21/01/2010 16:19
Dire che bisogna accettare tutto perchè tanto poi c'è la vita eterna non è logico. Dio non dice a nessuno di soffrire in silenzio. E' necessario reagire. Opporsi al male, all'ingiustizia, difendere i deboli e mettersi in gioco. Sono solo alcune delle ideologie cristiane. La stessa volotnà di fare il bene, di lavorare e faticare per inseguire un progetto è un modo per agire. I cristiani non sono passivi. Non stanno a guardare senza dire nulla "perchè tanto ci pensa Dio".
Questa è un interpretazione errata. Le religione animiste, ad esempio, sono così, ma non il cristianesimo.
Quando ci viene chiesto di perdonare, di non fare del male, di non commettere peccato, non ci viene chiesto di restare fermi immobili difronte a tutto questo, ma di opporsi.
La sofferenza sia fisica che morale, la malattia, i dispiaceri, i lutti e qualunque altra cosa possa capitare nella vita non deve essere presa come un avvenimento verso il quale non si può fare nulla.
Io penso, ma questa è una mia opinione sulla quale sicuramente non tutti saranno d'accordo, che la sofferenza sia indispensabile per cambiare. Per quanto mi riguarda la sofferenza, le prove, i momenti di difficoltà sono quelli in cui ci si mette maggiormente in gioco e che fanno crescere di più. E' ovvio che nessuno vuole soffrire, ed è quindi giusto fare tutto ciò che si può per vivere bene. Nessuno sano di mente chiede di soffrire! Ma a volte purtroppo è l'unico modo che si ha per imparare. Ci sono sofferenze e ingiustizie al mondo che difficilmente riusciamo a capire. Il recente disastro di Haiti ne è un esempio.
Ma il cristiano non dice "pazienza, tanto poi c'è la vita eterna". Il cristiano lotta, agisce, si oppone. Se così non fosse non esisterebbero i missionari che aiutano le persone povere, tanto per fare un esempio. Così come nessuno lotterebbe per la pace e la giustizia.
La vita eterna è il risultato della vita che si è trascorsa sulla terra. La differenza tra un credente e un ateo sta nel fatto che il credente affronterà la prova con uno spirito diverso, con un altra consapevolezza e un altra speranza rispetto a chi non crede. Ma dovrà sempre affrontare ciò che avviene, come chiunque altro.