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Erzelli (Leonardo Technology Village): un progetto in evoluzione.

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2018 09:30
28/11/2007 11:29
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La facoltà di Ingegneria ha già visionato alcuni progetti, con tanto di valutazione degli spazi per ciascun dipartimento e si è mossa con i piedi di piombo prima di accettare un accordo per il loro trasferimento.

Per gli "Erselli" (anche io ho visto questa denominazione in una vecchia carta topografica...) ci vuol un mezzo di trasporto con una capacità intorno ai 2-3 mila passeggeri all'ora, picco che potrebbe verificarsi soltanto in alcuni momenti della giornata.
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Re:
cliobini, 11/28/2007 11:29 AM:

La facoltà di Ingegneria ha già visionato alcuni progetti, con tanto di valutazione degli spazi per ciascun dipartimento e si è mossa con i piedi di piombo prima di accettare un accordo per il loro trasferimento.

Per gli "Erselli" (anche io ho visto questa denominazione in una vecchia carta topografica...) ci vuol un mezzo di trasporto con una capacità intorno ai 2-3 mila passeggeri all'ora, picco che potrebbe verificarsi soltanto in alcuni momenti della giornata.




3000 passeggeri l'ora agli Erzelli (o Erselli) ??? [SM=g27993]
28/11/2007 13:04
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Se ci devono andare 5.000 studenti, professori, dipendenti dei dipartimenti e quelli che lavoreranno nelle altre aziende...
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Re:
cliobini, 11/28/2007 1:04 PM:

Se ci devono andare 5.000 studenti, professori, dipendenti dei dipartimenti e quelli che lavoreranno nelle altre aziende...




Non mi spaventa tanto quello, fra xmila anni ci sara' sto polo, ma come arriveranno in quella zona !
20/12/2007 21:24
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Date un'occhiata qui, si inizia a capire qualcosa di più...


21/12/2007 13:30
L'ultimo fotomontaggio con gli Erzelli nuovi ripresi dal mare mi ha colpito, non ho ancora capito se l'impatto sarà ottimo o terribile. Certo è che sembrerà una piccola città sulle nuvole.
31/01/2008 10:21
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Reportage su Erzelli da Il Secolo XIX
31 gennaio 2008
Ecco la nuova city di Genova
Marco Menduni
menduni@ilsecoloxix.it
Ferruccio Sansa
sansa@ilsecoloxix.it

Oggi il sindaco Marta Vincenzi e Renzo Piano presentano le linee del nuovo piano regolatore della città. Ma l’attenzione è puntata sul progetto (“ereditato” dalla passata amministrazione di Giuseppe Pericu) per la collina degli Erzelli, la cosiddetta cittadella hi-tech, che sta creando più di un malumore in Comune. Il nodo della questione: lo spazio riservato alle residenze. In origine si prevedevano circa 55 mila metri quadrati. Ora si è passati a 105 mila. Non solo: ci sono altri 104 mila metri quadrati che i fautori del progetto fanno rientrare nello spazio delle aziende hi-tech, mentre i detrattori li comprendono negli uffici. Insomma, la domanda è secca: gli Erzelli sono ancora il distretto tecnologico che cambierà l’economia di Genova? O si sono trasformati soprattutto in una grande operazione immobiliare?

Erzelli, parte il confronto sulla collina della tecnologia

È il giorno di Renzo Piano e dell’Urban Lab. Oggi in consiglio comunale si parlerà di quindici grandi progetti e di cinquanta minori che ridisegneranno Genova. “Verso il piano regolatore”, è il titolo dell’incontro che traccerà le linee guida dello sviluppo urbanistico della città. Ma in Comune, e non solo, si parla soprattutto di un progetto, il principale, uno dei più imponenti della storia urbanistica genovese: gli Erzelli. La cittadella che sorgerà sulla collina alle spalle di Cornigliano, il quartiere delle acciaierie. A Palazzo Tursi stanno crescendo le perplessità e qualcuno vorrebbe studiare soluzioni alternative. Il nodo della questione è soprattutto uno: lo spazio riservato alle residenze. In origine (secondo i dati del Comune) si prevedevano circa 55 mila metri quadrati.

Adesso si è passati a 105 mila. Non solo: ci sono altri 104 mila metri quadrati che i fautori del progetto fanno rientrare nello spazio riservato alle aziende hi-tech, mentre i detrattori li comprendono negli uffici. Insomma, la domanda è secca: gli Erzelli sono ancora il distretto tecnologico che cambierà l’economia di Genova? O si sono trasformati soprattutto in un’operazione immobiliare? Una cosa è sicura: con 413 mila metri quadrati di nuove costruzioni, 6.800 posti auto, oltre venti torri e un miliardo di euro di investimento, il nuovo progetto - come mostrano le ricostruzioni al computer - cambierà il paesaggio di una città dove occasioni di questo genere non si ripeteranno. Prima di dare il via libera occorre essere certi che sia la scelta giusta per Genova.



Il progetto di realizzare un distretto tecnologico sulle alture nasce all’inizio del Duemila. Il padre dell’idea è il noto e brillante imprenditore Carlo Castellano, numero uno dell’Esaote, industria genovese specializzata nelle alte tecnologie. È lui che ci crede, che punta sulla creazione di un distretto genovese sul modello di quello francese di Sophia-Antipolis (vicino a Nizza). E la scelta cade sugli Erzelli, perché sono vicini all’autostrada e all’aeroporto, ma soprattutto perché, pur sotto i container, c’è uno dei pochi spazi liberi dal cemento di Genova. I primi dati contenuti nella Pianificazione Urbanistica Comunale (Puc) parlano di una densità di edificazione pari a 0,75 metri quadrati su metro quadrato (incrementabili fino a 1). Termini tecnici, poco decifrabili: in pratica si parla di una superficie di 210 mila metri quadrati.

Nel 2004 ecco il primo grande cambiamento: la superficie agibile lievita fino a 400 mila metri quadrati, il 70 per cento dei quali sarebbe destinato a imprese, laboratori di ricerca e formazione, mentre il restante 30 per cento è assegnato a funzioni residenze, servizi, cultura, strutture sportive. E qui entra in gioco l’architetto genovese Renzo Piano, che con il suo studio Building Workshop viene incaricato del progetto. Ecco i dettagli: i nuovi edifici, 5 torri che raggiungono i 165 metri di altezza, sono disposti ai margini della spianata degli Erzelli. Lo scopo: «Renderli il meno visibili possibile dalla città», disse allora l’architetto. Gli spazi dovevano essere così divisi: 239 mila metri quadrati destinati a laboratori, settore produttivo e servizi. Altri 153 per uffici, laboratori e residenze (55 mila metri quadrati).

Un complesso imponente, ma arretrato rispetto al crinale della collina. Verso sud, verso il mare doveva sorgere il parco (il più grande di Genova con una superficie di 465 mila metri quadrati, cioè 46 ettari) che digradava verso la città. Ma nel dicembre 2005 la situazione cambia: il Comune amplia la porzione di edilizia residenziale. In origine la delibera vincolava il 70 per cento degli Erzelli ad attività produttive e il 30 per cento al residenziale. Nell’ambito di questo 30 per cento, un 15 per cento dello spazio era destinato al parco verde, un altro 10 per cento alle attività commerciali e il restante 5 per cento alle residenze. La giunta del sindaco Giuseppe Pericu, però, modifica queste ultime percentuali, stabilendo che le residenze potranno arrivare a pesare per il 25 per cento del totale, mentre il verde e le attività commerciali dovranno spartirsi il restante 5 per cento.

E ancora: «A fronte di investimenti produttivi rilevanti e relative esigenze di residenzialità», la quota del 30 per cento potrà essere maggiorata di un altro 10 per cento. Insomma, lo spazio “residenziale” potrebbe arrivare al 40 per cento. Ecco i dati più aggiornati forniti dal Comune: i metri quadrati complessivi sono 413 mila (per dare un’idea la Fiumara copre una superficie di 168 mila metri): 90 mila andranno all’università, 105 mila saranno destinati alle nuove residenze, 104 mila andranno all’industria ad alta tecnologia e altri 104 mila saranno occupati da terziario e direzionale. Infine saranno costruiti 6.800 posti auto (a Fiumara sono circa 4 mila) che dovrebbero coprire altri 200 mila metri quadrati. Non solo: il progetto di Piano prevedeva un grande parco rivolto alla città, mentre il disegno di Mario Bellini (un architetto non certo sconosciuto) prevede uno spazio verde tra i palazzi. Ancora: Piano aveva disegnato 5 grattacieli con altezze fino a 165 metri, mentre Bellini ha previsto torri più basse, ma più numerose (oltre venti). Che cosa è successo tra il disegno di Piano e l’ultimo progetto di Bellini? Una cosa soprattutto: oggi l’iniziativa è sostanzialmente passata di mano.

La società Genova High Tech spa non è più in mani genovesi. Nel luglio 2005 nella compagine azionaria è entrata (con il 67 per cento delle azioni, cioè la maggioranza) la Leonardo Technology spa, di cui fanno parte la banca Intesa San Paolo, Euromilano, Aurora Costruzioni, Banca Carige (con la Nuova Erzelli srl) e Coop Liguria (attraverso la Nuova Erzelli srl e la Talea spa). Insomma, almeno a livello azionario, il baricentro sembra essersi spostato verso società del settore finanziario e immobiliare. Amministratore delegato della Leonardo Technology è Pino Rasero, amico personale di Romano Prodi. I consiglieri sono Roberta Ferrari (presidente del consiglio di amministrazione e vicepresidente di Coop Liguria), Giovanni Ferrari e Alessandro Pasquarelli.

C’è anche un altro tassello. Secondo le informazioni in possesso del Secolo XIX, tutta l’area da edificare è stata suddivisa in un fitto reticolo di sottozone urbanistiche. Qual è la conseguenza? Il progetto, ereditato dalla precedente amministrazione Pericu, è praticamente blindato. Se la nuova giunta di Marta Vincenzi dovesse chiedere modifiche anche di lieve entità, dovrebbe accollarsi l’onere di pesantissime penali. La questione delle aree, acquistate dal Gruppo Spinelli che le utilizzava per accatastare i container, è stata bersagliata negli ultimi mesi da una lunga serie di polemiche politiche. Interpellanze in Parlamento del deputato Aleandro Longhi (Pdci), in Regione di Tirreno Bianchi (Pdci), in Comune dell’ex sottosegretario Alberto Gagliardi, oggi consigliere comunale di Forza Italia.

Un attacco bipartisan, insomma. «Il 13 ottobre 1998 Spinelli acquistò l’area per otto miliardi di lire. Il 22 giugno 2006 la Genova Hi Tech acquistò dal Gruppo Spinelli l’area comprata nel ’98 più qualche lotto di minor pregio. Il Gruppo Spinelli incassò 35 milioni di euro», ricorda Longhi. Di più: nel mirino finisce l’accordo del giugno 2006 tra la Spa Cornigliano (lo firmò il presidente pro tempore Giuseppe Pericu) e il Gruppo Spinelli: in questo caso la firma fu dello stesso Aldo Spinelli. Accordo con la partecipazione di Regione, Provincia e Comune di Genova (Pericu, all’epoca, era sindaco). E nelle interrogazioni è polemica dura sui 140 mila metri quadrati delle acciaierie, l’area rimasta libera dopo la dismissione degli impianti siderurgici dove Spinelli porta i container.

Sulla nuova area e sul prezzo concordato con Spinelli: «Soltanto tre euro l’anno a metro quadro: molto, molto meno di quanto pagano le aziende che operano in zona portuale», sostengono i critici. Ora sul piatto c’è il nuovo progetto Erzelli. I nodi di cui si parla in Comune sono soprattutto due: «C’è l’aumento delle superfici residenziali e ci sono quei centomila metri quadrati di uffici. Ma c’è anche un’altra incognita: se le grandi industrie, come Esaote ed Ericsson e l’Università portano qui la loro sede... che cosa ne sarà degli spazi che occupavano in città e che sono stati lasciati liberi? Insomma, dopo le nuove costruzioni in collina, potrebbero arrivarne altre in città».
18/04/2008 15:54
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Erzelli, maxifinanziamento di 140 milioni
la Regione anticipa i soldi all'Università

Stanziamento rimborsabile in quindici anni. In cambio l´ateneo darà la sede di Albaro
di Ava Zunino

La Regione è pronta e agirà come se fosse una banca, anticipando un finanziamento ad un altro ente pubblico. Lo farà per l´Università di Genova: anticiperà 140 milioni di euro per costruire ad Erzelli la nuova Facoltà di Ingegneria. Sarà, come recita l´articolo diciannove del bilancio 2008 discusso ieri mattina in consiglio regionale: «un finanziamento rimborsabile in quindici anni per la realizzazione del progetto relativo all´insediamento di una sede universitaria permanente per gli studi di Ingegneria nell´ambito del polo di ricerca ed attività industriali degli Erzelli». Significa che il progetto può partire e che l´Università avrà subito a disposizione i finanziamenti, a prescindere dall´entità e dalla tempistica degli stanziamenti assicurato dal governo (che finora ha assegnato 75 milioni di euro in 15 anni) e anche dalla vendita dell´insediamento di Albaro in cui la Facoltà rimarrà fino al trasloco. L´approvazione del bilancio della Regione, previsto per la prossima settimana, renderà operativo questo impegno.

«Nel momento in cui l´Università ci porterà il contratto con chi realizzerà la nuova facoltà ad Erzelli - spiega il presidente Claudio Burlando - noi assicureremo il finanziamento». Un modo per far decollare Erzelli: «che è un´operazione molto significativa - dice Burlando - per la quale il pool delle aziende ci ha chiesto solo una cosa: il mix di aziende, ricerca e università che, dicono, è la condizione per far decollare questo tipo di insediamenti tecnologici». L´Università rimborserà la Regione: «che si fa carico di attualizzare i finanziamenti e di coprire il differenziale; in cambio l´Università darà a noi i finanziamenti dello Stato mano a mano che arriveranno e poi, quando tutto sarà finito, saremo noi a cartolarizzare l´insediamento di Albaro».

Del finanziamento si è parlato ieri durante il dibattito del consiglio sul bilancio. Il consigliere del pdl-ex Udc Nicola Abbundo ha obiettato: «di fatto la Regione opera come una banca e fa un prestito rimborsabile all´Università di Genova, ad un tasso inferiore a quello di mercato. E´ un fatto senza precedenti: come respingere in futuro una richiesta analoga del Comune di Genova o della Provincia di Imperia?». Gabriele Saldo (Fi-Pdl) ha detto: «di fatto diventiamo finanziatori di Erzelli». L´assessore alle risorse finanziarie, G. B. Pittaluga, ha risposto: «Capisco, non siamo una banca ma è compito di questa Regione accompagnare l´Università in una operazione vitale per la città. Sono d´accordo che la Regione non deve diventare una banca e anticipare soldi alle istituzioni. Ma in questo caso conosciamo la situazione dell´Università che non ha fondi sufficienti ed ha una fragilità di cassa che non le consente interventi».

Nel dibattito di ieri Gianni Plinio di An ha criticato la scarsità dei tagli ai costi della politica e ha proposto una riduzione del 50 per cento di voci come: «le missioni in Italia e all´estero degli assessori: (190 mila euro); 43 mila euro di pedaggi autostradali; 530 mila euro per funzioni di segreteria politica degli assessori e 350 mila euro per iniziative di rappresentanza del presidente della giunta».
(18 aprile 2008)


Erzelli, atto finale: firmano le aziende

A giorni a Roma il protocollo con Ericsson-Marconi. Poi arriveranno le altre. Oltre 400mila metri quadri acquistati da Genova High Tech per 39 milioni

di Massimo Minella

Potrebbe anche l´essere l´ultimo atto di Fabio Mussi da ministro dell´Università e della Ricerca Scientifica. Di certo, sarà il primo di un´azienda privata che decide di scommettere sugli Erzelli. E´ infatti imminente la firma del protocollo d´intesa fra il ministero, gli enti locali e la società proprietaria delle aree e titolare del progetto, Genova High Tech, che assegna al colosso industriale Ericsson-Marconi una serie di finanziamenti vincolati all´insediamento nell´area degli Erzelli. Progetti specifici e mirati nel campo della ricerca e della produzione che il gruppo, oggi costretto negli spazi di Sestri Ponente dell´ex Torrington, potrà sviluppare sulla collina in cui la società guidata da Carlo Castellano realizzerà il villaggio tecnologico.

Nulla, quindi, sembra più opporsi alla creazione del progetto Leonardo, nato ufficialmente il 22 giugno del 2006, quando la società Genova High Tech firma con la Erzelli srl presieduta da Aldo Spinelli l´atto di compravendita di fronte al notaio Cattanei di Genova. Per 39 milioni di euro passano così di mano oltre 400mila metri quadri di preziosissimi terreni sulla collina che da quel momento inizia a svuotarsi dei suoi container (che si trasferiscono nell´area bonificata di Cornigliano, ma questa è un´altra storia).

Passano dieci mesi dall´acquisto e gli enti locali, ad aprile 2007, firmano lo schema di assetto urbanistico e, insieme, l´accordo di programma che regola la realizzazione del parco scientifico e tecnologico "Leonardo" agli Erzelli. Il lavoro di pressing di Castellano e degli altri azionisti di Genova Hig Tech era già iniziato da tempo su quelle aziende interessate alla nuova scommessa genovese. E l´impegno è stato ribadito ancora nei giorni scorsi, quando Castellano, presidente di Esaote, è stato riconfermato alla guida del Dixet, il club d´imprese che raccoglie oltre 100 aziende genovesi dell´hi-tech.


Fondamentale, a questo punto, che nel nome dell´hi tech possano convivere le iniziative private e quelle pubbliche, a cominciare dall´università di Genova che qui intende realizzare il suo Politecnico. E sono proprio gli Erzelli a candidarsi come la sede ideale per la creazione di un polo che, oltre al Politecnico, possa fare spazio a laboratori, centri di ricerca e imprese hi tech. Sarà questo il cuore di un villaggio tecnologico in cui andranno fisicamente a convivere studenti, professori, ricercatori e tecnici delle aziende. La prima fase dei lavori di costruzione del villaggio, affidata alla società milanese Aurora Costruzioni, riguarderà il comparto università e il subsettore dove troveranno spazio le prime aziende dell´hi tech. La scadenza è già precisa: il 2010. E nell´attesa sono già state avviate tutte le operazioni per l´interramento degli elettrodotti e dell´ossigenodotto che attraversano gli Erzelli.
(18 aprile 2008)
25/06/2008 14:20
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«Ma quanto costa mandare Ingegneria fino agli Erzelli?»

24 giugno 2008

articolo di Gilda Ferrari

Il Rettore chiede garanzie: «Non freniamo, ma non ci indebiteremo». Castellano: «Problemi superabili»

«Ancora non abbiamo il progetto definitivo di EuroMilano, quindi non sappiamo esattamente quanto costerà il trasferimento di Ingegneria agli Erzelli. Di certo non intendiamo indebitarci per l’acquisto di una cosa futura. Aspettiamo di incassare i denari pubblici promessi. Ma se la stima di 140 milioni di euro fatta a suo tempo risultasse insufficiente, sarebbe un problema serio». Gaetano Bignardi, rettore dell’Università di Genova, mette le mani avanti.

«Quello che mi preoccupa è l’aumento dei costi con il passare del tempo - dice - Si sa come vanno queste cose. Di certo l’Università non si indebiterà, perché non è nelle condizioni di farlo. Né possiamo assumere decisioni prima di ottenere informazioni, chiarimenti e garanzie su tutta una serie di questioni ancora incomplete».

La scorsa settimana il consiglio di amministrazione dell’Università di Genova ha vincolato l’approvazione della relazione sul piano di trasferimento di Ingegneria a Erzelli, nel ponente genovese, all’ottenimento di (testuale) «certezza» rispetto «alla sostenibilità del quadro economico finanziario a carico dell’ateneo, alle infrastrutture di accesso e ai tempi della loro realizzazione, agli effettivi spazi per la facoltà di Ingegneria».

Nessuno mette in discussione la bontà di quel progetto Leonardo promosso da Carlo Castellano e oggi gestito da Genova High Tech, società che ha nei costruttori di EuroMilano il socio di riferimento: un villaggio scientifico e tecnologico fatto di centri di ricerca (Ingegneria, Cnr, Iit), imprese high tech e residenze circondato da un grande parco verde pubblico.

Il progetto prevede che la facoltà di Ingegneria - 4.000 persone tra studenti e docenti - sia tra le prime realtà a insediarsi nella cittadella, su una superficie utile di 90mila metri quadrati. Il consiglio di facoltà ha già dato l’okay al trasferimento, purché, come spiega il preside di Ingegneria Gianni Vernazza, «gli edifici siamo realizzati secondo le esigenze della facoltà e l’area sia perfettamente accessibile dal punto di vista infrastrutturale».

Che il progetto proceda lo dimostra l’attesa (a breve) firma sul contratto tra Genova High Tech ed Ericsson, prima azienda impegnata nel trasferimento, per l’affitto di 36mila metri quadrati suddivisi in due palazzine. Giunti alla stretta finale, i consiglieri di amministrazione dell’ateneo pretendono però maggiori garanzie. «Quando sento parlare di problemi finanziari mi scandalizzo». Carlo Castellano, presidente di Esaote e convinto promotore del progetto Leonardo, si accalora e usa termini forti.

«È necessario comprendere una volta per tutte che la cittadella della tecnologia non è un progetto immobiliare - interviene - ma nasce dall’esigenza delle imprese e dell’Università, anche in funzione del Politecnico, di crescere e di essere sinergici». «Certo ci sono difficoltà finanziarie - ammette l’imprenditore - è normale che sia così, il progetto è ambizioso. Ma tali difficoltà possono essere risolte. Tutto sta nella consapevolezza che gli enti locali e il governo hanno delle ragioni per le quali è nata l’idea di costruire un quartiere scientifico e tecnologico dove aziende e ricercatori possano lavorare insieme. Sbaglia chi nutre perplessità, le risorse finanziarie sono un problema relativo».

Relativo e tuttavia da chiarire, secondo gli amministratori dell’Università di Genova. «Non vogliamo frenare - precisa il rettore - ma abbiamo bisogno di chiarimenti. A cominciare dal costo dell’operazione, visto che quei 140 milioni sono solo una stima iniziale. Quindi abbiamo bisogno di cominciare ad incassare i denari promessi dallo Stato, visto che non siamo in grado di anticiparli».

A Ingegneria, intanto, si porta avanti il processo di validazione interno delle decisioni relative alla delocalizzazione, con buona pace di quei docenti che non hanno mai guardato con simpatia la collina di Sestri. «Agiamo su due fronti - spiega Vernazza - Con il costruttore definiamo l’esigenze della facoltà in rapporto agli edifici in termini di aule, laboratori, spazi necessari alla didattica. Quanto all’infrastruttura viaria, diamo suggerimenti ma non interveniamo sulla progettazione. Abbiamo scelto il trasferimento, purché l’area sia accessibile nei tempi previsti». Ad oggi i denari stanziati per l’operazione sono i 75 milioni previsti dalla Finanziaria 2007, suddivisi in tranche da cinque milioni da erogarsi nell’arco di 15 anni. Qui Bignardi si fa caustico: «Dovremmo incassare i primi 10 milioni».

La Regione si è impegnata per i restanti 65 milioni, a meno che l’ateneo non individui fonti di finanziamento alternative. E siamo ai 140 milioni stimati nell’accordo di programma siglato tra Regione Liguria, Università e Comune di Genova. Ora spetta a EuroMilano definire il costo definitivo e reale dell’operazione. «È quello che aspettiamo di conoscere», insiste il rettore.
10/07/2008 10:51
La facoltà d'Ingegneria, giustamente, sta andando molto cauta sul trasferimento agli Erzelli. Continua a porre il problema dei mezzi pubblici e fa bene, qualcosa mi dice che questi (banche e costruttori) vorrebbero risolvere con un bus ogni mezz'ora...
Perché in Italia non c'è una legge che obblighi i promotori di un operazione edilizia o commerciale a stanziare una quota per finanziare i mezzi pubblici? questo succede in molti paesi esteri in cui addirittura prima fanno le infrastrutture di trasporto pubblico e poi costruiscono... Madrid e Copenhagen insegnano
10/07/2008 11:33
io resto dell'idea che questa "città delle nuvole" non la faranno mai
[SM=x1177057]
12/08/2008 16:24
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Sembra che oramai sia sicura la nascita dei palazzi della Ericsson agli Erzelli!
Speriamo che vada in porto almeno questa cosa fino in fondo con il reale progetto.
12/08/2008 16:43
È stato confermato che i lavori partiranno tra la fine di quest'anno e i primi del 2009. Però per l'impianto di trasporto pubblico per arrivare in cima alla collina non c'è nulla di concreto.
12/08/2008 17:00
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classica situazione all'italiana, insomma [SM=g27992]
06/10/2008 17:17
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Erzelli city, il futuro in collina
A fine mese il primo colpo di piccone, investimento di un miliardo di euro

di Massimo Minella



Non chiamatelo più villaggio. Quello che alla fine del mese conoscerà il suo primo colpo di piccone sarà un parco. Un parco della scienza e della tecnologia, in cima alla collina degli Erzelli, ma anche una città con tutto ciò che ne consegue: case, parcheggi, ristoranti, bar, caffè, cinema, banche, poste, internet point, persino la caserma dei carabinieri e la scuola elementare. E verde, tanto, duecentomila metri quadri.

A discutere dei dettagli del progetto, attorno al tavolo, ci sono Carlo Castellano, il presidente di Esaote che da anni si batte per fare della collina dei container il nuovo parco hi tech, Giuseppe Rasero, l´imprenditore che costruirà la struttura per cui sarà investito più di un miliardo di euro, e Giovanni Berneschi, presidente di banca Carige, il gruppo che è recentemente entrato nel capitale sociale e che con banca Intesa darà il sostegno finanziario all´operazione. Una riunione come tante, in questi ultimi mesi. Solo un po´ più concitata perché a fine mese, appena sarà arrivato il nulla osta all´apertura del cantiere da parte del Comune, partirà il primo colpo di piccone.

E allora niente sarà più come prima, né in cima alla collina, né in fondo. «Vogliamo mettere insieme la scienza e lo sviluppo - dice Rasero, una lunga esperienza manageriale e imprenditoriale fra Unilever, Iri e aziende private - Se dovessi riassumere, è il tentativo di riportare in pari la bilancia italiana della tecnologia e dei cervelli». Per farlo, si metterà a disposizione delle imprese un qualcosa che è quasi difficile immaginare e che, per dirla con le parole di Rasero, «solo un personaggio strano come Castellano poteva provare a far decollare».

E´ il professore, infatti, che nel 2003 opziona insieme a un gruppo di manager e imprenditori dell´hi tech l´area degli Erzelli, fino a quel momento di proprietà di Aldo Spinelli. Due anni di esclusiva e, quasi alla vigilia della scadenza, la decisione di comprare (per una quarantina di milioni di euro). E´ l´incontro fra Castellano e Rasero il motore di tutto. L´imprenditore era da poco diventato proprietario del porticciolo di Sestri Ponente, proprio sotto gli Erzelli. «Non lo conoscevo, l´ho avvicinato e gli ho proposto di condividere questa sfida». Rasero ci sta, Castellano porta i suoi sessanta imprenditori. Insieme iniziano a studiare i parchi scientifici di tutto il mondo e lavorano sul territorio. Fanno un´indagine demoscopica: «Abitereste agli Erzelli? No, non ci sono case, è un ghetto».


L´esperienza internazionale dei parchi insegna che soluzioni di questo tipo vivono se la ricerca convive con le residenze, cinquanta e cinquanta, nella maggior parte dei casi. Agli Erzelli si opta per una soluzione diversa: 75 ricerca, 25 abitazioni, con la possibilità di salire fino al 35% per soddisfare la richiesta delle aziende. In soldoni, mille abitazioni a regime, quattromila persone stabili a viverci dentro, più altre dodicimila a lavorarci. 15-16mila in tutto. Un paese. Di più, una città. Il primo nucleo nascerà fra tre anni. A fine ottobre si comincia a costruire il settore 4, una torre da quarantamila metri quadri per la Ericsson. In parallelo si sta trattando per chiudere altre operazioni per sedicimila metri quadri complessivi.

Ma il fulcro dell´operazione sarà l´arrivo della facoltà di Ingegneria a cui si aggiungerà più avanti il Cnr e, in prospettiva, l´Iit 2. «L´obiettivo è mettere insieme le facoltà scientifiche, i centri di ricerca e le aziende tecnologiche» spiega Castellano che mentre racconta disegna nell´aria la collina del futuro. I collegamenti con la spianata verde saranno assicurati da quattro strade: l´attuale, che verrà resa meno ripida; via dell´Acciaio completata e resa funzionale al progetto; la prosecuzione di via Sant´Elia e il collegamento con Cornigliano, passando da Coronata dietro al Monte Guano. La spianata sarà verde perché le migliaia di parcheggi previsti dal progetto saranno tutti sotterranei. Il carico degli investimenti, un miliardo, sarà sopportato dall´azionista di maggioranza dell´operazione, la Leonardo Technology partecipata alla pari da quattro soggetti (25% a testa): Prometeo, società che fa capo a Giuseppe Rasero; la "Nuova Erzelli", costituita fra Carige, Prometeo e Coop Liguria; banca Intesa e Euromilano, società immobiliare che alla Bovisa di Milano ha progettato il nuovo Politecnico e fa capo a Intesa e al movimento cooperativo. La restante quota di capitale resterà nelle mani di Castellano e dei suoi sessanta imprenditori-soci.
«La parte scientifica è preponderante in un progetto come questo - continua Castellano - altrimenti sarebbe stato un business park. E´ una grande scommessa in cui la ricerca incontra il venture capital e dà vita a un parco in cui la gente verrà a vivere». Vivere, abitare, socializzare. Il verde farà da cornice circolare agli edifici e starà pure al centro. E a collegare le torri centrali del progetto ci sarà una grande galleria di servizi e di attrazioni. Proprio in mezzo alle aziende. Troveranno così spazio ristoranti e bar, banche e uffici postali, negozi commerciali e alimentari, cinema e luoghi di svago. «Pensate a quello che c´è in una città e spostatelo qua - taglia corto Castellano - Devo però dire che se Carige non fosse entrata forte nell´operazione non so come sarebbe andata a finire». Berneschi ascolta e allarga le braccia. «Lo facciamo nel nostro interesse, senza progetti forti, questa città muore, per questo io penso agli Erzelli e subito rilancio con il terzo valico, con la possibilità di arrivare a Milano in tre quarti d´ora». Potranno arrivare qui, a lavorare e a vivere. Ma come la mettiamo con il cemento? «Guardate cos´era prima questo posto e come stiamo cercando di trasformarlo - si inserisce nuovamente Rasero - C´è un lavoro enorme di bonifica, abbiamo già interrato elettrodotti e gli ossigenodotti di Terna, Enel e Fs. Al posto dell´asfalto e dei container costruiremo un parco scientifico. Abbiamo tolto della pietra inerte e la sostituiamo con pietra viva, che crea vita. Il resto sono chiacchiere».

Chiacchiere, anche velenose, come quelle che avevano parlato di un incontro riservato fra Claudio Burlando e Rasero proprio agli Erzelli, prima che il presidente della Regione tentasse di infilarsi in autostrada contromano. «Ho troppo rispetto delle istituzioni per rispondere, chiedete a lui, se proprio volete cedere alle speculazioni». Poi si congeda con un disegno: il parco al centro con le sue aziende e le sue case e tutt´attorno il verde. «Guardi, siamo l´ultimo miglio, tutto in banda larga - spiega - Questo sarà un centro interamente cablato. Credetemi, Genova ha di fronte una grande prospettiva, se la vuole cogliere. A cominciare dalla sua università, Ingegneria, all´inizio. E poi subito dopo il Politecnico. Ma anche Filosofia della Scienza. Vogliamo creare incontri fra le diversità per far scoccare la scintilla».
(03 ottobre 2008)
06/10/2008 17:43
4 strade, ma che bello! niente trasporto pubblico di qualità naturalmente. L'ennesima "cosa" di serie B all'italiana. Che vergogna che nessuno ne parli, tutti su in Mercedes, solo i poveracci usano il trasporto pubblico a noi manager che c'è importa?
06/10/2008 20:23
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Concordo... poteva diventare il nocciolo della Genova del Futuro... una cittadella immersa nel verde, magari senza nemmeno una strada aperta alle macchine, solo mezzi meccanici, tapis roulant, scale mobili, ascensori, una funicolare che portasse in quota.... bah, purtroppo sono convinto che sarà solo una immensa colata di cemento che andrà a coprire un'altra delle nostre colline...
07/10/2008 08:27
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Capotreno
oggi ci sono i container ... domani solo cemento ...

[SM=g27992]
07/10/2008 09:32
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Perché l'associazione non si fa sentire un po' su questo punto?
07/10/2008 10:22
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Amministratore
Capotreno
Hai ragione, ma purtroppo bisognerebbe almeno partire dalla visione di un documento ufficiale, non dagli articoli dei giornali.

Stiamo cercando da mesi di visionare il PUM ad esempio, ma pare che sia un documento inaccessibile (ed io personalmente dubito della sua esistenza...)

Negli scarabocchi che avevano presentato più di un anno fa, una linea tracciata sulla carta che andava verso gli Erzelli c'era...ma c'era anche il tram in quegli stessi scarabocchi...

Tra l'altro, visto che ho seguito questa faccenda anche dal lato della Facoltà di Ingegneria (almeno fino a quando ci sono rimasto), la Facoltà stessa avrebbe dovuto/voluto mettere come punto fondamentale per il suo trasferimento l'esistenza di un sistema di trasporto pubblico...
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