la cosa che mi faceva più male era che io non ero stato allontanato da nessun gruppo, non ero stato considerato un " cattivo", ma non avevo la possibilità di conoscere.
Cominciarono alcuni periodi forte ansia e non capivo il perchè. Quando stavo bene incominciai a bestemmiare, la colpa era di quel bastardo che non mi dava cosa meritavo. Aiuta i cattivi, pensavo, aiuta i superficiali e mi allontanavo da Dio sempre più.
Nel frattempo nulla cambiava sotto il fronte amore/amicizie. Che ferite quando vedevo in giro coppie di fidanzati oppure gruppi di amici scherzare tra loro.
Io, così simpatico agli altri, sempre sorridente, così benvoluto dai colleghi più anziani, così amato dalla famiglia, ero lì solo, tutti i fine settimana, in tutti i periodi festivi. Non posso spiegare il dolore, non era una malattia, ma è stato straziante.
A dicembre ho toccato il fondo, non sapevo se mi avrebbero rinnovato il contratto di lavoro, continuavo ad essere triste perchè la mia situazione di amore/amicizia era stagnante da anni. Mi ha colpito di nuovo l'ansia, stavolta estremizzata, crisi di ansia tremende. Alzarsi dal letto era diventata un'impresa, lavorare un'impresa titanica.
Avevo perso tutto, la voglia di fare, non ero più io, vedevo i miei stare male per me, non vedevo futuro.
Poi, non mi ricordo perchè, con le spalle al muro, ho pensato a Maria.
Ho cominciato a pregare, ho preso in mano seriamente il Rosario, forse per la prima volta in vita mia. All'inizio stavo male come prima, ma non ho smesso di pregare, dicevo che avrei pregato anche se avessi perso ogni speranza, Maria sarebbe rimasta con me.
Pian piano ho ripreso a trovare la concentrazione, l'ansia è diminuita, ho ritrovato un briciolo di serenità.
Naturalmente non avrei mai sostenuto l'esame che avrei avuto a giugno, perchè lo studio era troppo ed il tempo poco; la serenità in poco tempo tornò e ripresi la mia vita felice con un'arma in più: la preghiera.
Un giorno, ad un corso, mi venne la voglia di provare a studiare per l'esame, il tempo era poco, ma forse in tre mesi ce l'avrei fatta, o almeno avrei potuto provarci.
Pian piano mi misi lì, mezz'ora al giorno, poi un'ora, poi due, fino ad arrivare a maggio a fare anche otto ore se non lavoravo.
Mi sentivo forte, Maria era con me ed anche Gesù.
Conobbi per lavoro due persone e pian piano ci vedemmo e cominciammo ad uscire qualche volta. Anche per lavoro conobbi alcuni coetanei e coetanee con cui mi vedo ora anche solo per un pranzo.
A fine maggio ero diventato, a parere di altri, il migliore del corso finalizzato all'esame. Io, che al primo incontro, tornai a casa piangendo perchè amavo la materia del corso, ma non potevo studiarla per l'ansia.
A giugno ho dato l'esame, spero sia andato bene.
Spero che questa mia esperienza vi possa aiutare a capire che grazie a Gesù ed a Maria si può risorgere.
Adesso li prego ogni giorno e se non lo faccio alla sera perchè sono tanto stanco e dormo, tante volte dico un'Ave Maria guidando o lavorando.
Chiedo a Gesù scusa per il mio passato lontano da lui.
So che lui è tanto buono e che mi aiuterà nella vita.
So che lui mi metterà prima o poi sulla strada una brava ragazza che mi faccia battere il cuore e che sia la mia compagna di una vita.
Grazie Maria, grazie Gesù, di cuore.
[Modificato da Paolo S. 05/07/2012 23:06]