12/02/2016 13:24
Ciao Paolo! Che piacere risentirti! Anche io mi sono chiesta di te ultimamente, dato che non avevamo più avuto tue notizie.
Non vedo come quello che hai scritto potrebbe dare fastidio, hai espresso un tuo pensiero e il forum è qui per questo. Dato che sei tornato immagino tu voglia anche una risposta...
Primo, hai fatto un'osservazione correttissima: la fede è una decisione. Ad un certo punto hai deciso di non credere. Lo stesso fanno i (veri) credenti quando invece decidono di credere, quindi decidono di dare a Dio fiducia, decidono di credere che Dio possa aiutarli e quindi decidono di affidarsi al suo aiuto.
Ovviamente non conoscendoti di persona non conosco tutti i dettagli della tua storia, anche se ricordo alcune delle cose che hai scritto in passato.
Quando si chiede aiuto a Dio, l'aiuto arriva sempre. Il punto è: come chiedere? Se Dio è buono e vede che soffro, perché non interviene in automatico?
Dio interviene attendendo la nostra richiesta, come è scritto innumerevoli volte nel Vangelo, perché attende questo atto di fiducia da parte nostra. Gesù non compie miracoli per convincere le persone. Infatti quasi sempre prima di fare il prodigio verifica che la persona abbia già la fede. La fede consiste nel pensare "Dio, che è onnipotente, è capace di aiutarmi, quindi mi affido a Lui".
Perché Gesù fa pochi miracoli a Nazaret, la sua città? Perché i concittadini non gli credono, lo vedono semplicemente come il figlio del falegname.
Bisogna quindi chiedersi: sto cercando un rapporto con Dio con umiltà e abbandono o sono mosso da curiosità, desiderio di sfida, addirittura arroganza?
Sto chiedendo qualcosa perché mi rendo conto di essere debole o perché spero di ottenere un favore a buon mercato, senza magari essere disposto a ricambiare l'amore?
Sono disposto ad accettare che Dio, nella sua onnipotenza, conosca il mio vero bene e quindi possa stabilire per me qualcosa di diverso da quello che io, nella mia pochezza umana, penso sia giusto? O pretendo che faccia esattamente quello che io esigo?
Dio aiuta sempre. Occorre però una sincera e umile fiducia in lui, che significa anche avere pazienza e capire che Dio non è un distributore automatico, ma conosce anche il tempo più adatto ad intervenire.
Ovviamente ora sto parlando in via generale, non di te personalmente, dato che non conosco quali sofferenze tu abbia affrontato e il modo in cui tu ti sia approcciato alla preghiera. Tra l'altro abbiamo affrontato recentemente questo tema in due diverse discussioni di cui ti lascio il link se ti va di dare un'occhiata: come superare un grande dolore e i miracoli.

Sono molto contenta di sentire stai bene e spero che vada sempre meglio. Osservando questo mi viene anche da chiederti: se ora stai bene, come puoi dire con certezza che Dio non ti abbia aiutato?