25/03/2015 23:44
Perché meditare la Passione di Gesù?
Ecco i frutti che se ne ricavano:


1. L'amante delle anime, il nostro amante Redentore, dichiarò che non ebbe altro fine nel venire in terra a farsi uomo, che di accendere fuoco di santo amore nei cuori degli uomini: sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso (Lc 12, 49).
Quanti cuori felici, nelle piaghe di Gesù, si sono talmente infiammati ad amarlo che non hanno rifiutato di consacrargli i beni, la vita e tutto se stessi, superando con grande coraggio tutte le difficoltà che si frapponevano nell'osservanza della legge divina per amore di quel Signore che, essendo Dio, volle tanto soffrire per loro amore!
Questo fu appunto il consiglio dell'Apostolo per correre speditamente nella via del Cielo: Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità da parte dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo (Eb 12, 3).

2. Sant'Agostino, davanti a Gesù impiagato sulla croce, così dolcemente pregava: Scrivi, o mio amatissimo Salvatore, scrivi sopra il mio cuore le tue piaghe, perché in quelle io legga sempre il tuo dolore e il tuo amore: perché avendo davanti ai miei occhi il gran dolore che tu, mio Dio, soffristi per me, io soffrirò con pace tutte le pene che mai mi occorrerà patire.

3. E da che mai i santi hanno preso animo e fortezza per soffrire i tormenti, martìri e le morti, se non dalle pene di Gesù crocifisso?

4. Chi potrà poi amare altro oggetto che Gesù, vedendolo morire fra tanti dolori e disprezzi, per attirarsi il nostro amore?
Un pio eremita pregava Dio di insegnargli che cosa dovesse fare per amarlo perfettamente. Il Signore gli rivelò che per giungere al suo perfetto amore, l'esercizio più adatto era meditare spesso la sua Passione.

5. Diceva il P. Baldassarre Alvarez che l'ignoranza dei tesori che abbiamo in Gesù, era la rovina dei Cristiani; perciò la meditazione della Passione di Gesù Cristo era quella da lui più amata e usata.
Meditava specialmente tre patimenti di Gesù: la povertà, il disprezzo, il dolore.

6. San Bonaventura insegna che chi vuole crescere di virtù in virtù, di grazia in grazia, mediti sempre Gesù appassionato.

7. Sant'Agostino diceva che vale di più una lacrima spanta per memoria della Passione di Gesù, che un pellegrinaggio a Gerusalemme ed un anno di digiuno a pane e acqua. Perché il nostro Salvatore ha patito tanto affinché vi pensassimo.
Da pochi Gesù è amato, perché pochi considerano le pene che ha patito per noi; ma chi le considera spesso, non può vivere senza amare.

8. Per questo l'Apostolo diceva che egli non voleva saper altro che Gesù e Gesù crocifisso, cioè l'amore ch'esso ci ha dimostrato sulla croce (cf 1 Cor 2, 2).
E in verità, da quali libri possiamo meglio apprendere la scienza dei santi, che è la scienza di amare Dio, che da Gesù crocifisso?

9. San Tommaso d'Aquino, visitando San Bonaventura, gli domandò di quale libro si fosse maggiormente servito per trovare tante belle dottrine che aveva scritto. San Bonaventura gli mostrò l'immagine di Gesù crocifisso, tutta annerita dai tanti baci che le aveva dato, dicendo: "Ecco il mio libro, dal quale ricavo tutto ciò che scrivo; mi ha insegnato tutto quel poco che so".
Tutti i santi hanno appreso l'arte di amare Dio dallo studio del crocifisso.

10. San Francesco con questo dolce studio del Crocifisso divenne quel grande serafino.

11. Ecco dunque il libro: Gesù crocifisso.
Se lo leggeremo spesso, resteremo anche noi da una parte bene ammaestrati a temere il peccato, e dall'altra infiammati ad amare un Dio così amante, perché leggeremo in quelle piaghe la malizia del peccato che ha ridotto un Dio a soffrire una morte così amara per soddisfare la divina giustizia; e l'amore che ci ha mostrato il Salvatore nel volere patire tanto per farci intendere quanto ci amava.

12. Preghiamo la divina madre Maria, perché ci ottenga dal Figlio la grazia di entrare anche noi in quelle fornaci d'amore dove ardono tanti cuori innamorati. Amen.

(Sant'Alfonso Maria de Liguori - Meditazioni sulla Passione)