Fin da piccolino Jean Thierry Ebogo, rimase colpito dalla figura del missionario Padre Eddy, lo attraeva la sua tonaca bianca. Di lui un giorno confiderà al fratello: " “Il prete aveva
qualcosa di speciale in sé, era bello nella sua tonaca e la croce riposava piacevolmente sul suo cuore. Era la croce del Signore, era
così bella, non per il materiale con cui era fatta, ma io la trovavo bella, molto bella e non so perché…”.
Nato a Bamenda in Cameroun il 4 febbraio 1982 da genitori molto religiosi, Jean fin dalla più giovane età vide maturare in sè il desiderio di diventare sacerdote, per diventare come Gesù.
Decide così di entrare nel seminario minore di Guider per poi continuare gli studi al liceo di Monatelè. La scelta degli studi scientifici non lo allontanò dal suo ideale di consacrarsi, ma fu dettata dal desiderio di poter un giorno essere di aiuto al suo popolo in campo sociale.Rimase perciò fedele alla chiamata di Dio cercando di rendersi sempre disponibile e utile in parrocchia.
Aiuta i genitori per quanto possibile, ingegnandosi in attività che potevano portare risorse alla famiglia, ad esempio,prepara ogni giorno una ventina di litri di limonata per farne dei ghiaccioli da vendere al mercato da cui ritorna, sotto il sole cocente e con la gola riarsa, senza averne succhiato nemmeno uno! Sempre disponibile ad aiutare gli altri, allegro, intelligente , per queste sue doti molto ammirato e attorniato da ragazze.
La mamma preoccupata che potesse essere distolto dalla sua vocazione si sentì dire un giorno:” . “So quello che pensi, ma ti posso assicurare che custodisco intatta la mia purità. Ho pregato Gesù di darmi il dono della castità e non ho alcun dubbio che sarò esaudito… Voglio essere sacerdote e voglio arrivare puro al sacerdozio”. Vuole imitare Gesù per salvare i fratelli e sopporta le ingiustizie cui il preside della scuola lo sottoponeva capendo che era la via che anche Gesù aveva scelto al momento della sua passone.
Jean Thierry fa una breve esperienza presso gli Oblati di Maria Immacolata a Mokolo ma la vocazione oblata non gli viene riconosciuta. Entra così nel Carmelo teresiano a Nkoabang, era il 28 luglio 2003. Qui si sente felice e capisce che è il luogo che Gesù gli ha preparato. Sbriga con obbedienza ed entusiasmo, tutti i compiti che il suo nuovo stato gli impone .
Si impegna molto anche nel movimento di Azione Cattolica e guida i giovani della parrocchia dei santi Gioacchino ed Anna retta dai Carmelitani scalzi di Nkoabang. Fa nascere il gruppo dei giovani liceali e il gruppo liturgico. Il 29 giugno 2004 viene ammesso con sua immensa gioia, al noviziato e assieme a due compagni viene destinato a partire per il Burchina Faso.
La sua partenza viene però compromessa qualche settimana dopo, quando un dolore forte al ginocchio destro gli fa scoprire di avere un tumore. Ha qui inizio il suo calvario, la sofferenza causata delle cure molto dolorose a cui viene sottoposto in vari ospedali.
Il 18 novembre, all’ospedale generale di Yaundè, i medici decidono l’amputazione della gamba destra.
Jean Thierry accetta con gioia ed offre a gesù affinché nascano nuove vocazioni religiose e sacerdotali per il carmelo e la Chiesa intera. Al suo padre spirituale padre Giorgio confida:” in fin dei conti il Signore mi chiede solo il dono di una gamba che ormai non serve più”. Qualche tempo prima, Jean Thierry aveva scritto un poemetto nel quale conversava con la sapienza identificandola con Gesù e da quanto scrive si deduce il grande abbandono che aveva alla volontà del Padre. Nella conclusione scrive:” Solo mio Padre fa tutto, e tutto è bene. Tu non hai bisogno di penetrare nei
suoi pensieri: sii come il bambino nelle braccia di sua madre. Egli non si preoccupa di nulla, va dove sua madre lo porta, si occupa di prendere il suo latte al momento stabilito e non chiede se ne resta ancora per domani”.
Responsabile della formazione religiosa dei novizi era padre Gabriele Mattavelli rientrando da una sua visita ai conventi africani, porta con sé Jean Thierry perché inizi nel convento di Concesa a Milano il suo noviziato e perché possa essere seguito con miglior cura dai medici dopo l’applicazione di una protesi.
A ll’ospedale di Legnano (MI) viene sottoposto ai controlli di routine i quali , purtroppo, rivela una recidiva della malattia con metastasi diffuse. Viene trasportato all’ospedale di Candiolo (TO) per cercare di salvare la sua giovane vita ma le cure non danno alcun risultato e torna all’ospedale di Legnano dove viene aiutato attraverso la terapia del dolore.
Sta vivendo l’ultima tappa della sua vita.
L’8 dicembre 2005, ottenuta la dispensa della S. Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, con il consenso del P. Generale dell’Ordine, Jean Thierry avrà la gioia, presente la mamma Marie Thérèse, di emettere la sua professione solenne nel Carmelo teresiano. L’atto della professione religiosa è firmato da lui: “fr. Jean Thierry Ebogodi Gesù Bambino e della Passione”
Nella camera dell’ospedale, divenuta tempio del Carmelo, Jean Thierry riceve le visite di centinaia di persone, giovani, sacerdoti, religiosi e ammalati che sono attratti dalla serenità e dalla gioia con cui sa affrontare le sofferenze, le nasconde con gioia per dedicarsi agli altri.
Il bambino che voleva la tonaca bianca per diventare Gesù, ora, rivestito dalla bianca cappa del Carmelo, si consegna in olocausto all’Amore e alla volontà del Padre “per la provincia religiosa, per le vocazioni, religiose e sacerdotali particolarmente per il Carmelo,
per la santificazione dei sacerdoti”.
“Vorrei guarire solo per essere sacerdote. Mi porterete in chiesa sulla carrozzina e io vi resterò tutto il giorno per far compagnia a Gesù e per amministrare il sacramento del perdono. A sera, verrete a
prendermi…”. Questo era il suo grande desiderio che espresse più volte a padre Giorgio.
Il 5 gennaio 2006, Jean Thierry di Gesù Bambino e della passione, carmelitano scalzo, sale al cielo dopo aver ricevuto il Corpo e sangue di Cristo nella Eucaristia che era stata celebrata nella sua stanza.
Un ultimo sacrificio
Qualche giorno prima della sua morte, fu richiesto alla mamma Marie Thèrèse il rientro in Cameroun ,perchè il permesso di soggiorno non prorogabile, era scaduto il 26 dicembre 2005.
Aveva assistito alla professione religiosa e al sacramento dell’unzione degli infermi del figlio, unita a lui nell’offerta e nell’adesione di fede alla volontà di Dio.
“Sia fatta la volontà di Dio”: questa la risposta di fra Jean Thierry a chi lo visita negli ultimi giorni, a p. Giorgio e ai fratelli del Carmelo Africano che lo raggiungo per telefono.
Le sue ultime parole le rivolge ad un’amica carissima, che lui chiama “mamma Anna”, qualche ora prima di entrare in coma,
indicando l’immagine di Gesù Misericordioso sulla parete di fronte:
“Come è bello Gesù”. R ivestito dell’abito del Carmelo, la cappa bianca, che avvolge il suo corpo come una carezza di pace dopo tanto soffrire, riporta alla memoria la visione dell’Apocalisse:
“Costoro sono quelli che, avvolti in candide vesti, sono giunti dalla grande tribolazione e hanno lavato queste vesti rendendole
candide nel sangue dell’Agnello” (cfr. 7,14).
Le nozze con la Sapienza si erano consumate. Identificato con Gesù, e Gesù crocifisso, ora Jean Thierry poteva iniziare la sua
missione sulla terra.
“Io non farò come Teresa di Gesù Bambino che ha promesso una pioggia di rose dal cielo, no, io dal mio cielo farò piovere un diluvio di vocazioni”.
I suoi funerali a Legnano(MI) l’11 gennaio 2006 hanno visto tutti i suoi fratelli carmelitani e un’immensa folla di amici stringersi attorno a lui, ma soprattutto nella sua terra camerunese sono stati segnati dalla gioia e dal trionfo. All’arrivo all’aeroporto di Yaundé una grande folla di famigliari ed amici lo ha accolto e portato in trionfo, mentre poi per due giorni, centinaia e centinaia di persone lo hanno accompagnato dalla parrocchia di NKoabang al convento scolasticato di Nkolbisson (Yaundé)
.
Ora il suo corpo riposa nel giardino del convento scolasticato “Edith Stein” di Nkolbisson. La sua tomba, sempre fiorita e illuminata di ceri, vede radunarsi la comunità carmelitana ogni sabato sera per la recita del S. Rosario e il canto della Salve Regina. Numerosi sono i gruppi di amici e non che vengono a questa tomba, soprattutto giovani, attratti dalla sua testimonianza di vita e di fede.
Fr. Jean Thierry di Gesù Bambino e della Passione è un dono di Dio per il Carmelo , per la Chiesa d’Africa e per le chiese di tutto il mondo!