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Jean THierry Ebogo - il giovane Carmelitano scalzo che voleva essere come Gesù!

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    Conny1810
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    Amministratore
    23/02/2009 11:10
    Il giovane Carmelitano che voleva essere come Gesù!



    Fin da piccolino Jean Thierry Ebogo, rimase colpito dalla figura del missionario Padre Eddy, lo attraeva la sua tonaca bianca. Di lui un giorno confiderà al fratello: " “Il prete aveva
    qualcosa di speciale in sé, era bello nella sua tonaca e la croce riposava piacevolmente sul suo cuore. Era la croce del Signore, era
    così bella, non per il materiale con cui era fatta, ma io la trovavo bella, molto bella e non so perché…”.


    Nato a Bamenda in Cameroun il 4 febbraio 1982 da genitori molto religiosi, Jean fin dalla più giovane età vide maturare in sè il desiderio di diventare sacerdote, per diventare come Gesù.

    Decide così di entrare nel seminario minore di Guider per poi continuare gli studi al liceo di Monatelè. La scelta degli studi scientifici non lo allontanò dal suo ideale di consacrarsi, ma fu dettata dal desiderio di poter un giorno essere di aiuto al suo popolo in campo sociale.Rimase perciò fedele alla chiamata di Dio cercando di rendersi sempre disponibile e utile in parrocchia.

    Aiuta i genitori per quanto possibile, ingegnandosi in attività che potevano portare risorse alla famiglia, ad esempio,prepara ogni giorno una ventina di litri di limonata per farne dei ghiaccioli da vendere al mercato da cui ritorna, sotto il sole cocente e con la gola riarsa, senza averne succhiato nemmeno uno! Sempre disponibile ad aiutare gli altri, allegro, intelligente , per queste sue doti molto ammirato e attorniato da ragazze.

    La mamma preoccupata che potesse essere distolto dalla sua vocazione si sentì dire un giorno:” . “So quello che pensi, ma ti posso assicurare che custodisco intatta la mia purità. Ho pregato Gesù di darmi il dono della castità e non ho alcun dubbio che sarò esaudito… Voglio essere sacerdote e voglio arrivare puro al sacerdozio”. Vuole imitare Gesù per salvare i fratelli e sopporta le ingiustizie cui il preside della scuola lo sottoponeva capendo che era la via che anche Gesù aveva scelto al momento della sua passone.
    Jean Thierry fa una breve esperienza presso gli Oblati di Maria Immacolata a Mokolo ma la vocazione oblata non gli viene riconosciuta. Entra così nel Carmelo teresiano a Nkoabang, era il 28 luglio 2003. Qui si sente felice e capisce che è il luogo che Gesù gli ha preparato. Sbriga con obbedienza ed entusiasmo, tutti i compiti che il suo nuovo stato gli impone .

    Si impegna molto anche nel movimento di Azione Cattolica e guida i giovani della parrocchia dei santi Gioacchino ed Anna retta dai Carmelitani scalzi di Nkoabang. Fa nascere il gruppo dei giovani liceali e il gruppo liturgico. Il 29 giugno 2004 viene ammesso con sua immensa gioia, al noviziato e assieme a due compagni viene destinato a partire per il Burchina Faso.

    La sua partenza viene però compromessa qualche settimana dopo, quando un dolore forte al ginocchio destro gli fa scoprire di avere un tumore. Ha qui inizio il suo calvario, la sofferenza causata delle cure molto dolorose a cui viene sottoposto in vari ospedali.
    Il 18 novembre, all’ospedale generale di Yaundè, i medici decidono l’amputazione della gamba destra.

    Jean Thierry accetta con gioia ed offre a gesù affinché nascano nuove vocazioni religiose e sacerdotali per il carmelo e la Chiesa intera. Al suo padre spirituale padre Giorgio confida:” in fin dei conti il Signore mi chiede solo il dono di una gamba che ormai non serve più”. Qualche tempo prima, Jean Thierry aveva scritto un poemetto nel quale conversava con la sapienza identificandola con Gesù e da quanto scrive si deduce il grande abbandono che aveva alla volontà del Padre. Nella conclusione scrive:” Solo mio Padre fa tutto, e tutto è bene. Tu non hai bisogno di penetrare nei
    suoi pensieri: sii come il bambino nelle braccia di sua madre. Egli non si preoccupa di nulla, va dove sua madre lo porta, si occupa di prendere il suo latte al momento stabilito e non chiede se ne resta ancora per domani”.


    Responsabile della formazione religiosa dei novizi era padre Gabriele Mattavelli rientrando da una sua visita ai conventi africani, porta con sé Jean Thierry perché inizi nel convento di Concesa a Milano il suo noviziato e perché possa essere seguito con miglior cura dai medici dopo l’applicazione di una protesi.

    A ll’ospedale di Legnano (MI) viene sottoposto ai controlli di routine i quali , purtroppo, rivela una recidiva della malattia con metastasi diffuse. Viene trasportato all’ospedale di Candiolo (TO) per cercare di salvare la sua giovane vita ma le cure non danno alcun risultato e torna all’ospedale di Legnano dove viene aiutato attraverso la terapia del dolore.

    Sta vivendo l’ultima tappa della sua vita.
    L’8 dicembre 2005, ottenuta la dispensa della S. Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, con il consenso del P. Generale dell’Ordine, Jean Thierry avrà la gioia, presente la mamma Marie Thérèse, di emettere la sua professione solenne nel Carmelo teresiano. L’atto della professione religiosa è firmato da lui: “fr. Jean Thierry Ebogodi Gesù Bambino e della Passione”



    Nella camera dell’ospedale, divenuta tempio del Carmelo, Jean Thierry riceve le visite di centinaia di persone, giovani, sacerdoti, religiosi e ammalati che sono attratti dalla serenità e dalla gioia con cui sa affrontare le sofferenze, le nasconde con gioia per dedicarsi agli altri.

    Il bambino che voleva la tonaca bianca per diventare Gesù, ora, rivestito dalla bianca cappa del Carmelo, si consegna in olocausto all’Amore e alla volontà del Padre “per la provincia religiosa, per le vocazioni, religiose e sacerdotali particolarmente per il Carmelo,
    per la santificazione dei sacerdoti”.

    “Vorrei guarire solo per essere sacerdote. Mi porterete in chiesa sulla carrozzina e io vi resterò tutto il giorno per far compagnia a Gesù e per amministrare il sacramento del perdono. A sera, verrete a
    prendermi…”. Questo era il suo grande desiderio che espresse più volte a padre Giorgio.


    Il 5 gennaio 2006, Jean Thierry di Gesù Bambino e della passione, carmelitano scalzo, sale al cielo dopo aver ricevuto il Corpo e sangue di Cristo nella Eucaristia che era stata celebrata nella sua stanza.


    Un ultimo sacrificio
    Qualche giorno prima della sua morte, fu richiesto alla mamma Marie Thèrèse il rientro in Cameroun ,perchè il permesso di soggiorno non prorogabile, era scaduto il 26 dicembre 2005.
    Aveva assistito alla professione religiosa e al sacramento dell’unzione degli infermi del figlio, unita a lui nell’offerta e nell’adesione di fede alla volontà di Dio.

    “Sia fatta la volontà di Dio”: questa la risposta di fra Jean Thierry a chi lo visita negli ultimi giorni, a p. Giorgio e ai fratelli del Carmelo Africano che lo raggiungo per telefono.

    Le sue ultime parole le rivolge ad un’amica carissima, che lui chiama “mamma Anna”, qualche ora prima di entrare in coma,
    indicando l’immagine di Gesù Misericordioso sulla parete di fronte: “Come è bello Gesù”. R ivestito dell’abito del Carmelo, la cappa bianca, che avvolge il suo corpo come una carezza di pace dopo tanto soffrire, riporta alla memoria la visione dell’Apocalisse:
    “Costoro sono quelli che, avvolti in candide vesti, sono giunti dalla grande tribolazione e hanno lavato queste vesti rendendole
    candide nel sangue dell’Agnello”
    (cfr. 7,14).


    Le nozze con la Sapienza si erano consumate. Identificato con Gesù, e Gesù crocifisso, ora Jean Thierry poteva iniziare la sua
    missione sulla terra. “Io non farò come Teresa di Gesù Bambino che ha promesso una pioggia di rose dal cielo, no, io dal mio cielo farò piovere un diluvio di vocazioni”.

    I suoi funerali a Legnano(MI) l’11 gennaio 2006 hanno visto tutti i suoi fratelli carmelitani e un’immensa folla di amici stringersi attorno a lui, ma soprattutto nella sua terra camerunese sono stati segnati dalla gioia e dal trionfo. All’arrivo all’aeroporto di Yaundé una grande folla di famigliari ed amici lo ha accolto e portato in trionfo, mentre poi per due giorni, centinaia e centinaia di persone lo hanno accompagnato dalla parrocchia di NKoabang al convento scolasticato di Nkolbisson (Yaundé)
    .
    Ora il suo corpo riposa nel giardino del convento scolasticato “Edith Stein” di Nkolbisson. La sua tomba, sempre fiorita e illuminata di ceri, vede radunarsi la comunità carmelitana ogni sabato sera per la recita del S. Rosario e il canto della Salve Regina. Numerosi sono i gruppi di amici e non che vengono a questa tomba, soprattutto giovani, attratti dalla sua testimonianza di vita e di fede.

    Fr. Jean Thierry di Gesù Bambino e della Passione è un dono di Dio per il Carmelo , per la Chiesa d’Africa e per le chiese di tutto il mondo!
    [Modificato da Conny1810 23/02/2009 18:32]
  • worry
    23/02/2009 14:14
    E' davvero molto commovente questa testimonianza! La cosa più importante delle persone come Jean Thierry Ebogo, oltre al bene che hanno fatto, è l'esempio che lasciano.
    Con qualcuno che ci fa da giuda siamo sempre più motivati e sicuri, abbattiamo più facilmente la timidezza e la paura di pregiudizi che spesso ci bloccano e ci impediscono di agire come vorremmo.

    Penso che molte persone vorrebbero dedicarsi così alla fede ma hanno paura di rimanere escluse dagli altri. Invece esempi come questi danno molta forza e abbattono molte barriere che ci impediscono di essere noi stessi.

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    Conny1810
    Post: 1.683
    Amministratore
    18/01/2010 13:30
    Quando mi fecero conoscere la figura di questo giovane carmelitano, rimasi colpita dalla sua persona perchè in lui traspariva l'amore che provava per Gesù. Sentimento che fu suo fin dalla più tenera età e anche per questo motivo avevo deciso di inserirlo nel forum quasi per fare onore alla sua giovane vita offerta con gioia e come testimonianza di come diventa intrepido chi vive per Gesù e con Gesù nel cuore.

    Ora, a distanza di qualche tempo, ho ricevuto una mail dalle persone che per ultime lo hanno assistito, Luigi ed Anna, che leggendo di Jean Thierry sul forum, hanno pensato di farci partecipi dei sentimenti che li legavano al giovane carmelitano inviandoci una loro testimonianza .

    Grazie Luigi ed Anna per questo regalo prezioso!



    Legnano 08-02-06

    Ci viene chiesto di dare una testimonianza sul nostro rapporto con Jean-Thierry, ci vorrebbe un libro per poter descrivere tutti i sentimenti che in due mesi abbiamo avvertito io e mia moglie Anna.
    Descrivere tutti i particolari è per noi come enunciare tutti gli attori, macchinisti ed operatori di un film, si ha sempre paura di dimenticare qualcuno, quel qualcuno che poi sarà fondamentale o è stato fondamentale per la buona riuscita del film.
    Per questo motivo io e mia moglie Anna, stiamo scrivendo qualcosa di più dettagliato e più lunga che arriverà dopo.
    Perché i sentimenti sono tanti, i doni avuti da Jean-Thierry, non riusciamo a contarli.



    Ogni piccolo segno, ogni piccolo sorriso o sguardo, sono stati per noi importanti per continuare ad andare avanti.

    Solo il fatto che così giovane, sia stato capace di unire tanta gente intorno a lui, tutti nell’attesa di un suo sorriso con quei suoi denti che accuratamente puliva sempre fino alla fine.
    Quei suoi occhioni belli e sinceri, umili ma quasi mai tristi, ed alcune volte garbatamente ironici.
    Quante persone e ragazzi hanno visto quei suoi occhioni, come si fa ad elencarli tutti.

    Noi tutti siamo stati degli spettatori attivi o passivi, i veri protagonisti erano i giovani che arrivavano con il sorriso sempre pronto, quel sorriso che lui cercava .
    Alla sera quando andavamo da lui, la prima cosa che chiedavamo era:
    “ Come Stai, Chi è venuto a trovarti? “
    Lui sbuffava simpaticamente e capivamo che era stanco, che la giornata era stata piena, faticosa ma piacevole.

    Una sera gli ho domandato : “ Jean vuoi che facciamo venire meno gente, così ti puoi riposare?”
    Ma lui rispondeva che era meglio vedere gente che stare da solo.
    Questo quando stava ancora bene.



    Mi ricordo che una sera l’abbiamo trovato un po’ giù di morale, non era andato a trovarlo nessuno.
    Sono uscito dalla stanza ed ho telefonato in Parrocchia, ed a Padre Renzo che rispondeva l’ho imploravo di far venire i ragazzi anche a turni, ma farli venire, perché per lui era importante e vitale vedere ragazzi, il tutto nelle lacrime.
    Lacrime che io, a differenza di mia moglie Anna ho sempre fatto fatica a trattenere.

    Il quadro già splendido si arricchisce di una luce radiosa con l’arrivo di sua madre Marie- Therese.
    Credetemi, radiosa non solo per lui.
    Io ed Anna o meglio più Anna di me, si è prodigata tanto per starle vicino, ed aiutarla in in tutto.
    Ma come succede per le persone importanti, ti assale l’angoscia.
    Sono stata all’altezza?
    Le ho dato tutto?
    Ho mancato in qualcosa?
    Forse si, potevamo dare di più ad una madre che in fondo è stata l’unica a sperare fino all’ultimo in qualcosa che poteva aiutare Jean- Thierry nella guarigione, speranza che anche lui ha sempre avuto, quando alla sera pregava con “ La preghiera per una guarigione fisica”.

    Sua madre.
    Chi ha avuto la fortuna di conoscerla, può constatare che era proprio sua madre.
    Grande signora per umiltà e dignità.



    Raramente chiedeva qualcosa, si accontentava di poco.
    L’importante era star vicino a suo figlio giorno e notte.

    All’inizio andava bene,ma con il passare del tempo per noi diventava motivo di preoccupazione per via delle sue gambe, cominciavano a sentire la stanchezza, si notava da come zoppicava vistosamente.

    Però era sempre presente:
    Soffriva dentro, e raramente piangeva in nostra presenza.
    Quanto ha pregato, quante volte ci chiedeva di pregare con loro.
    Grazie Marie-Therese per la tua Fede che ci hai trasmesso.


    E noi cosa facevamo?
    Si! Anche noi nel nostro intimo speravamo in qualcosa che poteva succedere, ed intanto aumentavano le nostre Preghiere e le nostre suppliche per lui, ma anche per noi, nel chiedere aiuto al Signore per riuscire ad andare fino in fondo.
    Io ed Anna abbiamo commesso un errore, questo si.
    Ci siamo legati troppo a Jean-Thierry.



    Era diventato una parte della nostra famiglia, era riuscito a scolpirsi nel nostro cuore un’angolino ed è rimasto lì, ed è ancora Lì.
    Questo legame è aumentato quando i nostri figli ci hanno incoraggiato ad andare avanti, a non lasciarlo solo.
    Dicevo errore, perché adesso ne stiamo soffrendo tanto.

    Certo siamo sicuri di aver acquistato un Angelo in Paradiso, che ci aiuterà sempre.
    Però ci manca materialmente.
    Ho notato in particolare, il vuoto che ha lasciato in mia moglie.
    In me invece c’è un vuoto per i suoi sorrisi, i suoi sguardi , ma anche i suoi rimproveri.

    Per la mia continua richiesta di bacini, per l’odore di fumo, che nonostante le mie accortezze, sentiva con fastidio.
    Mi mancano i suoi gesti di OK fatto con i pollici, le sue esclamazioni “ Hu – Hu “ quando andava tutto bene, o se le mie battute erano più o meno gradite.



    Una delle ultime notti, dopo aver recitato il Santo Rosario, ha detto a mia moglie di sdraiarsi sulla sdraio, al posto di sua madre.
    Io invece dovevo stare in piedi davanti a lui perché se aveva bisogno dovevo servirlo tutta la notte.
    Ma sì! tanto poi si addormentava e potevo dormire, pensavo io, Be
    NON HA DORMITO TUTTA NOTTE.
    Grazie Jean- Thierry anche per le tue vendette, erano garbate e simpatiche, ed anche quelle mi mancano.

    Grazie Jean-Thierry per tutto quello che hai saputo dare, nella speranza che noi siamo stati in grado di capirti e soddisfarti.
    Una cosa sola ci oscura il cuore.
    Quando Il 26 dicembre alle 5 del mattino insieme a Frà Emile, siamo venuti a prendere tua madre per portarla all’aereoporto perché doveva partire.

    E come essere entrati con la mano nel suo costato e strapparle il cuore.
    Il cuore di una madre che lascia il figlio morente e che non rivedrà mai più.

    PERDONACI MARIE-THERESE!!

    Luigi




    Preghiera

    Dio d’amore e di misericordia,
    tu hai salvato il mondo
    attraverso il mistero
    dell’Incarnazione, Passione e
    Risurrezione del tuo diletto Figlio,

    e hai associato in maniera mirabile e
    straordinaria a questi misteri il tuo
    servo Fr. Jean Thierry Ebogo di Gesù
    Bambino e della Passione.

    Donaci, per sua intercessione,
    la stessa fede e pazienza nella sofferenza
    perché possiamo essere associati
    ai tuoi amici
    che contemplano il tuo Volto nel tuo
    Regno.

    Amen.







    [Modificato da Conny1810 18/01/2010 14:10]
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    crisspi
    Post: 169
    18/01/2010 16:41
    mi piace molto
    questa testimonianza perchè è vera. Non ricorda solo i momenti "facili" ma soprattutto quelli difficili...non avevo mai sentito parlare di questo sacerdote carmelitano e ora ne sono arricchita.
    grazie!
  • OFFLINE
    Conny1810
    Post: 1.683
    Amministratore
    03/05/2012 21:40
    “Il 31 dicembre 1999 fu un giorno speciale per Jean. Quell’anno la famiglia non si era potuta riunire, come si usava, per le feste di fine d’anno. Questo avveniva per una serie di guai che si erano abbattuti sulla famiglia dopo il 23 dicembre. Solo alcune persone, praticamente i più piccoli, erano rimasti nella residenza familiare di Monatelé sotto la tutela di Jean. Erano le due di mattina, quando udii Jean parlare nella sua camera dove si trovava solo. Avevo l’impressione che stesse parlando con qualcuno, tuttavia ero certo che era solo nella sua camera. Allora io prestai orecchio alla conversazione, ma non potei comprendere nulla perché parlava a bassa voce. Attesi il mattino per chiedergli il motivo e con chi parlava nella sua stanza. Quando glielo chiesi, fu molto sorpreso di sapere che lo avevo udito, ma allo stesso tempo aveva l’aria così contenta, che io non avrei mai accettato, che non mi dicesse che cosa era accaduto. Allora mi chiamò nella camera e mi disse: ‘Piccolo mio, sono molto felice, perché questa è stata la sera migliore della mia vita. Quando tu mi hai sentito, stavo parlando con la Santa Vergine Maria che mi è apparsa ’. Udendo queste parole, ne fui molto sorpreso e ne volevo sapere di più, volevo conoscere di che cosa loro due avevano parlato, ma lui si rifiutò di dirmelo. Non so perché, ma ho voluto rispettare la sua scelta e la sua decisione”.


    Testimonianza del fratello Maurice

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    angi legnano
    Post: 10
    02/02/2013 06:10
    Il ritorno di Fra Jean Thierry
    Ciao scusate per tutto questo tempo che siamo stati lontani da Voi.
    sempre per Jean Abbiamo lavorato ad un progetto che io ed Anna volevamo da tempo creare.
    Un Gruppo di preghiera " Amici di Jean Thierry Ebogo" con la recita del Santo Rosario meditato al 5 ed il terzo venerdì di ogni mese.
    So già due anni ed in questo tempo si sono aggregati ben 40 Monasteri di monache carmelitane in Italia ed all'estero, 50 tra singoli ed altri gruppi che sparsi in Italia ed all'estero pregano con noi in contemporanea alle 21,00 il testo con i commenti che inviamo via e-mail e via posta.
    Abbiamo fatto un DVD in italiano,spagnolo e francese che dopo averlo divulgato in giro per il mondo, adesso lo abbiamo inserito su you tube, e vi allego link.
    Siamo tornati in gran forma per far partecipi voi( Conny ,Sofi),che per prime avete accolto questo piccolo frate africano sul vostro forum.
    Vi ringraziamo ancora, e presto vi daremo altro materiale per meditare insieme a tutto il vostro Gruppo, l'importanza della preghiera.
    Grazie
    www.youtube.com/watch?v=uxCcmBghj-8
    www.youtube.com/watch?v=jrIxrJTr7TQ
    www.youtube.com/watch?v=jOznbXCW-r0
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    Conny1810
    Post: 1.683
    Amministratore
    03/02/2013 18:18
    carissimo Luigi sono tanto felice di sentire che il gruppo di preghiera sta avendo tanto successo. Anch'io, come te, sono convinta dell' importanza della preghiera continua, Gesù è felice quando si portano le persone a pregare perchè, attraverso l'intima unione di preghiera con Lui, si riceve la luce per scorgere e così poter migliorare tutti i nostri difetti, le nostre imperfezioni e cattive abitudini e avanzare nell'acquisizione delle virtù , condizione necessaria per meritarci la salvezza. La preghiera aiuta anche a commettere meno peccati che non solo, sono una grande offesa a Dio, ma nuociono anche a noi stessi perchè limitando il respiro dell'anima, fanno riaffiorare nella mente tutte le cose che con fatica avevamo vinto. Ti ringrazio per il materiale che ci invierai e che posterai sul forum!
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