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Dove si è nascosta la felicità?

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2011 12:36
05/06/2008 21:10
 
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la società odierna ci riempie di mille illusioni che cercano di far convinti che la felicità sia solo soddisfare il piacere. Ognuno di noi cerca la felicità ma sembra propio che nessuno riesca mai a raggiungerla . Mille problemi reali o creati da noi stessi per amor propio o egoismo sono sempre in agguato e minano la serenità e la gioia di vivere.
Ma se c'è tutto questo malcontento, questo lamentarsi su cose che non vanno per il verso giusto, dove è finita la felicita? forse non esiste o si cerca dove non si trova? [SM=x62654] [SM=x58975]
06/06/2008 15:00
 
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Semplicemente io penso che la felicità è un privilegio di pochi solo perchè la si cerca nelle cose sbagliate. E' un concetto molto semplice direi...infondo noi esseri umani siamo dotati di un'intelligenza sviluppata che ci permette di fare delle scelte e valutarne le conseguenze. Per esempio c'è chi pensa che la cosa più importante, e quindi quella che rende felici, sia essere ricchi. Benissimo, potrebbe anche darsi, solo che poi si diventa ricchi e non solo si è infelici, ma si tende anche a volere sempre di più fino alla noia... [SM=x1520194] Quindi una persona intelligente capirebbe che essere ricchi non è abbastanza.
C'è anche chi pensa che il massimo della vita sia fare carriera, diventare manager o cose simili e dedicare tutta la vita al lavoro per avere una soddisfazione personale e sentirsi realizzati. Fin qui tutto ok, non ho niente contro i manager o chi cerca realizzazione nel lavoro, anzi, secondo me è fondamentale fare un lavoro gratificante. Solo che poi se ci si dedica troppo al lavoro diventa difficilissimo avere una famiglia unita e serena, si perdono i contatti con gli amici, ci si isola, e poi quando arriva il momento di andare in pensione si diventa depressi...e magari anche soli...

Quindi alla fine secondo me l'unico problema della società di oggi è che si da generalmente troppa importanza al denaro, al successo e all'esteriorità...sarà anche un luogo comune ma è così...e secondo me è molto sbagliato. [SM=x58523]
06/06/2008 22:45
 
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Dove si e' nascosta la felicità?
Ma...noi corriamo e corriamo nel tentativo frenetico di appagare i nostri desideri a qualunque costo e pensiamo di poter raggiungere l'appagamento totale...ma poi,come dice Sofi,sopraggiunge la noia,l'insoddisfazione e, infine, l'abbattimento morale.

Dovremmo,invece,fermarci e predisporre tutto il nostro essere alla percezione della felicità;non è cosi' irraggiungibile,al contrario,è alla portata di tutti. Mi riferisco naturalmente alla felicità vera,profonda,quella che permea tutto il nostro essere e fa si' che i nostri occhi sorridano e che ci rende inclini ad aprirci nei confronti delle persone che ci circondano.
E' la felicità della nostra anima, la quale gioisce delle piccole cose di ogni giorno,si stupisce dinanzi alla grandezza e alla perfezione del creato e ci procura una miriade di sensazioni genuine,veramente appaganti.
[Modificato da doncsi 06/06/2008 22:49]
07/06/2008 12:12
 
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Re:
doncsi, 06/06/2008 22.45:

Dove si e' nascosta la felicità?
Ma...noi corriamo e corriamo nel tentativo frenetico di appagare i nostri desideri a qualunque costo e pensiamo di poter raggiungere l'appagamento totale...ma poi,come dice Sofi,sopraggiunge la noia,l'insoddisfazione e, infine, l'abbattimento morale.

Dovremmo,invece,fermarci e predisporre tutto il nostro essere alla percezione della felicità;non è cosi' irraggiungibile,al contrario,è alla portata di tutti.



come dici Doncsi la felicità è alla portata di tutti ma allora perchè c'è tanta infelicità ? perchè la strada non è conosciuta?


08/06/2008 11:35
 
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Vorrei tentare una prima risposta.

Forse si dovrebbe aprire gli "occhi dell'anima",come diceva San Teofilo di Antiochia nel lontano II secolo.
Cosi' potremmo distinguere ciò che dona una felicità ricca e durevole da ciò che procura soltanto un surrogato di felicità,ossia un qualcosa che è vacuo ed effimero.
10/06/2008 21:06
 
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il problema è che la felicità viene confusa con il sentimento di soddisfazione che si prova quando un desiderio materiale si realizza. ma questo sentimento dura poco, e subito si va alla ricerca di altro ed ecco che sopraggiunge l'insoddisfazione!!!! [SM=x58975] [SM=x58975]
[Modificato da worry 16/09/2008 16:51]
10/06/2008 22:43
 
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La felicità che una persona prova quando guarisce da una grave malattia è una felicità piena,poichè una energia nuova,proveniente dalla profondità dell'anima,affluisce a tutto il corpo e coinvolge tutto l'essere.
E' una nuova nascita,una nuova armonia con il mondo: uno stato d'animo che difficilmente si riesce ad esprimere.

In musica questa felicità è stata espressa in maniera sublime da Ludwig van Beethoven nel Quartetto in la minore op.132,ultimato nel luglio 1825,in segno di gratitudine a Dio per la guarigione da una grave malattia.
Il Quartetto contiene un canto di ringraziamento "Heilige Dankgesang eines Genesenen an die Gottheit"(Canzona di ringraziamento offerta alla divinità da un guarito,in modo lidico).
Il terzo movimento,uno dei piu' estesi e intensi di Beethoven, è formato da due parti: una parte corale e una parte più animata( Andante,in Re) con l'annotazione " Neue Kraft fuhlend"(Percependo una nuova forza). In quest'ultima parte viene tradotto in musica il sentimento di grandiosa felicità del compositore,espresso attraverso dei motivi lievissimi,intessuti di freschi motivi di danza. Una musica,sorta da un drammatico evento come la malattia,che attraverso una crescente tensione,giunge ad una dimensione spirituale di totale appagamento.
11/06/2008 15:48
 
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La felicità consiste nel saper assaporare le piccole cose e nel godere della bellezza commovente della vita.

Questo è il messaggio che il Professor Sandro Bartoccioni,cardiochirurgo umbro,ha voluto comunicarci ,poco prima della sua scomparsa, in un libro particolarmente interessante intitolato "Dall'altra parte".
Il libro contiene tre saggi,i cui autori sono medici che hanno vissuto la malattia dall'altra parte e,cioè,dalla parte dei pazienti.
Bartoccioni ha scritto il primo saggio proprio quando le forze lo stavano per lasciare,stremato dalla malattia.
Con la malattia egli ha potuto meglio apprezzare la gioia delle piccole cose...
Ecco ciò che egli scrive a questo proposito:
"La vita è calore,e io,oggi,assaporo ogni cosa,che sia un raggio di sole,un colore,un cibo,delle acque calde,un sorriso o il conforto di un abbraccio(...)"
Le definisce sensazioni intense:"Apprezzare e godere di un tramonto,dei colori del Tevere sotto casa in autunno o la spiaggia di Fano deserta e battuta dal vento e dalle onde".
L'autore riferisce di aver provato nuove sensazioni e di aver vissuto nuove emozioni,di aver passato giornate incantevoli grazie a una nuova consapevolezza che gli ha consentito di capire quali siano i veri valori della vita.
15/06/2008 19:57
 
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Le testimonianze che hai riportato sono molto toccanti e significative...ma bisogna anche considerare che le persone che vivono momenti difficili e sono tristi o hanno delle preoccupazioni trovano molta difficoltà nell'essere sereni. In questi casi trovare la felicità è molto difficile [SM=x62654]
15/06/2008 20:16
 
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La felicità, quella vera che si prova nel cuore sempre, quella che tutti cercano, non è difficile da trovare perchè Gesù ci ha insegnato la strada. [SM=g6500] La strada è una sola ed è quella di seguirne l'esempio e cercare con la propria volontà e con l'aiuto di Dio (che si deve chiedere ogni giorno), di migliorare se stessi partendo dalla più grande imperfezione e per poi arrivare a quelle più piccole. [SM=x63063]
Prima di iniziare questo percorso è importante perciò fare un sincero esame di se stessi e smascherare senza timore tutti i difetti e i vizi che fanno parte del nostro essere.
L'anima, anche se la parte umana non se ne accorge, sente che si cerca questo miglioramento e prova perciò grande gioia, gioia che trasmette a tutta la persona. Gesù invita continuamente a proseguire sulla strada del miglioramento di se stessi e ci chiede di fare intervenire in supporto la volontà sorretta dalla preghiera. [SM=g10535] Gesù ci incoraggia anche a non perderci d'animo e ci dice che non importa se e quante volte si cade, ciò che conta è ripartire con la certezza di riuscire con il Suo aiuto.
Questo percorso ci stupirà perchè i piccoli e impercettibili miglioramenti di ogni giorno, porteranno alla vera felicità dell'anima, che persisterà finchè con impegno si cercherà di proseguire su questa strada. [SM=x1520215] [SM=x58970]
16/06/2008 15:04
 
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Hai ragione Sofi,anch'io penso sia tutto piu' difficile nella malattia.Ma,forse,ci sono dei momenti in cui il tempo sembra dilatarsi e allora si fanno tante cose a cui prima non avevamo neppure pensato e questo dà una grande gioia e un senso di appagamento.
16/06/2008 15:41
 
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Della gioia nella tribolazione scrive anche il Papa nel Suo libro "Gesù di Nazaret",quando presenta le Beatitudini,parole che annunciano la gioia.

Cosi' scrive Joseph Ratzinger:

"Se l'uomo comincia a guardare e a vivere a partire da Dio,se cammina in compagnia di Gesù,allora vive secondo nuovi criteri (...) A partire da Gesù entra gioia nella tribolazione".
16/06/2008 16:04
 
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Sono d'accordo con te,Conny,anche il solo tentativo di migliorarci può dare una grande felicità alla nostra anima.
Forse noi cerchiamo la felicità là dove non è,mentre facciamo fatica a vederla là dove la si può trovare davvero.
Crediamo che la felicità consista nel soddisfare i desideri materiali e,ripeto,non sappiamo gioire delle piccole cose.
Penso che le parole di Sir Robert Baden Powell,fondatore dello scoutismo, siano una realtà su cui dovremmo meditare.

"Alcuni credono che la felicità derivi dal prendere.
Altri sanno che deriva dal dare".
17/06/2008 17:20
 
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Re:
doncsi, 16/06/2008 16.04:

Crediamo che la felicità consista nel soddisfare i desideri materiali e,ripeto,non sappiamo gioire delle piccole cose.




[SM=g6500] quello che si prova quando si soddisfa un bisogno non è felicità ma la gioia traboccante del momento che poi passa per lasciare il posto ad un altro desiderio da soddisfare , così non si è mai appagati pienamente. La vera felicità è un'altra cosa...per trovarla bisogna sapere che cos'è e dove andarla a cercare... [SM=x58970] [SM=x58970] [SM=x58970]
25/06/2008 14:42
 
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A proposito della felicità, Anselm Grun,teologo e monaco benedettino,scrive delle frasi molto interessanti:

" E' soltanto dentro di noi. Tuttavia,benchè sia nascosta li',non si fa trovare tanto facilmente. C'è bisogno di una sensibilità acuta per percepirla. Abbiamo bisogno del silenzio per entrare in contatto con la felicità che giace in noi al fondo del nostro cuore. Se siamo sempre solo in movimento non la percepiremo dentro di noi. E'come un lago. Soltanto quando è completamente calmo ci si riflette dentro la bellezza del mondo. Solo quando siamo in silenzio si rispecchia in noi lo splendore che ci circonda. Allora avvertiamo la gioia che è presente in noi ".
25/06/2008 21:22
 
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[SM=g6392] [SM=g6392] [SM=g6392] [SM=g6804] [SM=g6804] [SM=g6804]

il tema della felicità sta interessando molto e da un recente studio svolto da Enrico Finzi, ricercatore e Presidente di Astraricerche, è emerso che in Italia le donne sono più felici degli uomini. [SM=g6392] [SM=g6390]

La ricerca ha dimostrato che anche nel nostro Paese si è iniziato a capire che ricchezza non è sinonimo di felicità, perchè se è vero che i poveri sono i più infelici, è altrettanto vero che i ricchi non sono i più appagati.

Ma perchè le donne sono le più felici?

Perchè le donne hanno sviluppato la capacità di accontentarsi, di apprezzare ciò che è sufficiente!!

Le donne hanno sperimentato che l'infelicità nasce dalla bramosia del successo, del denaro, dell'avere sempre più e che la felicità non vuol dire essere sempre occupati a comprare o a produrre perchè si pùò trovare la gioia in tante fonti diverse. [SM=x1520190]

Da questo studio emerge che hanno anche capito di aver corso troppo e troppo velocemente! [SM=x1459667]

Cosa fare allora per ritrovare gioia e entusiasmo?

Le donne hanno trovato una cura che non è solo rallentare i ritmi e riprendere fiato ma, guardando al passato, ritrovare i valori fondamentali del vivere. [SM=x1520190]

10/09/2008 23:44
 
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Bella questa discussione sulla felicità! Ogni essere umano, nella propria vita, è alla continua ricerca della felicità! Probabilmente non esiste un concetto assoluto di felicità: ognuno ha la "propria" felicità, o meglio, la propria dimensione di gioia e serenità! Per una persona la felicità può essere incarnata nell'aver accanto la persona amata, a prescindere dal luogo e dalle circostanze; per altri la felicità può consistere nello stare da soli a meditare; per altri la felicità è poter aiutare il prossimo; ....gli esempi sono infiniti! Conosco persone per le quali la felicità è data dall'appagamento dei sensi (ad esempio una mega abbuffata al ristorante o una serata ad ubriacarsi!). Per me la felicità è trovare quella gioia e quella pace interiore che sembra poterci far toccare il cielo con un dito! Personalmente reputo che la felicità possa scaturire da:
1. una situazione lavorativa appagante e gratificante (fare il lavoro che piace è importantissimo per l'equilibrio interiore!!);
2. essere innamorati e riuscire a costruire una famiglia;
3. non lasciarsi trascinare eccessivamente dalle mode e dalle smanie della società moderna e saper ancora apprezzare le cose semplici e genuine;
4. vivere a contatto con gli altri e saper non soltanto ricevere, ma anche dare, in maniera disinteressata.
Tutto questo è felicità! Ma si tratta della "mia" di felicità! Forse per molti altri tutto ciò non rappresenta la felicità, anzi.
Saluti, Benny.
16/09/2008 17:12
 
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la felicità è anche saper desiderare ciò che già si possiede in altre parole il sapersi accontentare e non porsi degli obbiettivi troppo alti da raggiungere.
Bisogna non confondere il sentimento di gioia che alle volte si prova, con il vero significato di felicità.
Quest'ultima va ricercata dentro di noi e riguarda la parte spirituale di ogni persona, al giorno d'oggi invece si tende a non dare importanza alla spiritualità e si cerca di convincere che solo attraverso la materialità si possa raggiungere la piena gioia.
Come avete detto , se così fosse, non si spiegherebbe come le persone che possono soddisfare ogni loro desiderio materiale molto spesso sono infelici.
Il motivo è che mentre la loro parte umana (con i sensi ) è soddisfatta, la parte spirituale, quella che sola sa dare felicità non ha il nutrimento che le serve, la conseguenza è che tutto l'essere prova costante insoddisfazione perchè soddisfare solo la parte umana non dà felicità mentre anche se pare assurdo, quando la parte spirituale ha il sopravvento si può essere felici anche nelle prove della vita. [SM=g6392] [SM=g6392] [SM=g6392]
[Modificato da worry 16/09/2008 21:01]
01/10/2008 15:23
 
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Ho conosciuto persone che hanno soddisfatto non so quanti desideri materiali e non sono mai state realmente felici...hanno sempre desiderato dell'altro...Ad esempio, una moto nuova, un cellulare nuovo,un computer nuovo,passati che siano alcuni mesi, non sono più nuovi,di conseguenza queste persone vanno subito alla ricerca di modelli più moderni. La loro felicità è cosa effimera,durerà forse un giorno e, una volta dissolta, non rimane nulla all' infuori di un'eterna insoddisfazione e un senso di amarezza.
Con le tue chiare parole,Conny,hai sintetizzato molto bene quanto è emerso da questa affascinante discussione. Come giustamente affermi tu,la parte spirituale è quella che dà la felicità vera e duratura,quella parte che emerge nel momento in cui desideriamo fare del bene agli altri,consolare qualcuno che soffre o aiutare una persona malata.
01/10/2008 17:35
 
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Secondo me il problema non è doversi porre obiettivi, ma quali obiettivi ci si pone. Mi spiego...a mio parere è fondamentale, vitale per una persona avere degli obiettivi e delle mete da raggiungere nella propria vita. E non trovo nulla di ingiusto nel desiderare qualcosa di grande. Il problema sta invece nel motivo per cui si vuole raggiungere quel traguardo. Se una persona per esempio vuole diventare chirurgo perchè sente di poter aiutare le persone salvando delle vite e si sente pronto per una simile responsabilità, i suoi scopi e i suoi obiettivi sono ammirevoli. Ma se una persona vuole diventare chirurgo per guadagnare molti soldi e per sentirsi importante ed avere un lavoro di prestigio, ecco che sorgono i problemi! Non c'è nulla di sbagliato nel voler fare qualcosa di grande, anzi, come diceva Gandhi, solo coloro che sono così folli da pensare di cambiare il mondo lo cambiano davvero. Il punto sta se si vuole fare qualcosa per aiutare gli altri o se solo per il proprio interesse
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Se il tuo cuore è ansioso di fare qualcosa per i fratelli e desideri entrare in questo mondo di luce,  puoi supplicare con ardore il Signore. La preghiera è una delle più alte forme di carità. Se poi cerchi altri meravigliosi fratelli che possono unirsi a te nella preghiera in un cuore solo, allora visita il sito del Monastero Invisibile di carità e fratellanza. Lì troverai una famiglia disposta ad accoglierti a braccia aperte...


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