Titolo temporaneo.. anche se non mi dispiace
un salottino alla Inklings dove noi del Girsa Crew potremo..insomma per dirla con le parole di Ossian
OSSIAN:
Dove lo trovi un ambiente cosi' stimolante oggi? Loro facevano dal vivo, con birra e salsicce ma anche sonetti e poemi e teatro quello che a noi tocca fare sul forum, perche' non riusciamo a trovare quella stessa empatia e quella stessa affinita' elettiva vicino a noi, nonostante abitiamo in metropoli con milioni di abitanti. I nostri viaggi, i nostri impegni, le diecimila cose che facciamo, non ci permetterebbero mai di avere un Inklings...
Che invidia. Pensa te, "una discussione sulla natura dei fantasmi" mista a "riflessioni su Giasone e Medea", cosi', tra una barzelletta, una cazzata ed un cicchetto.
ecco.
Ad esempio..
mi sono chiesto spesso
PERCHE' noi esseri umani amiamo tanto ascoltare, seguire, immedesimarci in una storia? o narrarla? perchè è così piacevole?
così stimolante?
una storia che spesso magari ha poco o niente a che fare con la 'realtà' in cui viviamo quotidianamente.
che sia cinema, romanzo, racconto, la favola della nonna o role gaming, alla radice c'è sempre questo mai appagato desiderio di sentirsi raccontare una storia.
non è forse vero?
e in fondo anche quando la si racconta o si scrive in prima persona, , non è narrare un po' anche a se stessi?
e la musica, non è forse anch'essa un 'racconto'?
il concetto di immedesimazione c'entrerà qualcosa?
altra osservazione.
qual'è il grado di realtà che assume una cosa raccontata?
finche' sono io a immaginarmi una cosa.. la percezione non è di una cosa reale.
ma se proviene 'dall'esterno', allora sembra diventarlo.
c'è bisogno di una fonte esterna per dare la sensazione di realtà, indipendentemente dal fatto che la realtà narrata sia o meno oggettiva in senso stretto.
Mi raccontano che l'america esiste. è vero. lo so che è vero. è reale.
leggo un libro che parla realisticamente della terra di mezzo, che 'in realtà' non esiste.
ma la percezione del racconto non è forse identica?
io so che la TdM non esiste, ma in fondo la percezione di essa è equivalente a quella che ho dell'america o di un altro posto/periodo storico in cui magari non sono mai stato,
a livello di mappa mentale, intendo, hanno gradi di realtà equivalenti.
Solo razionalmente sono consapevole dell'esistenza o della non esistenza dell'America o della TdM.
ma mentre sto al cinema faccio finta di crederci.
e le cose diventano 'reali'.
mi sono impelagato in un discorso da due di notte.
sarà meglio una buona dormita...
a proposito, e i sogni? più reali di quelli...
però la realtà è diversa dalla lettura/percezione della realtà.
e in un sogno c'è solo la percezione della realtà.
infatti al momento sembra reale.
infatti generalmente le cose in un sogno sembrano accadere 'dall'esterno', sono date, ti arrivano come da fuori e non sei tu che te le immagini volontariamente.
quindi di nuovo, una cosa è percepita come reale indipendentemente dalla sua realtà oggettiva/consistente, se e solo se arriva o viene confermata da qualcosa di esterno.
e allora nei nostri amati rolegame..
finche mi dico: sfodero la spada e mi lancio all'attacco dell'orchetto, non succede niente di magico.
ma quando qualcuno (che non sono io) accetta, conferma ed espande la mia idea, essa assume un connotato di raltà proprio perchè accade e si sviluppa indipendentemente da me e mi trovo ad interagire con un mondo in cui non so cosa potrebbe succedere..
ma in un romanzo? in un racconto fisso?
e perchè ci piace?
EH NO! COSI' NON VA BENE. MANCA LA BARZELLETTA E IL CICCHETTO!!
e le salsicce? dove sono le salsicce?
OSSIAN, su.. aumentami il grado di realtà delle salsicce, per favore..
Ash
[Modificato da Ashtarazor 19/12/2006 2.42]