10/12/2008 22:18 |
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GIOVANNA(GIANNA)FRANCESCA BERETTA nacque a Milano nel 1922 in una famiglia di fede profonda. I genitori contribuirono alla sua formazione e crescita umana con il loro prezioso esempio di carità cristiana.
Continuò a vivere in terra lombarda,Gianna,trasferendosi con la sua famiglia nella città di Bergamo,dove frequentò le scuole elementari e medie e si accostò alla Prima Santa Comunione e S.Cresima.
Prosegui' gli studi a Genova-Quinto al Mare,dove frequentò il ginnasio delle suore Dorotee.
Dopo la morte dei genitori maturò la decisione di intraprendere gli studi di medicina prima a Milano,poi a Pavia.
Durante gli studi lavorò con passione presso l'Oratorio delle suore Canossiane. Nel frattempo si specializzò in pediatria ed iniziò la sua missione di medico al servizio delle famiglie più povere,ponendo al centro delle sue attenzioni sia il corpo che l'anima dei suoi assistiti.
Nel 1955 Gianna sposò Pietro,l'uomo che tanto amava,una persona di grande fede,con il quale ebbe tre figli: Pierluigi,Maria Zita e Laura.
Visse una vita tranquilla,alternando i suoi doveri di mamma,moglie e medico fino a quando incontrò la malattia durante la sua quarta gravidanza,che si rivelò subito difficile e rischiosa.
E Gianna ,dimostrando grande generosità e coraggio,comunicò al medico la sua scelta di portare comunque a termine la gravidanza e la richiesta di salvare la vita che portava in grembo,anche a costo di sacrificare la propria.
Venne alla luce la piccola Gianna Emanuela,ma purtroppo le condizioni cliniche della mamma si aggravarono.
Gianna mori' serenamente,nella consapevolezza di aver donato la vita alla sua piccola creatura.
Gianna Beretta Molla fu beatificata il 24 aprile 1994 e dichiarata santa il 16 maggio 2004. [Modificato da Conny1810 10/12/2008 23:09] |
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11/12/2008 10:28 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.248 | Moderatore | |
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Riporto qui di seguito dei pensieri scritti da Gianna Beretta,che sono,a mio avviso,stupendi...
LA MISSIONE DEL MEDICO
BELLEZZA DELLA NOSTRA MISSIONE
"Tutti nel mondo lavoriamo in qualche modo a servizio degli uomini. Noi(medici) direttamente lavoriamo sull'uomo. Il nostro oggetto di scienza e lavoro è l'uomo che dinanzi a noi ci dice di se stesso,e ci dice "aiutami" e aspetta da noi la pienezza della sua esistenza...
Noi abbiamo delle occasioni che il sacerdote non ha. La nostra missione non è finita quando le medicine più non servono. C'è l'anima da portare a Dio e la nostra parola(dei medici) avrebbe autorità.
Ogni medico deve consegnarlo(l'ammalato) al Sacerdote.
Questi medici cattolici,quanto sono necessari!
Il grande mistero dell'uomo:egli è un corpo ma anche un'anima soprannaturale. C'è Gesù( che dice ):chi visita un malato aiuta "me".
Missione sacerdotale-come egli(il sacerdote) può toccare Gesù,cosi'noi(medici) tocchiamo Gesù nel corpo dei nostri ammalati:poveri,giovani,vecchi,bambini.
Che Gesù si faccia vedere in mezzo a noi,trovi tanti medici che offrono se stessi per Lui.
"Quando avrete finito la vostra professione-se l'avrete fatto- venite a godere la vita di Dio perchè ero ammalato e mi avete guarito."
(Blocchetto ricettario,? 1950-1951) |
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11/12/2008 16:27 |
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Gianna Beretta fu beatificata da Giovanni Paolo II , nell'anno Internazionale della Famiglia. Gli scritti che ha lasciato sono propio commoventi e ne lasciano un ricordo indelebile,che splendido esempio ha lasciato santa Gianna Beretta per tutti, il fatto che sia stata una persona normale incoraggia ad aver fiducia che la santità è alla portata di tutti basta fare della propia vita un dono per gli altri.
Lei infatti fece della sua professione il modo per aiutare i bisognosi specialmente bambini e anziani occupandosi non solo delle malattie ma anche dell'anima di coloro doveva curare.
Fin da piccola era stata educata da genitori meravigliosi a vivere seguendo gli insegnamenti di Gesù e facendole comprendere quanto sia importante aver fiducia in Dio e nella sua misericordia.
Cresciuta con questi valori vedeva la vita sempre dal lato positivo ed affrontava le difficoltà con la certezza che l'aiuto divino non le sarebbe mai mancato.
Per questa sua incrollabile fede riuscì a superare tutte le prove che la vita le pose nel suo cammino tra cui la perdita di entrambi i genitori il cui dolore non avrebbe potuto sopportare se non sostenuta dalla forza della fede.
Gianna aveva appreso dai genitori anche la consapevolezza della grande potenza della preghiera e nei momenti difficili non si scoraggiò mai convinta come era che per seguire Gesù bisognava abbracciare e accettare anche le sofferenze che prima o poi tutti dobbiamo affrontare senza mai perdere la pace del cuore pensando che ciò che Dio vuole è solo per il nostro bene.
La sua vita tutta dedita agli altri nei quali intravvedeva Gesù è veramente un grande esempio anche perchè è la dimostrazione che la forza della preghiera e della certezza che Dio ascolta sempre chi lo invoca, possono veramente far sopportare in sè stessi qualsiasi sacrificio, persino donare la vita.
Lei era una persona moderna anche per la mentalità dei nostri giorni ma questa modernità non le impedì di vivere appieno tutte le virtù, anzi, la sua modernità era il modo con cui Dio la fece suo strumento per portare la Sua parola a tutti quelli che la stavano cercando.
[Modificato da Conny1810 11/12/2008 16:38] |
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12/12/2008 10:46 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.683 | Amministratore | |
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12/12/2008 22:36 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.248 | Moderatore | |
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Davvero,Conny,tanto possiamo imparare da questa testimonianza,ma soprattutto ci trasmette il valore della vita umana,anche di quella che si porta in grembo e anche quella della persona molto anziana o malata! |
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13/12/2008 17:33 |
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Testimonianza davvero bella e commovente, importante specialmente al giorno d'oggi, in cui la vita è un argomento sempre in discussione. Gianna ci dimostra in modo concreto come le persone umili, che a volte per superficialità non vengono notate, sono quelle che alla fine fanno la differenza realizzando cose grandiose |
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14/12/2008 15:47 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.683 | Amministratore | |
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mi ha colpito anche questo messaggio di Santa Gianna rivolto agli uomini e alle donne, è un messaggio che invita a vivere la vita all'insegna dell'amore
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14/12/2008 18:01 |
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dobbiamo essere fiaccole di gioia, anche quando ci impongono doveri che vanno contro la nostra superbia.
Bellissima questa frase e molto significativa. E' verissimo il fatto che spesso le cose che Gesù ci insegna ci infastidiscono un pò, perchè spingono ad essere umili, ad agire nell'ombra senza farsi notare dagli altri. Questo atteggiamento di umiltà va contro la nostra natura, che ci spinge a cercare l'approvazione e il consenso delle altre persone. Ci lasciamo lusingare dai complimenti e amiamo essere amati non per ciò che siamo, ma per ciò che appariamo.
Invece dobbiamo imparare un concetto importante: l'unica cosa che dobbiamo fare è piacere a Dio. Fare contento Dio. Ascoltare Dio. Quello che dicono le altre persone non è importante e non serve a nulla per la nostra salvezza. |
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14/12/2008 19:44 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.683 | Amministratore | |
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La nostra vita è una palestra dove ci esercitiamo ad acquistare le virtù.
Per questo le persone che ci infastidiscono, gli eventi inaspettati che intralciano il nostro agire , tutte le contrarietà che incontriamo nella nostra vita, servono per farci progredire in una determinata virtù perchè diventare santi non vuol dire essere persone straordinarie dotate di chissà quali doni ma cercare di migliorare noi stessi per raggiungere il più possibile la perfezione delle virtù. Se si capisce questo, allora tutto quanto ci crea disturbo va guardato come il modo con Dio ci aiuta a far scorgere quello che in noi stessi va rivisto e migliorato. |
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14/10/2009 22:11 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.683 | Amministratore | |
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Il 13 ottobre di quest'anno, in Polonia, è stata benedetta la prima cappella dedicata a Santa Beretta Molla.
Tra i suoi appunti del 1945 - 1946, si legge:
“Amore e sacrifizio sono così intimamente legati, quanto il sole e la luce. Non si può amare senza soffrire e soffrire senza amare.
Guardate alle mamme che veramente amano i loro figlioli: quanti sacrifici fanno, a tutto sono pronte, anche a dare il proprio sangue purché i loro bimbi crescano buoni, sani, robusti!
E Gesù non è forse morto in croce per noi, per amore nostro! E’ col sangue del sacrificio che si afferma e conferma l’amore. Quando Gesù, nella S. Comunione, ci mostra il suo cuore ferito, come dirgli che lo amiamo se non si fanno sacrifizi da unire ai suoi, da offrirgli per salvare le anime?
E qual è la maniera migliore per praticare il sacrificio? La maniera migliore consiste nell’adorare la volontà di Dio tutti i giorni, in tutte le piccole cose che ci fanno soffrire, dire, per tutto quello che ci succede: “Fiat: la tua volontà, Signore!” E ripeterlo cento volte al giorno!
Non sono solo le grandi penitenze: portare il cilicio, digiunare, vegliare, dormire sulle tavole ecc., che fanno sante le anime, ma il vero sacrificio è quello di accettare la croce che Dio ci manda – con amore, con gioia e rassegnazione…“Amiamo la Croce” e ricordiamoci che non siamo sole, a portarla, ma c’è Gesù che ci aiuta e in Lui, che ci conforta, come dice S. Paolo, tutto possiamo.” [Modificato da Conny1810 14/10/2009 22:21] |
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