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SANTA GIUSEPPINA BAKHITA - SORELLA UNIVERSALE

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    doncsi
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    Moderatore
    08/06/2009 11:18
    SANTA GIUSEPPINA BAKHITA - FIGLIA DELLA CARITA' CANOSSIANA



    Madre Giuseppina Bakhita nacque a Olgossa,
    un villaggio nella regione del Darfur in Sudan,situato a pochi chilometri dalla città di Nyala.Si presume sia nata nel 1869 da una famiglia appartenente all'etnia Daju,dal nome delle colline che dominavano uno scenario che alternava aree fertili a territori molto più aspri e sabbiosi.



    Sin da piccola Madre Giuseppina imparò a rispettare e ad amare la natura e,pur non conoscendo ancora Dio,nel suo intimo era vivo il desiderio di conoscere il Creatore di tutte le cose belle che aveva potuto osservare nella sua infanzia.

    Ma la spensieratezza non durò a lungo:all'età di otto anni circa,la piccola fu rapita da nomadi arabi,fatta schiava e venduta a diversi padroni,fra indescrivibili torture e sofferenze, fino al momento in cui l'agente consolare italiano, Calisto Legnani, la riscattò,conducendola in Italia.Il disegno di Dio si stava compiendo:la giovane Bakhita giunse piena di speranza prima a Genova,dove approdò il bastimento,e poi in terra veneta,dove ella si avvicinò sempre più al Signore fino al punto di abbracciare con entusiasmo la fede cattolica.




    Fondamentale per la sua scelta religiosa fu l'incontro con il signor Illuminato Checchini,fattore presso la famiglia che accolse Bakhita e organizzatore di associazioni cattoliche.E dal signor Illuminato ricevette il dono più bello,più straordinario:il piccolo Crocifisso d'argento che riempi' la giovane di una gioia immensa.

    Fu grazie a lui che Bakhita riusci' ad essere ammessa all'Istituto dei Catecumeni,un'istituzione veneziana che istruiva gli adulti che intendevano diventare cattolici.Nella Casa dei Catecumeni a Venezia Bakhita trovò serenità e conforto nella piccola stanza collocata "all'ombra della Madonna",come soleva dire,poichè dalla finestra si vedeva la Chiesa della Madonna della Salute.




    Madre Bakhita imparò velocemente il dialetto veneziano,che divenne la lingua in cui prediligeva esprimersi.L'8 dicembre 1896 Bakhita pronunciò i santi voti a Verona ed è curioso che ad esaminarla prima dei voti fu Giuseppe Sarto,allora Patriarca di Venezia,che fu poi eletto Papa (Pio X),anch'egli una grande e umile figura di santo.

    Madre Bakhita visse da umile suora Canossiana prima a Venezia e poi nell'Istituto Canossiano di Schio,in provincia di Vicenza,fino alla morte,che avvenne nel 1947.Le furono affidati gli incarichi di cuciniera,sacrestana e portinaia.Bakhita amava il ricamo,la tessitura e la sua creatività si manifestò nelle diverse opere realizzate con le perline di Murano.




    Ma ella dedicò la maggior parte del tempo libero alla preghiera e alla meditazione davanti al Crocifisso e all'Eucaristia. Madre Bakhita amava molto il dialogo diretto con Dio,che ella simpaticamente chiamava "el Paròn",in dialetto veneziano.Continuava a ripetere a tutti che la bontà di Dio è infinita : "Quanto bon che xe el Paròn. Come se fa a non volerghe ben al Signor?"

    Il lavoro in portineria le consentiva di parlare con tante persone e dispensare,cosi',preziosi consigli a tutti.Fu di una umanità profonda,sempre disponibile,allegra e anche spiritosa:i bambini le volevano un gran bene e,come ricordano ancora molte persone a Schio,Bakhita possedeva una grande sensibilità nel capire i problemi della gente.




    Negli anni della guerra mondiale si impegnò nell'assistenza ai feriti e ai moribondi,dando conforto spirituale e infondendo fortezza e serenità.Non si può non rimanere affascinati da questa Santa cosi' speciale,che Giovanni Paolo II defini' "Sorella Universale".

    Nel 1978 il Papa firmò il Decreto dell'eroicità delle virtù della Serva di Dio Giuseppina Bakhita.Nel 1992 venne proclamata Beata e il giorno 1 ottobre 2000 Madre Giuseppina Bakhita venne proclamata Santa.


    [Modificato da Conny1810 08/06/2009 11:39]
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    09/06/2009 11:18
    Molto bella questa discussione! Santa Giuseppina Bakhita è un grande personaggio, come la sua vita testimonia.

    Ci sono anche diversi miracoli attribuiti alla sua intercessione.
    Nel 1947, anno stesso della sua morte, una suora canossiana, Maria Silla di Pavia, guarì da una forma di ostoartrite sinovite al ginocchio sinistro. Il miracolo avvenne il 22 ottobre, diversi mesi dopo la morte di Bakhita.
    Il 27 maggio 1992 Eva da Costa Onishi, in Brasile, guarì da ulcerazioni infette alle gambe causate da insufficienza cronica del circolo venoso, obesità, ipertensione e diabete mellito.

    Nel 1950 sono già sei le persone che attestano di aver ricevuto grazie attraverso l'intercessione di Bakhita.
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    Conny1810
    Post: 1.683
    Amministratore
    09/06/2009 11:39
    Padre Amorth il noto easorcista, ha dichiarato di averla sentita parlare quando era piccolo e di essersi commosso quando aveva raccontato la storia della sua vita. Era rimasto impressionato dalla dolcezza e gioiosità del suo carattere nonostante le grandi sofferenze che aveva vissuto.
    Lei era musulmana e quando ha conosciuto Gesù ha capito che ciò che da tempo sentiva nel cuore era la Sua presenza e si fece cattolica.
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    doncsi
    Post: 1.248
    Moderatore
    09/06/2009 14:38
    I genitori di Bakhita erano probabilmente di religione animista.
    I trafficanti che la rapirono e la schiavizzarono erano,invece,musulmani. Furono loro a chiamarla Bakhita,nome che in lingua araba significa"Fortunata". Verosimilmente la piccola aveva dimenticato il suo nome a causa del trauma subito.
    Bakhita ha,comunque,conservato dei ricordi della sua famiglia,esposti poi alla signora Ida Zanolini,la maestra che scrisse la sua biografia.
    Sappiamo che i genitori erano molto buoni.Bakhita aveva tre fratelli e due sorelle(una era sua gemella). La sorella maggiore ebbe un destino molto simile,poichè venne rapita anch'ella,qualche tempo prima di Bakhita.
    Molti anni dopo, quando Madre Giuseppina si reca in un convento di Soresina,in provincia di Cremona e incontra Madre Maria Agostina,una suora sudanese, crede di riconoscere in lei la sorella maggiore rapita.
    Incredibili sono le coincidenze,il Signore le avrebbe dunque fatte incontrare?
    Potrebbe essere effettivamente stato il disegno del Signore.
    Certo è che l'incontro deve essere stato molto commovente!
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    doncsi
    Post: 1.248
    Moderatore
    14/06/2009 12:20
    Conny,ho trovato la testimonianza di Padre Amorth:



    "Doveva essere nel '33. Avevo sette anni e facevo la prima elementare presso le suore della Carità di Santa Giovanna Antida in via dei Servi a Modena. Ricordo bene perchè solo le prime due classi erano miste. Venne questa suora nera. Per noi era una cosa straordinaria. A Modena non si era mai vista una nera. Ci raccontò la sua storia. Il rapimento,la fuga con un'altra bambina,il leone che la vuole mangiare,l'albero sul quale si nascondono,il leone che se ne va,la liberazione...Lei capiva quello che piaceva ai bambini. Ecco,me la ricordo come se l'avessi davanti agli occhi...Una bella figura. Parlava un italiano abbastanza buono altrimenti noi bambini non l'avremmo capita.
    Non l'ho più rivista,ma mi è capitato spesso di sentirne parlare e ogni volta mi viene in mente,come in questo momento,la sua figura...il suo italiano un pò stentato. Ricordo anche un libro che raccontava la sua storia. Dentro aveva delle figure disegnate e sulla copertina delle braccia nere con le catene spezzate...".

    (dal libro "Bakhita" Inchiesta su una santa per il 2000 di Roberto Italo Zanini edizioni San Paolo)
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    15/06/2009 20:14
    Re:
    doncsi, 14/06/2009 12.20:

    Conny,ho trovato la testimonianza di Padre Amorth:



    "Doveva essere nel '33. Avevo sette anni e facevo la prima elementare presso le suore della Carità di Santa Giovanna Antida in via dei Servi a Modena. Ricordo bene perchè solo le prime due classi erano miste. Venne questa suora nera. Per noi era una cosa straordinaria. A Modena non si era mai vista una nera. Ci raccontò la sua storia. Il rapimento,la fuga con un'altra bambina,il leone che la vuole mangiare,l'albero sul quale si nascondono,il leone che se ne va,la liberazione...Lei capiva quello che piaceva ai bambini. Ecco,me la ricordo come se l'avessi davanti agli occhi...Una bella figura. Parlava un italiano abbastanza buono altrimenti noi bambini non l'avremmo capita.
    Non l'ho più rivista,ma mi è capitato spesso di sentirne parlare e ogni volta mi viene in mente,come in questo momento,la sua figura...il suo italiano un pò stentato. Ricordo anche un libro che raccontava la sua storia. Dentro aveva delle figure disegnate e sulla copertina delle braccia nere con le catene spezzate...".

    (dal libro "Bakhita" Inchiesta su una santa per il 2000 di Roberto Italo Zanini edizioni San Paolo)




    Davvero una testimonianza carina, questa di Padre Amorth. E' molto semplice e proprio per questo è la più adatta per descrivere Bakhita. Anche lei era così. Metteva le persone a proprio agio e dava un grande esempio di serenità interiore.




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    doncsi
    Post: 1.248
    Moderatore
    29/06/2009 11:16
    Sono tante le testimonianze come quella di Padre Amorth.

    A Schio molte persone anziane ricordano con affetto Madre Bakhita.

    La signora Santa Faccin andava all'asilo dalle Canossiane:
    "I miei genitori mi lasciavano alla portineria. Madre Moretta mi prendeva in consegna. A volte ci portava tutte in chiesa. Quando si sedeva vicino a me,mi accarezzava. Poi ci raccontava una storia della sua vita..."

    La signora Antonia Munari ricorda:

    "Quando la vidi per la prima volta avevo quattro o cinque anni. Ero con mio fratello più grande(don Giovanni Munari) e vedendola tutta nera pensai che fosse di cioccolata e le leccai una mano...
    Noi bambine le volevamo molto bene e ogni domenica ci facevamo sempre raccontare una storia. Era una donna di grande semplicità. Sempre disponibile e paziente. Io me la ricordo che aveva più di settant'anni,ma era sempre pronta anche alle battute.
    "Come mai,suora,hai ancora tanti denti?",le chiesi un giorno con altre bambine. Lei rispose subito sorridente:"Perchè io non sono mica come voi che mangiate tante caramelle".

    (dal libro: Bakhita - Inchiesta su una santa per il 2000
    Edizioni San Paolo)
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