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“Amare i veri poveri e la vera povertà […]. Significa anzitutto collocare dignitosamente se stessi in una specie di distacco reale – e, quando ciò non è possibile, almeno spirituale e psicologico – dal mondo dei buontemponi e dei gaudenti: distacco soprattutto da quei luoghi e quei tempi in cui il mondo si esprime come un insieme di baracconi da fiera, come un immenso supermercato del superfluo, come un interminabile divertimento in cui tutto fa spettacolo, come un continuato spotpubblicitario […]. Non si può essere poveri senza una particolare custodia e una difesa della dignità del proprio mondo interiore: dei propri desideri, delle proprie immaginazioni, dei propri giudizi…”
(P. Antonio M. Sicari).
[Modificato da Conny1810 01/02/2011 17:33]