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Renzo Piano e la Genova del futuro

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2015 12:14
30/09/2007 22:49
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Personalmente Renzo Piano mi piace come lavora... e credo che verrà fuori un bel lavoro! Secondo me, 3 cose da fare sarebbero:

-rinunciare alla monorotaia
-salvare e ampliare il metrò (in fondo, l'ha fatto lui!)
-dicono di creare nuovi spazi verdi tra i vicoli... ma fare una bella piazza al posto del palazzo grigio a san giorgio?
01/10/2007 08:13
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-salvare e ampliare il metrò (in fondo, l'ha fatto lui!)

E non è proprio così: al massimo ha disegnato qualche stazione...
01/10/2007 10:50
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Re:
cliobini, 10/1/2007 8:13 AM:


-salvare e ampliare il metrò (in fondo, l'ha fatto lui!)

E non è proprio così: al massimo ha disegnato qualche stazione...



sorry, mi sono espresso male: intendevo questo comumque! [SM=g27985]
non so, fossi io architetto, mi darebbe noia lasciare tutto a marcire così, vittima del maniman! (si scrive così?)
23/10/2007 12:27
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Da La Repubblica
Aeroporto, la conferenza delle beffe
il tavolo vuoto
Istituzioni grandi assenti, Piano se ne va a Parigi

E´ un´opera che potrebbe cambiare il volto di Genova, esserne a un tempo il simbolo e la leva dello sviluppo. Pensata dall´architetto Renzo Piano (uno che per la rivista inglese "Times" è fra i cento uomini più potenti al mondo, giudizio che qualche volta a genova si dimenticano), la realizzazione di un aeroporto in mare trova ora i suoi fondamenti economici e finanziari in uno studio firmato dall´università Bocconi. Tutto, a palazzo San Giorgio, è pronto per svelarne gli aspetti, presenti lo stesso Piano e l´ex sindaco Beppe Pericu, ora consigliere di amministrazione dell´aeroporto. Ma due ore prima della conferenza stampa prevista per illustrare il documento, l´autorità portuale invia alle redazioni uno stringatissimo e imbarazzato comunicato: «La conferenza stampa è stata rinviata a data da destinarsi. Ci scusiamo per l´inconveniente». Assenti il sindaco Vincenzi (a Roma), il presidente della Regione Burlando (a Roma), il presidente della Provincia Repetto (altri impegni già presi), il presidente della Camera di Commercio Paolo Odone (già impegnato e indisponibile), il leader dell´authority Giovanni Novi preferisce cancellare la conferenza, confermando solo l´incontro privato con la Bocconi. Ma anche in questo caso, sia il Comune che la Camera di Commercio non inviano propri rappresentanti, la Provincia manda il segretario generale Fontana, la Regione l´assessore Merlo. L´aeroporto, assente il presidente Arato, è rappresentata dal direttore generale Trapani, ma soprattutto dal consigliere di amministrazione Pericu. E Piano? Viste le assenze istituzionali, declina l´invito e se ne va a Parigi. Al suo posto c´è l´architetto Susanna Scarabicchi, che segue l´Affresco fin dall´inizio e ben conosce la materia. Ma alla fine della giornata resta il fatto, clamoroso, che un evento curato nei minimi dettagli per settimane viene cancellato per indisponibilità delle istituzioni a prenderne parte. Sarà per il padrone di casa (il presidente Novi) o per l´invitato a palazzo (l´ex sindaco Pericu) oppure solo per una incredibile coincidenza di "assenze giustificate"? Dietrologie, si dirà. L´obiettivo era, infatti, quello di ascoltare la relazione degli esperti della Bocconi sulla fattibilità del progetto e chi ha partecipato all´incontro privato ha potuto conoscerlo nel dettaglio. Per la conferenza, pazienza, verranno altri giorni. Ma, forse, proprio qui sta il punto. Perché l´idea di realizzare un aeroporto in mezzo al mare divide la città da almeno tre anni, da quando la matita di Renzo Piano ha cominciato a disegnarla dentro all´Affresco, altra opera non propriamente condivisa all´ombra della Lanterna. Ora che la Bocconi entra nel merito dei numeri e spiega come dall´extragettito portuale potranno arrivare quelle risorse necessarie a far decollare il progetto, si arriva a un punto di svolta. I discorsi dovrebbero essere finiti. Chi vuole pronunciarsi a favore, o contro, ha tutti gli elementi per farlo. L´incidente della conferenza può essere cancellato, ma non c´è più tempo per le incomprensioni. L´ultima, freschissima, riguarda la confusione fra i temi della conferenza stampa (lo studio Bocconi) e il dibattito sul futuro dell´aeroporto. Per il primo l´appuntamento era ieri mattina, per il secondo la convocazione del presidente Arato è per l´8 novembre. In quella sede si costituirà il tavolo istituzionale per promuovere il traffico aereo verso la Liguria e si ragionerà sull´esigenza di cercare "soci di mestiere" per il decollo dello scalo. All´ordine del giorno dell´incontro di ieri, invece, c´era "solo" la presentazione dello studio della Bocconi.
(mas. m.)

LO STUDIO
Elaborato dalla Bocconi, il testo individua nell´extragettito la soluzione del problema-costi
Il "Colombo" vola in mezzo al mare sarà il porto a pagare tutto il conto


3,61 miliardi l´investimento quindici anni per realizzare tutto

MASSIMO MINELLA

Costare, costa. Tanto, per qualcuno troppo: 3,61 miliardi di euro. Ma la novità è che, in fondo, alle casse pubbliche non costerà proprio nulla. Lo Stato dovrà farsi garante dell´operazione, ma a pagare materialmente il trasferimento dell´aeroporto di Genova sarà il porto, attraverso l´extragettito che ogni anno arriverà dall´aumento dei traffici. E´ il fulcro del complesso ragionamento messo per iscritto dalla Certet-Bocconi, dalla Cohen & Co. e dal gruppo Clas, riuniti in associazione temporanea proprio per approfondire i dettagli dell´operazione. L´aeroporto in mezzo al mare si può fare (ma non è ancora detto che "si debba"). E lo scambio con l´attuale pista aeroportuale che diventa banchina per i container rappresenta la chiave dell´intero progetto. Non solo. Realizzare la nuova aerostazione in mare consente anche di risolvere il problema dello smarino che arriverà da tutti i cantieri autostradali che (prima o poi) partiranno in Liguria. Il materiale troverà spazio in mare, oppure non andrà da nessuna altra parte, finendo così per paralizzare i nostri progetti infrastrutturali.
La bandierina del via alle operazioni potrà essere abbassata nel 2010, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni. Doppia la linea d´azione: realizzare il nuovo aeroporto e offrire al porto quegli spazi vitali per lo sviluppo. Renzo Piano, si sa, pensa di trasferire gli aerei su un´isola artificiale, liberando la pista (un milione di metri quadrati) proprio per i container. Cosa questa che consentirebbe l´immediato raddoppio dei volumi di traffico (oltre tre milioni e mezzo di pezzi). L´isola potrebbe essere realizzata con lo smarino proveniente dai cantieri della gronda e del terzo valico, una montagna di 20-25 milioni di metri cubi da rovesciare direttamente in mare. A protezione dell´isola, ovviamente, una nuova diga foranea. Sarebbe poi necessario intervenire a terra con una viabilità di accesso dedicata e il trasferimento della Piaggio Aereo. Se a questo si aggiungono i costi necessari per trasformare la pista nel "Nuovo Porto di Sestri Ponente", come lo chiama lo studio presentato ieri agli enti, oltre a interventi ambientali e di manutenzione straordinaria, il costo complessivo per le due opere (isola e porto) è di 3,61 miliardi di euro a valori correnti. Il tutto potrebbe essere pronto in quindici anni. Ma chi paga? Alla base di tutto c´è l´approvazione nella prossima finanziaria dell´extragettito portuale, della possibilità cioè di destinare all´autorità portuale almeno il 25 per cento dell´Iva aggiuntiva generata dall´aumento dei traffici, per quindici anni. L´authority potrebbe in sostanza accendere dei mutui e onorare anno dopo anno le rate sfruttando proprio l´extragettito portuale. L´aumento progressivo dei traffici porterebbe anche a un parallelo dell´occupazione stimata a regime in circa milleduecento persone nel solo terminal container. Non sfugge certo agli esperti che hanno redatto il documento il fatto che l´extragettito dev´essere ancora approvato e che quindi il dato del 25% è in ipotesi. Ma si confida con altrettanta chiarezza che il progetto waterfront di Piano, proprio per le sue caratteristiche, possa essere considerato a livello governativo come l´intervento infrastrutturale più importante dal punto di vista del mare e quindi debitamente sostenuto da parte dei ministri competenti (che sono tre, Economia, Trasporti e Infrastrutture).
23/10/2007 14:16
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Parlano di aumento dei traffici portuali senza prevedere un adeguamento delle infrastrutture di collegamento!
Tra l'altro con l'extragettito portuale ci volevano pagare la realizzazione del Terzo Valico.
26/10/2007 19:55
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Da Il Giornale
Una «secante» per alleggerire il traffico

Un parcheggio di interscambio da 3mila posti auto a San Benigno, una «secante» (cornice sotterranea) da ponente a Terralba per alleggerire il traffico, e l’incremento (fino all’80 per cento) del trasporto su ferro: sono alcune delle ipotesi prospettate ieri da Renzo Piano nel corso di un incontro col sindaco Marta Vincenzi su cui l’architetto auspica l’apertura di un dibattito in città.
26/10/2007 20:28
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Incredibile che non si ponga il problema di trasportare in centro chi lascerà l'auto a San Benigno... ah già c'è la monorotaia sopraelevata [SM=g27996] ...
27/10/2007 11:04
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Novità?
Non sto a commentare la proposta di renzo piano di un tunnel che attraversi tutta la città, però vorrei far notare che questa NUOVISSIMA proposta era già presente in una vecchia cartina di Genova datata 1973, ovvero 34 anni fa. (La cartina è dello studio FMB. Bologna ed è in scala 1:12000, se la volete vedere non dovete fare altro che chiedermela, è un po' pasticciata ma decisamente interessante).
28/10/2007 15:04
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Ma per giungere a Terralba da Sampierdarena con la Secante occorrerà sottopassare il Bisagno: non si riproporranno i temibili problemi idrogeologici che secondo la vulgata corrente impedirebbero la prosecuzione della metropolitana in Val Bisagno? [SM=x1405312]
29/10/2007 02:50
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NESSUN problema idrogeologico, quando si parla di gallerie stradali [SM=g27996]
poi perdonatemi, ma questo benedetto torrente Bisagno che è? il fiume giallo della cina, il Po? che a sentire, sembra pericolosissimo...
[Modificato da Letimbrus 29/10/2007 02:51]
20/12/2007 03:31
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[...]
Di sicuro, invece, c´è la nave. Ieri all´Urban Lab incontro con Fincantieri e buone notizie: la nave-lab sarà consegnata ufficialmente il 15 giugno 2008, il giorno in cui inizieranno gli eventi del Summer festival, e comincerà a galleggiare in darsena, ospitando architetti e tecnici (e diventando un´attrazione del waterfront). E´ un natante rettangolare, spiega l´immagine realizzata dai progettisti, con due piani per chi ci studia e ci lavora, ed una superficie tendata, per poter lavorare anche all´aperto. Le prime lamiere dello scafo, che sarà poi bianco e azzurro, a quanto si apprende verranno tagliate all´inizio di gennaio; l´allestimento sarà curato da altri privati, fornitori di Fincantieri stessa, che ha concluso direttamente con loro l´intesa. Il costo complessivo non è ancora certo: il Comune l´avrà in comodato per un certo periodo di tempo, quello in cui ospiterà i lavori dell´Urban lab, oltre a future, altre possibili destinazioni.
[...]

(da La Repubblica - Genova)

Ciao,
Rick.
20/12/2007 09:22
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auguro con tutto il cuore che possa affondare e portare con sé nell'affondamento il balordo e architetti che hanno disegnato delle VACCATE come questa

20/12/2007 09:28
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Quoto con tutto il cuore. [SM=g28002]
20/12/2007 18:56
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lo trovate così orrendo? anche il progetto citylife di Milano?
20/12/2007 19:20
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Re:
poletto.progettista, 20/12/2007 18.56:

lo trovate così orrendo? anche il progetto citylife di Milano?




ah beh sai com'è, un grattacielo come quello del mezzo, soprattutto agli ultimi piani, cosa ti offre? E poi le strutture per essere vivibili e funzionali mica devono essere per forza complicate come quello di sinistra che si torce su sé stesso o quello del mezzo che assomiglia all'organo genitale maschile in posizione rilassata.

Riterrei prioritario rispetto all'estetica creare edifici funzionali, vivibili e progettati con tecniche che permettano di ridurre all'osso i consumi energetici.
Esempi ce ne sono parecchi in tutta europa, da una scuola che avevo visto credo in Francia dove è stato studiato tutto per garantire l'irraggiamento solare in inverno e la più ombra possibile d'estate, alla cupola del nuovo Bundestag tedesco.

più info su:
de.wikipedia.org/wiki/Reichstagsgeb%C3%A4ude
25/12/2007 09:55
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Re: Re:
chicc0zz0, 20/12/2007 19.20:




ah beh sai com'è, un grattacielo come quello del mezzo, soprattutto agli ultimi piani, cosa ti offre? E poi le strutture per essere vivibili e funzionali mica devono essere per forza complicate come quello di sinistra che si torce su sé stesso o quello del mezzo che assomiglia all'organo genitale maschile in posizione rilassata.

Riterrei prioritario rispetto all'estetica creare edifici funzionali, vivibili e progettati con tecniche che permettano di ridurre all'osso i consumi energetici.
Esempi ce ne sono parecchi in tutta europa, da una scuola che avevo visto credo in Francia dove è stato studiato tutto per garantire l'irraggiamento solare in inverno e la più ombra possibile d'estate, alla cupola del nuovo Bundestag tedesco.

più info su:
de.wikipedia.org/wiki/Reichstagsgeb%C3%A4ude


La funzionalità del grattacielo centrale non sarà forse massima, ma non diversa dalle torri storte di madrid per esempio. Considera che questi 3 edifici sono abbastanza alti, dai 150 ai 220 mt per cui l'effetto che creano queste curve ed "avvitamenti" in realtà si riduce al minimo. Uno dei progettisti è lo stesso della freedom tower di N.Y. il che rende abbastanza orgogliosi i milanesi di questo progetto, che sommato a quello in attuazione a porta nuova, farà di Milano una città molto più moderna ed al passo con i tempi. Il contrario di Genova.
www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/05_Maggio/30/progetto_garibal...
25/12/2007 14:35
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A parte che io sono contro questa cementificazione a prescindere, perché le soluzioni, volendo ci sarebbero. Cristo, possibile che la tecnologia moderna la utilizziamo soltanto per scaricare film da internet, vedere filmati su youtube e menate del genere?? Perché non riusciamo a informatizzare e permettere ad alcuni di fare il proprio lavoro comodamente seduti da casa senza doversi innervosire in auto, treno autobus ecc.? Poi uno va, una/due volte a settimana in un ufficio per sbrigare le cose che devono ancora rimanere su carta. Il futuro è l'informatica e l'uso di internet, non la gente che fa code di decine di minuti in banca per fare un bonifico, chiedere un estratto conto ecc. (che te lo puoi fare benissimo da internet pagando meno della metà), oppure la coda in posta per pagare un bollettino (anche lì, si dovrebbe trasformare questa grande boiata in bonifico bancario.)
A parte questo OT, venga anche l'ammodernamento degli edifici, ma io se ho X soldi da spendere, preferisco avere un edificio bello e moderno ma semplice (l'utilità di quella piega me la spieghi?? far capire agli altri che non tutti i padani ce l'hanno duro come diceva Bossi??) risparmiando sui costi di progettazione, e utilizzare questo risparmio per progettare e costruire dei sistemi che mi permettano di ridurre l'impatto ambientare dell'edificio e, contemporaneamente, di ridurre i costi di riscaldamento/condizionamento.

Ad ogni modo, nell'articolo del corriere non c'è nessuna cosa del grattacielo moscio, meno male...almeno quello...
[Modificato da chicc0zz0 25/12/2007 14:38]
01/02/2008 08:58
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da www.ilsecoloxix.it
01 febbraio 2008
Piano “vede” la città con meno cemento e più attenta al bello
Giovanni Mari

Renzo Piano scende nella sala rossa del consiglio comunale e racconta la sua visione di Genova. L’architetto indica con la penna luminosa tutti i punti del possibile cambiamento nel «cammino verso il nuovo piano urbanistico comunale». Spiega che la filosofia di Urban Lab prevede una speranza di crescita sostenibile della città, con meno cemento e una strategia generale che «tiene insieme lo sviluppo, la qualità e l’estetica».

È il sindaco Marta Vincenzi a consegnare un dato: «Possiamo cambiare da subito 500 mila metri quadri della città, se la guardiamo con occhi nuovi scommettendo su un nuovo approccio per una città portuale e accogliente». I consiglieri comunali ascoltano con inedita attenzione, non risparmiano applausi, approvano nei fatti le linee generali, quindi scendono nei dettagli dei quartiere, delle aspettative dei genovesi. Il sindaco premette: questo non è il Puc, neppure la sua bozza.

È un disegno strategico da seguire. Ma già indica le priorità che porterà al lavoro vero e proprio del piano: «Dobbiamo superare le zonizzazioni che irrigidiscono lo strumento urbanistico, dobbiamo ideare lo sviluppo di fondo per prendere decisioni quotidiane coerenti, coinvolgere la città». E infatti da lunedì il disegno di Piano comincia il suo giro nei Municipi. L’architetto genovese mette i suoi tre ingredienti ispirativi: equità sociale («perché non devono più esistere quartieri per ricchi e altri per poveri, o quelli per vecchi e quelli per giovani»; lo stesso motivo che spinge Vincenzi a dire di «voler puntare al superamento delle periferie»); sostenibilità («fatta di trasporto pubblico, ciclo dei rifiuti, qualità del mare, risorse energetiche, costruire sul costruito garantendo l’invalicabilità delle linee di salvaguardia verde e blu»), bellezza («già, bellezza, una città bella fa stare meglio e Genova ne ha le possibilità»).

Il vulcano di Urban Lab, che fino a oggi abbiamo seguito passo passo, ha generato sostanzialmente dieci capitoli principali: la mobilità (con lo stop ai parcheggi in centro, la monorotaia al posto della sopraelevata che raggiunge l’aeroporto e Terrabla); la nuova metropolitana leggere sull’attuale sede ferroviaria (magari con il terzo binario); la linea di spostamento a mare via nave (con gli approdi alla Foce, al porto antico e sul Polcevera); l’innovazione dei trasporti in verticale (in tutta la città, specialmente agli Erzelli); il verde da difendere ed estendere; una nuova stagione di pulizia del mare, comprese le acque portuali da rivitalizzare sfruttando il moto ondoso sulle dighe; svolta sul ciclo dei rifiuti e della depurazione; un «migliore assetto» delle grandi infrastrutture: con il Terzo valico, certo, ma anche con la gronda di ponente più alta e la secante di levante.

A questa “piattaforma”, vanno aggiunto venti grandi progetti di trasformazione (dal porto petroli all’aeroporto da spostare a mare) e un’altra cinquantina di progetti minori da fare subito (dai diecimila alberi da piantare all’oasi faunistica sul Polcevera). «Io non voglio fare un piano urbanistico, ma riflettere sulle idee e fare di Genova un laboratorio di urbanità - ha detto Piano - l’ipotesi del nuovo piano urbanistico non è un sistema di deregulation, ma per crescere su energie vere connettendo tutti gli elementi».

Vincenzi ha ribadito di credere nel progetto del porto lungo: «Genova - ha detto - si riconosce come città portuale, elemento di un corridoio transeuropeo e collegamento tra l’Europa del nord e del sud, diventa fabbrica che si relaziona con i territori oltre Appennino con l’ipotesi del porto lungo». E sono pronti, pur nelle ristrettezze economiche della “manovra” comunale, circa 70 milioni di euro da mettere a disposizione del piano triennale per i lavori pubblici: «Fondi per progetti esecutivi e cantierabili. Le idee ci servono per ancorare le scelte dell’oggi».
05/07/2008 13:13
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Non stavamo più nella pelle....
.....finalmente è arrivata [SM=g27985]

da www.ilsecoloxix.it

La chiatta Urban Lab approda in Darsena
05 luglio 2008

Daniele Grillo
Elena Nieddu


Il confronto tra l’immagine “prima della cura” e quella “rubata a distanza” a lavoro pressoché ultimato rende onore al lavoro degli operai di Fincantieri. Le idee che all’interno di questa vetrina sul mare verranno “frullate”, riordinate e trasformate in progetti, dicono in Comune, renderanno invece onore alla città e alla sua capacità di pensare. La chiatta-laboratorio dell’Urban Lab, fortemente voluta dal sindaco Marta Vincenzi e dall’architetto Renzo Piano, ha una data di arrivo certa: il 31 luglio troverà posto davanti alle vetrate del Museo del Mare, che nello stesso giorno compirà i suoi primi quattro anni di vita. Tutt’attorno, la cara vecchia (nuova) Darsena, trasformata in pochi anni da specchio acqueo degradato a occasione di rilancio turistico e di immagine a ponente dell’Expò. Ma non è tutto rose e fiori. Se a un accordo si è arrivati con i pescatori che da sempre lavorano - non proprio in regimi di regolare concessione - in questo tratto di mare urbano, altrettanto non si può dire per altre attività. È il caso, ad esempio, del diving center già sfrattato dall’edificio del Museo del Mare e della navigazione. Ma andiamo per ordine.

Tremila metri quadrati, scrivanie e tavoli per trenta persone tra impiegati dell’urbanistica del Comune, studenti universitari (tre in arrivo dall’estero, tre dell’Università di Genova), due piani e ampie vetrate per far vedere a genovesi e turisti il lavoro che ferve, la chiatta dell’Urban Lab arriverà in Darsena tra poco più di tre settimane. Non c’è conflitto col previsto arrivo del sommergibile Nazario Sauro (oggi in riparazione nei cantieri della Spezia), fissato per ottobre.

Ritornando all’Urban Lab, dal 31 luglio inizia la sfida vera. Convincere, dal momento che la prima cosa concreta di questo struttura al lavoro da circa un anno è l’arrivo in centro della sua sede. «Il laboratorio sta lavorando a 10 diversi grandi progetti in grado di trasformare altrettanti buchi neri della città - spiega Raffaele Gazzari, vicedirettore generale e responsabile del progetto - in più ci sono circa 50 idee studiate assieme ai Municipi. La constatazione iniziale è che qui a Genova abbiamo più aree da recuperare di Londra. Ma se non esiste un “cervello” pensante rimarranno tali». Alcuni maxi-progetti verranno presentati il 31 luglio, in occasione dell’arrivo della chiatta e della presentazione alla città di questa “propaggine” marina degli uffici comunali (concessa in comodato d’uso gratuito per tre anni da Fincantieri). Tra le aree al centro degli studi degli architetti di Urban Lab (che attualmente lavorano all’interno del Galata) c’è quella, ai piedi della collina degli Erzelli, che verrà liberata dalle altre aziende che si trasferiranno nel nuovo villaggio tecnologico. Un altro progetto sta esaminando un’ipotesi di riqualificazione dell’area (tra via Merano e via Soliman) che verrà riconsegnata alla città se a Fincantieri verrà concesso di ampliarsi verso mare.

«Si tratta di cambiare prospettiva. Sarà il Comune, e non gli interessi privati, a decidere cosa fare di una determinata fetta della città- inquadra Gazzari - alla fine dei lavori si cercherà di identificare come meglio arrivare a realizzare quanto ideato». Gazzari assicura: «Le prime idee andranno a gara nel 2009». Intanto in Darsena c’è chi vede l’altra faccia della medaglia. L’arrivo della chiatta si traduce per Gaetano Tappino, titolare di Arco 89 Diving and Sailing services, nel trasloco forzato del barcone sul quale trova spazio la sua attività. Lo dicono alcuni cartelli del Comune, comparsi nei giorni scorsi in calata de Mari: «Ci chiedono di andarcene entro lunedì - dice Tappino - Ma com’è possibile senza una valida alternativa?». Lo spazio offerto in cambio, in fondo al molo dei pescatori, non è adatto: «Mancano gli allacciamenti, luce, acqua e telefono - osserva - Mi hanno detto che non ci sono soldi, ma io in queste condizioni non posso lavorare». Di fronte a Tappino, in Calata Darsena, il momento della verità è fissato per ottobre, con l’arrivo del Nazario Sauro: «Per ora stiamo tranquilli», dice Giorgio Venturi, amministratore di Sailor Center. Nello specchio acqueo che dovrebbe essere occupato dal sommergibile, si tengono le sue lezioni di vela: «Il Nazario Sauro potrebbe anche non dare fastidio, dipende dalle dimensioni» dice, e con pazienza attende gli eventi.
14/08/2008 00:19
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Ho letto oggi sul secolo che i detriti degli scavi del gronda non saranno utilizzati per il nuovo aeroporto!
Dovranno essere approvati dalla regione, dalla provincia e dal comune.
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