15/12/2008 17:56
L'inizio del cammino spirituale
DA DOVE INIZIA IL CAMMINO SPIRITUALE 


La fede è un atto di volontà per mezzo del quale si crede in ciò che Gesù ha rivelato e reso credibile con la sua vita. Da questo possiamo ricavarne una verità importante: sono io che decido di credere, è la mia volontà che conta, molto più di qualsiasi insegnamento. Gli impulsi dall'esterno, le testimonianze, l'esempio di altre persone, sono continui stimoli che il Signore ci manda per farci avvicinare a lui, ma la scelta è sempre e solo personale.
Tuttavia è altrettanto vero che il più delle volte, anche chi desidera avvicinarsi a Dio, non sa da che parte cominciare o a chi rivolgersi. Pensare in termini spirituali diventa sempre più difficile perché il mondo esterno spinge in tutt'altra direzione, rinnegando o addirittura discriminando qualsiasi cosa possa avere origine soprannaturale. Perché mai si dovrebbe cercare di scoprire se Dio esiste, se Dio è buono? Questa curiosità, questa urgenza di indagare sull'esistenza di Dio spesso sorge perché in realtà le cose materiali che tanto cerchiamo non riescono a darci quello che davvero vorremmo: la felicità, la pace. E la nostra anima, che ha costante bisogno di nutrimento, brama così tanto la pace interiore che il suo grido diviene insopportabile. La risposta è nella fede. Avere fede significa amare Dio e per amarlo occorre conoscerlo. Ecco da dove parte il cammino spirutuale: dalla conoscenza di Dio. Chiunque avverta questa fame di verità e voglia incamminarsi, dovrà iniziare, un piccolo passo alla volta, a conoscere Dio. Santa Teresa diceva "Dio non è amato perché non è conosciuto." Nei salmi troviamo in continuazione invocazioni allo Spirito Santo perché esso illumini le menti e le apra alla conoscenza di Dio: O mio Dio, rischiara le mie tenebre (Sal 17,29); Aprimi gli occhi (Sal 118,18); Manda la tua verità e la tua luce (Sal 42,3).
Quindi, da dove devo partire, che cosa mi occorre per credere in Dio, e soprattutto: perché dovrei credere in Dio? 

Cerchiamo di rispondere a queste domande un punto per volta, con l'aiuto dei Santi.


Da dove partire? Che cosa mi occorre?

Volontà: la prima cosa essenziale per iniziare un cammino è la ferma volontà di percorrerlo. Il lavoro e gli impegni quotidiani spesso non lasciano spazio alla riflessione, e un iniziale slancio di fervore può essere facilmente sopito dalla stanchezza. Ecco che allora la volontà e la fermezza ci vengono in aiuto e ci consentono di superare anche quei piccoli ostacoli che per pigrizia o per i tanti impegni quotidiani pensiamo di non poter superare. Diceva Sant'Agostino "La fede consiste nella volontà di chi crede". Per alimentare la volontà ricorriamo alla preghiera, chiediamo a Dio che ci dia forza. Ribadisce Sant'Alfonso Maria de Liguori: "Per farsi santi è necessario aver desiderio di farsi santi: desiderio e risoluzione. Alcuni sempre desiderano, ma mai cominciano a metter mano all'opera". Non ci si deve quindi scoraggiare se durante il cammino ci sono ostacoli o momenti di difficoltà. Ciò che conta è riuscire a risollevarsi e con determinazione ripartire senza darsi per vinti. (Per approfondire vedi: La volontà, un aiuto nel cammino spirituale).

Preghiera: a molti non piace l'idea della tradizionale preghiera, ritenendola noiosa e ripetitiva. Eppure è il mezzo che Dio ci ha dato per avvicinarsi a Lui. Nella preghiera Dio ci parla, ci illumina attraverso lo Spirito Santo, ci dona pace. Non si può progredire senza preghiera. La preghiera non è il semplice ripetere frasi a memoria. Per pregare davvero occore aprire il proprio cuore a Dio, meditare sulle parole, concentrarsi con fiducia. A quel punto la preghiera non sarà più una vuota ripetizione, ma sarà vero dialogo. Per cominciare si possono dire tre ave maria al giorno, per poi man mano progredire. Contrariamente a quanto si pensa aumenterà così tanto la gioia che la preghiera diverrà indispensabile. Dice Sant'Agostino:"Nella preghiera avviene la conversione del cuore verso Colui che è sempre pronto a dare se noi siamo in grado di ricevere. Nella conversione poi avviene la purificazione dell'occhio interiore, quando si escludono le cose che si bramavano temporalmente, e ciò affinché la pupilla del cuore possa sopportare la luce semplice che risplende senza tramonto o mutazione; e non solo sopportarla ma anche abitare in essa; e abitarvi non solo senza fastidio ma anche con ineffabile gaudio, nel quale consiste la vita veramente e genuinamente beata."
(Per approfondire vedi: La preghiera, il nutrimento dell'anima).

Amore: amore e conoscenza di Dio sono un tutt'uno. Più lo si ama e più lo si conosce, più lo si conosce e più lo si ama. Il Santo Curato d'Ars teneva molto all'importanza della preghiera e dell'amore: "Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio". "L'opera più bella dell'uomo è quella di pregare e amare". "Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell'uomo sulla terra." Chi ama vuole compiacere l'amato, ecco dunque che amare Dio significa fare la sua volontà, anche quando essa sembra portare sofferenza. Nel suo immenso amore, Dio fa tutto per il nostro bene, per la nostra salvezza. 

Ricordiamo sempre che "Dio non non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono" (Papa Francesco). Qualunque sia il nostro peccato, questo non ci impedirà di avvicinarci a Dio se noi abbiamo la volontà di farlo e la forza di chiedere perdono. Dio infatti è sempre in attesa del nostro arrivo e non vede l'ora che ci si rivolga a Lui. Non smettiamo mai questa continua ricerca. Non pretendiamo che le cose ci giungano senza alcuno sforzo. Abbiamo il libero arbitrio per decidere, per scegliere se amare o se non farlo, se incamminarci o meno. Se decidiamo di incamminarci, lasciamoci allora guidare.

Perché dovrei credere in Dio? 
Ancora una volta è Sant'Agostino che ci regala la risposta: "Comprendi dunque, se lo puoi, o anima tanto appesantita da un corpo soggetto alla corruzione e aggravata da pensieri terrestri molteplici e vari; comprendi, se lo puoi, che Dio è Verità. È scritto infatti che Dio è luce (1Gv 1, 5), non la luce che vedono i nostri occhi, ma quella che vede il cuore, quando sente dire: è la Verità". La ricerca della felicità è il nostro obiettivo, ma il mondo e le cose materiali raramente ci regalano sensazioni che vadano al di là della gioia momentanea, subito rimpiazzata da un altro desiderio, un'altra passione, un altro cruccio da soddisfare. Per il corpo è naturale farsi dominare dalle passioni, e queste inevitabilmente tengono incatenati in un luogo dove la vera felicità non c'è. Dio è invece verità, ed è a Dio che l'anima anela per essere libera. 
Dice il Santo Curato d'Ars: "l'uomo è stato creato per il Cielo".
La quotidianità spesso impedisce di riflettere su cosa sia veramente la felicità. Ma arriva sempre un momento in cui l'anima, assopita e stanca, manifesta la sua insoddisfazione. C'è chi la mette a tacere e cerca il benessere nelle cose materiali, chiedendone sempre di più e fabbricandosi una prigione con le proprie mani. Non è facile ascoltare se stessi o ammattere che qualcosa internamente non funziona. È molto più comodo e sbrigativo attribuire la colpa a fattori esterni, al caso o alla sfortuna; e così si perde l'occasione di rinnovare la propria vita e trovare finalmente la pace.
Più difficile, ma enormemente più saggio, è fermarsi e prendersi del tempo per riflettere su cosa proviamo davvero. Le persone sono spesso talmente infelici da pensare che la gioia nemmeno esista, smettendo quindi di cercarla, accontentandosi di cose piccole. Quando si avverte questa insopportabile frustrazione, Dio ci sta già aspettando per rivelarci la Sua realtà, farci provare la vera gioia che si trova solo nella fede. È un richiamo di amore che invita a guardare ben al di là dei propri occhi, oltre il proprio orizzonte.
 
- l'azione dello Spirito Santo
 
- come avvicinarsi a Gesù con la preghiera del cuore

- libri per intraprendere e proseguire il cammino spirituale
[Modificato da worry 03/10/2015 11:46]