00 07/05/2012 21:26
Credo che il punto più importante di questa bellissima discussione sia proprio il fatto che spesso è spiritualmente più "avanti" una persona non religiosa ma che è alla ricerca di qualcosa, rispetto ad un praticante "assopito", che segue i riti e le funzioni per abitudine o ritiene di essere già arrivato al traguardo.

Il cammino spirituale è un continuo accrescersi, una continua ricerca della perfezione.
Spesso ci si rifugia nei riti che si ripetono, nelle preghiere dette a memoria e in tutti quegli atti esteriori che servono a tenere la coscienza a posto, ma che di fatto non accrescono in nulla la nostra anima e la nostra fede.
E' naturale che, nell'arco di una vita, anche il fedele più fervente possa avere dei momenti difficili, in cui la fede è messa in discussione o in cui comunque c'è un piccolo allontanamento. Questo è normale, ma è importante superare momenti del genere tranne la preghiera e la meditazione.

Credo che, come ha anticipato Conny, la santità la si raggiunga nel silenzio. Non in azioni vistose. Meditando su se stessi, cercando intimamente un rapporto con Dio da vivere ogni giorno, anche nelle piccolezze.

San Francesco diceva che il cristiano deve vivere nella verità, e la verità è una ricerca costante. Ecco perchè è estremamente pericoloso pensare di essere già al traguardo, di avere una fede solita a tal punto da non dover essere accresciuta. E' proprio quando si pensano queste cose che si rischia di perdersi, di vivere la spiritualità con monotonia e superficialità.