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Padre Giacomo Selvi

Padre Giacomo Selvi era un francescano che svolse la sua missione ad Agropoli.




Molteplici sono le testimonianze di coloro che hanno avuto la gioia di conoscerlo e di imparare dal suo esempio, il modo per essere un vero cristiano. Essere un cristiano autentico, porta ad essere felici anche qui, sulla Terra, e questo Padre Giacomo lo aveva capito perché, mettendo in pratica l’insegnamento del Vangelo, aveva sperimentato di persona che l’unica via per trovare la gioia, è mettersi alla sequela di Cristo.

La sua vocazione di Padre francescano, lo ha portato a fare della povertà il suo baluardo e, del servizio verso i poveri, gli anziani e i più deboli il fine del suo esistere. Lo scopo era quello di alleviare le sofferenze e di avvicinare le anime a Dio, salvandone il maggior numero possibile.

Lavorava senza sosta e senza mai lamentarsi, mascherando la stanchezza che dopo ore di lavoro si impadroniva di lui. Era un instancabile lavoratore nella vigna di Dio.

Con la sua presenza gioiosa, forte, determinata e dolce allo stesso tempo, ha ridato alla Terra della sua missione, una nuova spinta verso la consapevolezza che solo in Gesù si trova la soluzione a tutti i problemi e le sofferenze del vivere.

Essere cristiano, per padre Giacomo, voleva dire essere come Gesù nella vita di ogni giorno e per questo, accettava con gioia tutto quello che la Provvidenza permetteva accadesse nella sua vita.

Quando la sofferenza si faceva sentire, con gioia la accettava, offrendo a Dio ogni sospiro. Ogni dolore era per lui fonte di gaudio perché, aveva capito, che era il modo migliore per essere simile a Gesù.

L'offerta di tutto se stesso era gradita a Dio che, per ricompensarlo, ascoltava ed esaudiva le sue suppliche.

Padre Giacomo pregava per tutti, il suo pensiero era rivolto agli ammalati, ai sofferenti nel corpo e nello spirito e, con l’esempio ha saputo attirare a Dio molte persone lontane dalla fede.

Vivendo come Gesù, Padre Giacomo ha saputo conquistare la fiducia dei suoi parrocchiani e di tutti quelli che lo andavano a trovare per ottenere da lui l'aiuto di cui avevano bisogno, ha voluto provare su di sé i dolori e le gioie che Gesù stesso visse quando era nel mondo.

Incurante delle fatiche , orgoglioso di essere uno strumento nelle mani di Dio, Padre Giacomo ha speso la sua intera vita a far conoscere l’amore che Dio nutre per ognuno di noi, per far intraprendere a più persone possibile, quel cammino di santità che tutti noi dovremmo imboccare e che consiste nel crescere nell’amore, cancellando vizi e imperfezioni per far pervenire a quelle virtù che sono necessarie per giungere alla salvezza.

Lui stesso aveva capito che per diventare santi, era obbligatorio spogliarsi di se stessi, cercando di combattere e vincere i difetti e i vizi causati dalla nostra umanità. Per questo nella preghiera, chiedeva sempre aiuto a Dio per superare i limiti del suo carattere ed essere più paziente.

Padre Giacomo, voleva che ogni famiglia diventasse un cenacolo di preghiera, affinchè, genitori e figli fossero resi forti nell’affrontare le difficoltà del vivere assieme e poter contrastare le insidie del male che ha lo scopo di togliere serenità e vuole distruggere l’unione familiare.

Moltissime furono le iniziative di Padre Giacomo per far riaffiorare la gioia del pregare. Ogni occasione era buona per celebrare una messa, sia nelle chiese che nelle case private.
In tutti quelli che lo hanno conosciuto ha lasciato un ricordo indelebile per bontà, umiltà e intraprendenza nello svolgere ogni servizio, se pur umile, nell’ aiutare gli altri.

Con la preghiera e l'offerta delle sue sofferenze, Padre Giacomo ha ottenuto moltissime grazie da Dio e non si contano le testimonianze di persone inspiegabilmente guarite da malattie incurabili o che hanno visto risolversi una situazione creduta irrisolvibile, non si contano nemmeno, coloro che hanno ottenuto aiuto spirituale e più fervore nella preghiera.

“C’è più gioia nel dare che nel ricevere”, questo diceva sovente Padre Giacomo a quelli che incontrava e, la sua gioia nel dare, era talmente visibile che, dagli occhi gli scendevano le lacrime.

Tutta la sua vita è stata un inno alla Provvidenza e, quando talvolta l’umanità prendeva il sopravvento con il dubbio, correva subito da Gesù a chiedere perdono e la sua anima ritrovava la pace. Come tutte le persone sante, anche Padre Giacomo ebbe da lottare contro le tentazioni e gli assalti del male che non lo lasciava tranquillo, specialmente quando liberava qualche indemoniato o quando faceva del bene.

Però, la sua grande umiltà, la preghiera, la devozione alla Mamma Celeste e l’amore operante, lo hanno reso sempre vincitore e più determinato che mai, a proseguire nella missione che gli era stata affidata dalla Madonna.

Convinto della sua nullità, sapeva dar gloria a Dio in ogni circostanza, dimostrando che chi ama veramente Gesù, può compiere qualsiasi cosa.
Padre Giacomo aveva ricevuto dei doni soprannaturali come la locuzione interiore, la bilocazione, la lacrimazione, l'estasi. Doni di cui non parlava mai per umiltà, ma che le persone a lui vicine, intuivano avesse.

Nei loro colloqui, Gesù gli chiedeva amore, penitenze e digiuni per la salvezza dei peccatori e per aiutare le anime del Purgatorio, specialmente di quelle dimenticate.

Gesù, permise anche che Padre Giacomo provasse su di sé le sofferenze della crocifissione, alle mani e ai piedi, provava dei dolori lancinanti simili a quelli prodotti dai chiodi. Il Novello San Francesco di Agropoli, come veniva definito Padre Giacomo, si era offerto come vittima per i peccatori, Gesù aveva accolto la sua richiesta e gli faceva dono di grazie straordinarie.

Innumerevoli sono i fatti soprannaturali che accompagnarono la vita di Padre Giacomo e, di tutti, egli rendeva grazie a Dio consapevole del privilegio che gli era stato elargito. Inoltre, chiedeva continuamente aiuto a Dio per poter percorrere il cammino di santità che era ostacolato dal male che lo voleva allontanare dal Signore.

Padre Giacomo è morto giovane, in concetto di santità, il 27 settembre 1987, ma i suoi parrocchiani e tutti quelli che lo hanno conosciuto, lo sentono ancora vivo e presente in mezzo a loro, pronto ad intercedere presso Dio per continuare dal Cielo, la sua missione di bontà.







Padre Giacomo ha trascritto in un quaderno i colloqui interni che giornalmente aveva con Gesù e Maria. E' un diario spirituale che riporta i suoi scritti dal settembre del 1984, al novembre 1986.
Ogni mercoledi, Padre Giacomo, consegnava i fogli dattiloscritti alla Signora Rosetta De Feo Niglio, dando così anche a noi, la possibilità di poter attingere a un tesoro prezioso da meditare e mettere in pratica.

Questi sono alcuni dei dialoghi, un piccolo saggio della spiritualità e del misticismo di Padre Giacomo Selvi.

- Grazie, o Signore:
come in passato: OGGI AL CENTRO DELLA MANO SINISTRA è AVVENUTO UN FATTO STRAORDINARIO, HO SENTITO IL DOLORE CHE GESù HA SENTITO NELLA CROCIFISSIONE. Ho chiesto a voce ad Armida:"CHE COSA E' QUESTO DOLORE?" mi ha risposto:"FRANCESCO MIO!"
- Le ho telefonato nuovamente, chiedendo "CHE COSA E'?"mi ha risposto:"E' l'amore di Dio".
- Nei giorni precedenti ho sentito laa stessa ferita nel centro del piede sinistro.
- in passato, mentre accompagnavo la preghiera col pianto ho sentito il dolore nella parte centrale della mano destra e sinistra, del piede destro e sinistro, del costato.
- SIGNORE CHE VUOI DA ME? ECCOMI, Tu che mi hai chiamato ad amarti, insegnami ad offrirti tutto! Santifica il mio corpo e il mio spirito, Signore aiutami a meditare sopra la Tua passione, morte e resurrezione.
Signore, io voglio scomparire per far sì che TU APPAIA, voglio darti gloria. Sono una povera creatura.

"Oggi durante il Santo Rosario ho percepito nel mistero della flagellazione il rumore che hanno prodotto i flagelli, come fossero passati accanto a me: voglio spiegarmi: ho sentito il sibilo, il fischio di corde quando vengono scaraventate sul corpo di uno. In quel momento ho avuto una lacrimazione. La voce che udivo in quel momento era molto chiara:"Soffri con me! Espia i peccati del mondo; sii unito a me nel dolore".- Quindi sono stato invitato alla compartecipazione.

- L'invito del Signore è sempre improntato sui consueti temi: PREGHIERA E RIPARAZIONE.
- Oggi l'invito è forte:"Consola il Mio Cuore circondato da spine".
- Oggi alle 19,30 ho dovuto combattere con due indemoniati: marito e moglie che fisicamente soffrono per questa possessione.
- Lui in passato ha fatto sedute spiritiche e ora PAGA con la possessione di un demonio...

- La voce ha solo detto:"Prega, amami".

- Questa mattina alla novena, durante la Santa Messa, attendevo la voce dal Cielo. Non veniva. Dopo aver dato la benedizione mi sono sentito attratto verso l'Altissimo: è giunta la voce che mi suggeriva le meravigliiose preghiere che ero chiamato a dire. Sarei stato in quell'atteggiamento per tutta l'eternità. Mi sentivo risucchiato dall'alto ed ero fuori del tempo e dello spazio. Il Signore dice:"non partire da questa preghiera, resta, rimani, contempla la bellezza della PREGHIERA CONTEMPLATIVA. QUANDO PREGATE, USCITE DAL TEMPO, NON GUARDATE L'OROLOGIO. QUANDO SI STA CON UN AMICO, NON SI GUARDA IL TEMPO"...

- Anche oggi il Cielo era aperto verso la terra. Nella Santa Messa è avvenuta la consueta lacrimazione, come segno d'amore.


Signore,

grazie per tutte le grazie visibili e invisibili,
grazie perchè ti sei manifestato ad una povera creatura,
grazie perchè mi hai fatto gustare cose grandiose,
grazie perchè mi hai inserito nel tuo amore,
grazie perchè mi hai strappato dalla realtà ordinaria,
grazie perchè mi hai riempito di TE STESSO,
grazie perchè hai rivelato cose grandi ai piccoli,
grazie perchè TU SEI,
grazie perchè sei entrato in me,
grazie perchè operi in me,
grazie perchè sei luce, amore, salvezza,
grazie perchè sei infinito,
grazie per quello che non ti ho mai ringraziato, grazie perchè sei santo,
grazie perchè sei infinitamente buono.


(Padre Giacomo Selvi)




Breve biografia di Padre Giacomo Selvi


Lino Selvi, il futuro Padre Giacomo, nasce a Sant’Ambrogio di Valpolicella l’11 maggio 1938. Suo padre, Ambrogio era un cavatore di marmo e la mamma, Amabile, casalinga. Dall’età di 5 anni frequenta con assiduità la parrocchia e presta servizio come chierichetto .

Il parroco, Don Ettore Toffaloni, fa nascere in Lino una grande devozione e amore verso la Madonna.
Padre Giacomo era un bambino sempre malaticcio, e a sette anni a causa di una occlusione intestinale viene ricoverato in ospedale dove rimane quattro mesi.

I medici perdono ogni speranza di vederlo guarito e pensano sia meglio rimandarlo a casa per permettergli di morire in pace fra i suoi cari. Inaspettatamente invece, a casa guarisce e pur restando di corporatura esile, diventa un ragazzino forte e dinamico.

E’ il 1944, la guerra finisce e Lino riprende la sua attività in parrocchia, nasce in lui il desiderio di entrare in convento.

Nell’ottobre del 1948, Lino parte per il convento dei francescani di Trento con Padre Dario Sardo, un triestino che periodicamente frequenta la parrocchia di Sant’ Ambrogio di Valpolicella e al quale il bambino aveva più volte chiesto di poterlo seguire in convento.

A Trento va regolarmente a scuola fino alla licenza media.
Frequenta il ginnasio a Villazzano e il liceo a Rovereto (TN) .
Il 16settembre 1962, fa solenne professione religiosa e indossa il saio di San Francesco prendendo il nome del fratello Giacomo.
Il 27 giugno 1965, dopo aver compiuto gli studi teologici a Trento, viene ordinato sacerdote .

All’Antonianum di Roma si laurea in teologia “magna cum laude” e alla Gregoriana, sempre di Roma, si laurea in eloquenza e diritto canonico.
All’Oxford Institute di Londra, prende il diploma in lingua inglese.

Tornato in convento è incaricato dell’insegnamento ai futuri frati e gli è affidato il segretariato della predicazione ma, per Padre Giacomo, le ore di lavoro sono poche rispetto al grande desiderio di fare e operare per il Signore e così, viene mandato nella parrocchia di Candriai sul Bondone, dove si occupa della salvezza delle anime e si impegna nel restauro della chiesetta pericolante.

Frequenti furono i viaggi che fece verso Sant’ Ambrogio di Valpolicella e Verona, dove conosce diversi sacerdoti tra i quali D. Idldefonso Sicilia fondatore nel 1971, della “Famiglia Associativa di Preghiera e Carità”.

Con il consenso del Padre Provinciale, Padre Giacomo si stabilisce in provincia di Verona dove viene ospitato dalla famiglia Battistoni di Parona, che fa parte della Associazione.

Innumerevoli sono le testimonianze che ritraggono Padre Giacomo, a piedi o in bicicletta, di giorno o nella notte, nelle zone limitrofe, per portare la sua fede, l’amore e l’aiuto a tutti i bisognosi. Innumerevoli, sono anche gli episodi di guarigioni e liberazioni, cui la famiglia Battistoni ha assistito.

Rimane nella “Famiglia Associativa” dal 1971 al 1975 incurante della fatica, dei sacrifici, delle privazioni, delle derisioni e maldicenze che inevitabilmente colpiscono il vero seguace di Cristo, segno di contraddizione per il mondo.

Dal 1976 la sua terra di missione è Agropoli dove resterà fino alla morte avvenuta prematuramente, il 27 settembre 1987.



(Germano Bonora, "Grazie, Padre Giacomo!" Ed. Porziuncola
Germano Bonora, "Grazie Padre Giacomo!Nuove testimonianze. Ed.Centro Editoriale Cattolico Carroccio)
[Modificato da Conny1810 13/01/2011 19:16]