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Renzo Piano e la Genova del futuro

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2015 12:14
19/03/2009 15:44
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Oggi su La Repubblica un interessante articolo sui futuri interventi di Piano al Porto Antico.
Non riesco a copiarlo e neppure a copiare il link. Chi riuscisse è pregato di farlo [SM=x1567328]
19/03/2009 17:33
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da genova.repubblica.it/dettaglio/Nuovo-Porto-Antico-il-progetto-di-Renzo-Piano-/1606422?r...

Ferro e vetro per il nuovo Porto Antico
nel progetto di Renzo Piano


Una galleria coperta, in ferro e vetro. Una promenade sul fianco dei magazzini del Cotone. La galleria commerciale interna all´Acquario "squadernata". Renzo Piano ritorna a puntare la matita sul porto antico, a diciotto anni dalle Colombiane, con un nuovo progetto per il waterfront di Michela Bompani

Una galleria coperta, in ferro e vetro. Una promenade sul fianco dei magazzini del Cotone. La galleria commerciale interna all´Acquario "squadernata". Renzo Piano ritorna a puntare la matita sul porto antico, per completare, arricchire e rivitalizzare la sua opera.

L´architetto ha compiuto il primo sopralluogo due mesi fa, con i vertici della Porto Antico spa e ha accettato l´incarico (l´onorario, con tariffa "favorevole", e non ancora fissato, sarà pagato dalla società) di proseguire il lavoro sull´area dell´expò, "nata" nel 1992: «Per i suoi diciott´anni, il porto antico deve passare dall´adolescenza alla maturità», ha dichiarato Piano. Ai tavoli del Renzo Piano Building Workshop si sta già lavorando alla progettazione di una serie di interventi che sono organizzati a breve, medio e lungo termine. In un anno e mezzo, questo sarà il profilo rinnovato dei 60.000 metri quadrati che legano Genova al mare. Immediatamente, si sta cercando di rispondere alle esigenze più urgenti, indicati dal presidente della spa, Bruno Giontoni, e dagli stessi operatori dell´area: accoglienza e servizi. A questo si unisce un´importante "annessione": la Porto Antico potrà disporre dei magazzini dell´Abbondanza, in via del Molo, scavalcando i propri confini. E l´operazione è stata apprezzata dallo stesso Piano, «finalmente l´area si allarga a Levante», ha detto.

In uno dei due edifici sarà incastonato l´archivio museo della Stampa, diretto da Francesco Pirella, attualmente allestito a Quarto. Renzo Piano sta disegnando una copertura di ferro e vetro, proprio come esisteva originariamente, che proteggerà via del Porto Antico, formando una piazza coperta tra il Millo e le palazzine secentesche. «Non coprirà tutta la via, soltanto la parte centrale - spiega Giontoni - abbiamo bisogno di spazi riparati, protetti dal freddo o dal sole, in cui organizzare anche mercatini del gusto o dell´artigianato».

Accanto ai magazzini del Cotone, poi, sul versante a ponente, l´architetto sta pensando alla realizzazione di una promenade in parte coperta, dove incastonare nuove attività con potere attrattivo per il pubblico e attività commerciali. Tutti i locali pubblici potranno ingrandire i propri dehors (ovviamente disegnati dall´architetto, e tutti omogenei). Sarà scompaginata la "pancia" dell´Acquario: scomparirà il percorso interno, sul quale si affacciano i negozi della "galleria" a pianterreno, e vetrine e accessi si apriranno direttamente sull´esterno, sia sul versante a ponente che a levante. «Abbiamo chiesto a Renzo Piano di valorizzare la banchina di ponente dell´Acquario, uno spazio che oggi è poco frequentato», spiega l´operazione Andrea Rossi, responsabile degli affari generali della Porto Antico.

E per Pasqua s´inaugurerà il "museo a cielo aperto": trentacinque pannelli fotografici (con molti scatti d´epoca e brevi didascalie) scandiranno un percorso dall´Acquario ai magazzini del Cotone, raccontando la storia di quelle banchine. E di fronte all´uscita della metropolitana, Renzo Piano sta disegnando un nuovo punto d´accoglienza della città, in una struttura leggerissima: che non solo offrirà informazioni, ma anche servizi (ad esempio, deposito bagagli).
(19 marzo 2009)
11/06/2011 00:54
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ma la galleria sopra citata???

si farà mai il nuovo aeroporto sull'isola artificiale?
13/06/2015 16:40
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BluePrint, ecco come Genova si riprende il mare secondo Renzo Piano

1 aprile 2015


In anteprima i dettagli del progetto che rivoluziona la città e le banchine. Il costo dell’operazione è di 161 milioni di euro. In dieci punti, la trasformazione dell’area che va dalla Fiera al Porto Antico





Il decalogo che rivoluziona il porto e fa ritrovare a Genova il suo affaccio sul mare è pronto. Renzo Piano, come promesso, l’ha consegnato agli enti che in estate gli avevano chiesto di tornare a occuparsi di porto, a sei anni di distanza dall’Affresco. Piano ha accettato a un’unica condizione, muoversi nella sintonia delle istituzioni, esattamente quella che era mancata nel 2008 quando l’Affresco aveva cominciato a camminare, senza mai arrivare a destinazione. Ora però le cose sono diverse non soltanto sul versante degli enti, ma ancor più su quello dei contenuti del progetto.
A settembre dello scorso anno l’Architetto ha presentato il suo “Blue Print”, un disegno di grande suggestione, ma tutto ancora da riempire nei suoi spazi operativi. E incassato il via libera a continuare, non ha smesso di dedicarsi al suo porto, meglio alla sua città portuale, dando concretezza a quel disegno. Il risultato è oggi sul tavolo delle istituzioni: un progetto dettagliato che dai costi alle infrastrutture cambia contorni e contenuti di quell’area portuale che dalla Calata Gadda arriva fino a Punta Vagno. Di fatto è una prosecuzione naturale, verso levante, di quel Porto Antico che nel ‘92 aiutò Genova a svoltare e a ritrovare la sua vocazione turistica. Il Blue Print, se possibile, fa ancora di più, perché questa volta il genio di Piano è entrato fin dentro il porto- fabbrica, dandogli nuovo vigore. All’epoca delle Colombiane, un porto in forte ripiegamento cedeva aree alla città e con una straordinaria riconversione faceva nascere da spazi ormai abbandonati dal punto di vista operativo nuove occasioni di ricchezza e lavoro.

A più di vent’anni di distanza, si tratta adesso di completare quel lavoro, dedicandosi all’area di Levante che, subito dopo i Magazzini del Cotone, vale a dire da Calata Gadda, arriva fino alla foce del Bisagno e va oltre, al limite estremo delle aree demaniali dell’authority, a Punta Vagno. La suggestione che dà lo scorrere delle proposte di Piano si mischia così all’operatività di un progetto che lascia ancora aperte alcune opzioni. Nulla di ingessato, d’altra parte, come aveva spiegato lo stesso Piano nella presentazione di Palazzo San Giorgio. C’è ancora tempo per discutere e confrontarsi, anche perché il Blue Print non è un blocco monolitico, ma si compone di tante parti che possono essere affrontate e risolte anche singolarmente.


Piano riassume in una sorta di decalogo le linee guida del suo “masterplan”. Dieci punti, dalla Torre dei Piloti allo Yacht Club, dal canale ai nuovi spazi per l’industria e la città fino alla passeggiata dentro al porto. Per ognuna, c’è un’ipotesi progettuale, una soluzione innovativa per ripartire. Si riflette, ad esempio, sul nodo-chiave di calata Gadda, dove al posto delle lavanderie industriali dovrebbe arrivare l’Istituto Idrografico della Marina. Qui il Comune ha rilanciato l’idea di far uscire il tunnel sottomarino. Ma Piano, in alternativa, rilancia anche l’idea di una “secante” che a valle delle banchine attraversi la città a Levante. Analogo il ragionamento sul lato estremo, quello della Foce del Bisagno, attorno al quale ruota il futuro assetto della Fiera. Piano arriva a ipotizzare ancora un Palasport trasformato in Darsena Nautica coperta (la più grande al mondo), ma resta aperto al confronto. Il fulcro dell’operazione è però rappresentato dalla divisione netta a levante fra industria e nautica. Anche in questo caso, in fase di detta- glio del progetto, Piano allarga ulteriormente il canale che corre dalla Gadda alla Fiera di fronte allo Yacht Club. Qui sta il nodo della questione, con i circoli nautici e lo Yacht Club che restano nettamente contrari allo specchio acqueo su cui oggi si trovano le barche. Il Blue Print, infatti, ipotizza il tombamento del porticciolo, dando vita a una piattaforma che diventa base operativa per l’attività industriale dello scalo, un “unicum” che dai bacini di carenaggio ampliati arriva fino alla piattaforma, una sorta di isola del porto-fabbrica. La nautica avrà un’altra collocazione, lungo in canale urbano, ma soprattutto all’interno della darsena nautica della Fiera. La palazzina sede dello Yacht Club resterà al suo posto e potrà diventare un museo della nautica. La nuova sede, invece, è prevista all’interno della darsena.

Ma Piano allarga ulteriormente i confini del suo progetto e si spinge oltre la foce del Bisagno, intervenendo sull’affaccio a mare di piazzale Kennedy, oggi praticamente abbandonato, e destinato a ospitare un giardino urbano e una spiaggia interamente fruibile. E ancora gli alberi, più di mille, rappresenteranno il simbolo verde della passeggiata urbana che unirà la Fiera con il Porto Antico, una pista pedonale e ciclabile a fianco del canale urbano, per ridare a Genova il suo mare. Per farlo, ovviamente, sarà necessario demolire. Giù il “C” della Fiera, ma anche l’ex palazzo Nira. E con i detriti si riempirà il Duca degli Abruzzi. E poi spazi (contenuti) per commerciale, residenziale e terziario, con volumi ridotti rispetto a quelli attuali. Il costo delle opere civili è di 161 milioni di euro. Una cifra tutto sommato contenuta per la portata del progetto e comunque profondamente distante da quella dell’Affresco. Ma allora i tempi erano diversi, la crisi doveva ancora arrivare, e la progettazione prevedeva addirittura di trasformare la pista aeroportuale in banchina per avere il “porto in linea”. Quell’intuizione, così a lungo e criticata, oggi si realizza con lo spostamento della diga verso il mare.
Ora però tocca al confronto fra istituzioni. Gi aspetti da definire sono tanti, a cominciare ad esempio dal passaggio della Nira all’authority. Palazzo San Giorgio è pronto a comprare e attende che il Comune fornisca una valutazione. Poi dovrà bonificare il palazzo demolirlo e fare spazio a una sorta di grande vasca, una nuova darsena per la nautica da diporto.
Il primo progetto a partire sarà la nuova Torre dei Piloti che sostituirà quella abbattuta il 7 maggio del 2013 dal traghetto Jolly Nero. Una tragedia da non dimenticare a cui Piano ha deciso di rispondere con un progetto innovativo che verrà realizzato nell’eliporto della darsena nautica, in Fiera. Sarà questo l’unico progetto firmato dallo studio Piano, gratuitamente, e che è atteso per le prossime settimane. Tutto il resto andrà in gara perché sono previsti concorsi di idee per i singoli progetti.
Il comitato portuale, dopo la presentazione da parte del presidente dell’authority, ha già approvato integralmente il lavoro di Piano. Ora però, al di là delle valutazioni positive sul metodo di lavoro, è necessario entrare nel merito delle proposte. E’ necessario farlo nel più breve tempo possibile, per dare al porto e alla città quelle risposte che attendono ormai da troppo tempo.


REPUBBLICA
13/06/2015 18:31
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Arriverà mai il giorno in cui Renzo Piano si occuperà delle periferie?
13/06/2015 19:23
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GRande rispetto e onore per Piano, ma questi progetti sono destinati a rimanere sulla carta.
Chi ha le risorse per fare questi investimenti? Gli enti pubblici direi di no? Privati che investano su Genova? Occorrono privati con molti soldi ovvero multinazionali.
Non mi sembra che ve ne siano all'orizzonte [SM=x1177057] [SM=x1177057]
14/06/2015 13:23
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Magari avessimo solo un quarto dei progetti di Piani visibili in città...

Speriamo che questo cambio di politica serva a qualche cosa!!!

Il bluprint è una bellissima cosa, sarebbe un peccato non farla; regalerebbe a Genova spazi nuovi!
15/06/2015 09:36
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Tutte le attività non strettamente inerenti al porto potrebbe essere ricollocate in altre zone di Genova, magari con una loro riqualificazione. Ad esempio tutte le fabbriche dismesse e in abbandono del Valle del Polcevera.

Anche Piazzale Martin Luther King trasformato in Parco-Spiaggia sarebbe tanta roba per la Foce che non ha assolutamente spiagge decenti. E' un nonsenso avere un'area così grande e sfruttarla solo per il Luna Park e per qualche Circo di passaggio. Oltretutto il Comune non rilascia Piazzale Martin Luther King nemmeno per le esercitazioni di guida... giusto per darci almeno un utilizzo a costo zero e, anzi, con un guadagno.

Boh... potevo capire l'attaccamento al piazzale quando era sede della festa dell'Unità... però ora nemmeno quella ci fanno più. E la zona è veramente di un degrado spaventoso in pieno centro.
15/06/2015 10:39
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Re:
Freeway4333, 15/06/2015 09:36:

Tutte le attività non strettamente inerenti al porto potrebbe essere ricollocate in altre zone di Genova, magari con una loro riqualificazione. Ad esempio tutte le fabbriche dismesse e in abbandono del Valle del Polcevera.

Anche Piazzale Martin Luther King trasformato in Parco-Spiaggia sarebbe tanta roba per la Foce che non ha assolutamente spiagge decenti. E' un nonsenso avere un'area così grande e sfruttarla solo per il Luna Park e per qualche Circo di passaggio. Oltretutto il Comune non rilascia Piazzale Martin Luther King nemmeno per le esercitazioni di guida... giusto per darci almeno un utilizzo a costo zero e, anzi, con un guadagno.

Boh... potevo capire l'attaccamento al piazzale quando era sede della festa dell'Unità... però ora nemmeno quella ci fanno più. E la zona è veramente di un degrado spaventoso in pieno centro.




Il progetto è bellissimo, minimale e donerebbe alla città una zona diventata praticamente sconosciuta ai Genova, ovvero la base di Corso Aurelio Saffi.
Credo che si debba procedere per una riqualificazione di questo tipo, basti vedere quanta gente passeggia o va in bici nelle zone sul mare. Alla fine avremmo un sorta di passeggiata da Boccadasse all'expo e il tutto con la vicinanza di canali, navi, mura ecc.
Come sempre Genova non sa cogliere le occasioni, soprattutto visto che il progetto è in donazione assieme a quello della Torre Piloti.

Avere un grande Architrast che vorrebbe far splendere la sua città d'origine ma che non trova mai spazio per me è un abominio. Gli investimenti sull'arredo pubblico non porteranno grandi soldi in quanto a ricadute ma sicuramente migliorano l'umore dei cittadini.
20/06/2015 12:14
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Torre Piloti, ecco il progetto di Piano: «Sentinella su un porto sicuro»








Genova - Presentato a Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità Portuale di Genova, il progetto della nuova torre piloti donato dall’architetto Renzo Piano alla comunità portuale genovese. La torre sarà posizionata sull’estremità di Levante del porto di Genova, in corrispondenza della nuova Darsena: sarà alta 60 metri, costruita in acciaio, con due ascensori che porteranno dallo spazio a terra (2000 mq circa dedicati ad uffici ed alloggi) fino alla sala di controllo.

Sarà un progetto “green” grazie all’installazione sulla sommità della sala di controllo di alcuni pannelli fotovoltaici che ne copriranno in larga parte i bisogni energetici. Riguardo ai tempi, si lavorerà fin da subito al progetto esecutivo in modo da poter procedere con gara all’inizio del prossimo anno e di avviare i lavori a fine 2016 per vedere la nuova torre piloti realizzata nel corso del 2017.


Il presidente Luigi Merlo ha ringraziato Renzo Piano per la generosità e ha sottolineato l’importanza del lavoro corale tra la Capitaneria, il Corpo Piloti e lo staff dell’architetto che ha portato ad un progetto che soddisfa pienamente le esigenze operative e tecnologiche che hanno ben illustrato in sede di presentazione sia l’Ammiraglio Vincenzo Melone che il Capo del Corpo Piloti John Gatti.

L’architetto Piano ha parlato del grande valore simbolico del progetto, della costante attenzione alla sicurezza in tutte le fasi della progettazione come dovere etico morale dopo la tragedia del 2013 e ha paragonato la nuova torre ad una sorta di sentinella chiamata a vegliare su un porto sicuro.


SECOLO XIX
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