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Erzelli (Leonardo Technology Village): un progetto in evoluzione.

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2018 09:30
17/03/2012 12:17
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Giambo, Genova ha delle eccezionali potenzialità turistiche nelle sue emergenze monumentali, e il centro storico è la principale di queste emergenze. Il problema principale e il risanamento e la riqualificazione, possibilmente non come a Piccapietra o a Madre di Dio. [SM=x1177057]

Se poi fai parte di quelli che considerano un banalissimo centro commerciale come "il biglietto da visita" di una città con secoli di storia allora forse parliamo lingue diverse.

Riguardo le attività che "portano soldi": nessuno vuole toccare le attività produttive come il porto, il terminal traghetti, il terminal crociere. D'altra parte una città deve avere un'articolazione di funzioni, altrimenti diventa solo una sorta di palcoscenico per diportisti. Quindi è giusto che gli attuali agiti portuali continuino a svolgere la loro funzione (i riempimenti alla Sanità amdranno a più che raddoppiare la superficie del terminal SECH), le riparazioni rimangano alle Grazie, la cantieristica A Sestri, i poli high-tech a Sestri e a Campi. Quello che contesto è la speculazione espansiva "indispensabile" allo sviluppo delle attività, che poi indipensabile non è. Mi sembra delirante parlare di un nuovo polo per i traghetti a Voltri, quando Ponte Colombo è palesemente inutilizzato. Analogamente, è così "indispensabile" il sesto modulo a Voltri, quando i settori orientalei del VTE sono semideserti? E' così "necessario" un nuovo superbacino alle Grazie, magari sfrattando il Yacht Club? E' così "imprescindibile" una nuova base nautica alla Foce, cacciando i pescatori dilettanti? Siamo sicuri che Costa se ne sia andato a Savona per mancanza di spazi, quando vediamo malinconicamente deserti gli spazi una volta fastosi di Ponte dei Mille e del Doria? E che dire del "ribaltamento a mare" di Fincantieri? Potrei continuare per un bel pezzo, Giambo. [SM=x1177057]

Tornando in topic: Erzelli poteva rappresentare l'occasione per coniugare il recupero di una vasta area dismessa e degradata, la creazione di un polo per le nuove tecnologie (ammesso, lo ripeto, ci fosse questo impellente bisogno di nuovi spazi), e criteri innovativi di costruzione degli edifici. Invece si è messa troppa carne al fuoco (a cominciare da una carta rischiosa come il trasferimento di Ingegneria)e si sono sviluppati troppi appetiti. Non si tratta di combattere l'innovazione ma tutto quello di illecito che si vuole veicolare con essa. [SM=g27988]
[Modificato da Trammax 17/03/2012 12:17]
17/03/2012 12:21
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Su questo progetto degli Erzelli c'è più di una nube, mi sembra che recentemente anche il ministro abbia posto dei paletti, e l'università è scettica da anni, però c'è effettivamente gente a cui non va mai bene niente, qualsiasi cosa si faccia o pensi di fare scatta la critica preventiva e distruttiva, il maniavantismo, che del resto fa il gioco di quelli a cui interessa solo speculare (mi paiono le due facce di una stessa medaglia). Qualche anno fa si dicevano più o meno le stesse cose dell'IIT, oggi mi pare sia una realtà ormai consolidata che dà lavoro ad un migliaio di persone, e per gran parte giovani che vengono da fuori città ed anche dall'estero. Per tacere di quello che si diceva dell'acquario, porto antico e compagnia, e della stessa metro.
17/03/2012 13:50
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Certamente che per fare qualsiasi cosa ci vogliono le palanche ma guarda un po' che per TAV, Gronda, Terzo Valico, Erzelli, Ponte Parodi, ecc. ecc. i MILIARDI di euro si trovano sempre!
17/03/2012 17:06
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Lucamax, vi sono due distinte situazioni: la prima è quella dove si spendono soldi (pubblici) per mancare gli obiettivi progettuali (e questo è il rischio per Erzelli); la seconda è cogliere sostanzialmente l'obiettivo, spendendo comunque il doppio o il triplo di quanto previsto. Ed è quello che è avvenuto per Mondiali '90, Porto Antico, Metro...si potrebbe dire che comunque le cosa hanno avuto succcesso: certo, ma bisogna considerare che se oggi ci troviamo ridotti in braghe di tela (e ci stanno facendo un culo tanto perchè "siamo vissuti al di sopra delle nostre possibilità", a cominciare da dipendenti e pensionati irresponsabili [SM=x1177058] )lo dobbiamo soprattutto alle creste allegre che qualcuno in passato ha fatto sulle grandi opere. Tra lo scandalo dei soliti "talebani" [SM=x1177057]

17/03/2012 18:40
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I turisti a Genova sono apparsi con porto antico e acquario, prima che li costruissero non se ne vedeva uno.
Quello che tu chiami banalissimo centro commerciale è la sesta attrazione culturale in Italia come numero di visite. Con la nuova vasca dei cetacei sarà ben più grande del futuro acquario di Roma, nato già secondo.
Tutti ce lo invidiano, ma noi lo schifiamo. Con un po' di impegno riusciremo anche ad affondarlo, ma mia in po' se sti furesti devono venire qua da noi a divertirsi, stavamo tanto bene con le ciminiere senza nessuno che venisse a rumpine u belin...
Non è poi così strano, in tutto il mondo se devono costruire qualcosa di importante chiamano Renzo Piano, noi che l'abbiamo in casa lo vediamo come una belina, del resto il mugugno l'abbiamo inventato noi.
[Modificato da giambo64 17/03/2012 18:46]
17/03/2012 20:04
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Ovviamente se parlavo di "centro commerciale" non mi riferivo all'acquario (semmai a Ponte Parodi) di cui riconosco il potenziale attrattivo turistico. Se permetti, mi solletica l'idea che, una volta visitato l'acquario ed attrezzati i figli di regolamentari souvenir (delfini o squali made in China), i turisti possano scoprire i variegatissimi aspetti, spesso reconditi, di una città che ha moltissimo da offrire sotto il profilo ambientale e monumentale.

Sottolineo che Renzo Piano per me non è una belina, anzi (sa fare indubbiamente i suoi interessi, semmai penso che certe sue opere siano state decisamente sovrastimate), ma tieni presente che è stato lui a dichiarare che l' Expo stava diventando una sagra paesana (vero: e la scoperta turistica di Genova è arrivata a maturità attorno al duemila, con tutto a regime, alcune storture raddrizzate, la macchina del Ducale funzionante, San Lorenzo pedonalizzata eccetera). [SM=g27988]
17/03/2012 22:52
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Erzelli
Una cosa che fa riflettere, fra le tante di questa opera che dovrebbe o ,temono in molti, avrebbe dovuto rendere Genova attrattiva per molte imprese operanti nell'Alta tecnologia, è che in questi anni se ne sia parlato non tantissimo e nei media locali le voci critiche hanno avuto molto poco spazio. In un altro Topic si era parlato degli scarsi investimenti stranieri in Italia ed era emerso che il problema non sono gli "spazi", quanto un insieme di altre situazioni e normative che certamente non verranno rimosse con la costruzione di nuovi edifici.
Io personalmente non sono contro gli investimenti,però il fatto che ad oggi non ci siano imprese, tranne una già presente a Genova, che abbiano prenotato gli spazi disponibili è n indizio molto circostanziato della dubbia utilità di questo progetto, che è già costato molti soldi; in più i dubbi sollevati dal Min Profumo sulla legittimità di alcune procedure appaiono fondati, anche se le norme talvolta sono poco chiare e ciò che sembra illegale in realtà rientra-magari interpretando con larghezza- nei limiti della legalità, e appare strano che la Procura di Genova non si sia mossa prima di sua iniziativa.
Se un magistrato avesse visto prima quello che oggi appare banale forse avremmo avuto, oggi, un risparmio di soldi oppure un progetto più utile, considerando che il problema della "dsoccupazione laureata" a Genova è sentito e la soluzione non è stata ancora trovata
23/03/2012 11:36
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Continua la telenovela Erzelli... dopo aver appurato che: c'è chi ci mangia sopra, che gli edifici vengono tirati su senza alcun criterio di risparmio energetico (e come si poteva pensarci, siamo solo nel 2012!), ora l'ennesima fumosa vicenda per impadronirsi di un'area appetita dalle solite lunghe mani della grande distribuzione...

Insomma, ordinaria amministrazione italica...

www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/03/23/APjxKY9B-supermercati_guerra_erzelli.shtml#axzz1...

Genova 23 marzo 2012
La guerra dei supermercati, nuova “mina” per Erzelli

Daniele Grillo

Genova - Non è finita, la guerra tra Coop ed Esselunga a Sestri. Spazzato via dall’accordo tra Esaote e Coop, fondamentale perché l’azienda del biomedicale si trasferisca sulla collina di Erzelli, il progetto di Esselunga e del suo braccio operativo in quell’operazione - la società Immobiliare del Levante - torna alla ribalta con un maxi-ricorso presentato al Tar della Liguria. Un ricorso che se andasse in porto metterebbe in discussione il trasferimento di Esaote nel parco tecnologico di Erzelli, aprendo a scenari drammatici per l’operazione nel suo complesso e per la stessa permanenza a Genova dell’azienda di Sestri , più volte in predicato di spostare tutte le attività a Firenze. Il ricorso è contro la variante urbanistica che ha aperto al progetto Coop-Esaote, definito «finalizzato a consentire la valorizzazione di immobili di proprietà privata senza aver verificato la compatibilità rispetto alle nuove direttive statali in materia di concorrenza e liberalizzazione del commercio».

Tutto è iniziato nell’agosto 2010, quando Levante Immobiliare, dopo aver acquistato l’area un tempo occupata da un pezzo della gloriosa San Giorgio, poi diventata Cognitex, presentò l’ennesimo progetto di sbarco del principale avversario nel nord d’Italia del gruppo Coop. Il progetto ottenne il sì degli uffici della viabilità, ma soltanto pochi mesi dopo spuntò un altro progetto, quello studiato da Talea, immobiliare di Coop Liguria, sulle aree di proprietà dell’azienda di Carlo Castellano. Arrivò la richiesta di variante al Puc, e Tursi iniziò a valutarla accantonando il progetto Esselunga, considerato troppo invasivo. Non che non lo fosse quello di Talea, che prevedeva ben due strutture. Insorsero i commercianti della parte storica di Sestri, mettendo in seria difficoltà il sindaco Marta Vincenzi. Comune e Municipio organizzarono un tavolo aperto. Ne uscì una versione più soft del progetto Talea-Coop.

«Il nostro interesse era unicamente quello di salvaguardare l’occupazione ed evitare lo sbarco di un nuovo grande centro commerciale - commenta invece Stefano Bernini, presidente del Medio Ponente - se dall’altra parte ci fosse stata Esselunga, sarebbe stata la stessa cosa».




25/04/2012 10:56
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[SM=g27991] Allarme! Speculazione! Speculazione!

Molto meglio non fare nulla e lasciarci le plie dei containers, giusto?

O no? [SM=x1432581]
[Modificato da ralco 25/04/2012 10:56]
26/04/2012 10:38
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Capotreno
Sarcasmo inutile, Luigi. [SM=g27988]
La speculazione è forse inevitabile in certe situazioni ma diventa intollerabile quando gli obiettivi tanto strombazzati per legittimare l'intervento vengono mancati: Ericcson c'è stata tirata per i capelli, la presenza di Esaote vine rimessa in discussione, il trasferimento dell'Università, anche per l'aleatorietà del progetto, è ancora in alto mare. Il rischio che la cittadella della tecnologia vada a naufragare e che Erzelli diventi un fastello di buone intenzioni finite male non è del tutto improbabile, e il rischio concreto è che che si dirotti sulla grande distribuzione per compensare gli spazi rimasti vuoti, con sviluppo dell'ennesimo centro commerciale e prevedibile (e sacrosanta) sollevazione dei commercianti sestresi. [SM=g27996]
21/05/2012 11:53
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da www.regione.liguria.it

Sabato 19 Maggio 2012
ERZELLI, BURLANDO: “VIA AL FINANZIAMENTO PER IL CENTRO ERICSSON, UN PASSO DECISIVO PER LA CRESCITA DELLA CITTÀ DOPO IL RECUPERO DEL PORTO ANTICO NEL '92“
Firmato l'Accordo di Programma con la multinazionale svedese
Genova. Regione Liguria, Comune e Provincia di Genova insieme con i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca hanno firmato ieri con la multinazionale svedese Ericsson Telecomunicazioni SpA l'Accordo di Programma che prevede un finanziamento complessivo di 41,9 milioni di euro (in dettaglio, 11 milioni di Regione Liguria di cui 5,3 quale contributo alla spesa e 5,7 in forma di credito agevolato a valere sull'Asse 1 – Misura 1.1. del Por - Fesr 2007-2013; 24 del Miur, di cui circa 5 milioni a titolo di contributo e circa 19 milioni come credito agevolato; 6,9 del Mise, di cui circa 4,6 quale contributo alla spesa e 2,3 come contributo in conto interessi) per la realizzazione del nuovo Centro di ricerca e sviluppo di apparati e sistemi di telecomunicazioni dell'azienda all'interno del Parco scientifico e tecnologico di Erzelli del costo complessivo previsto pari a 73,3 milioni di euro.
"Mi sembra particolarmente indicativo che la firma di questo accordo tanto atteso avvenga nei giorni in cui Genova festeggia il ventennale della trasformazione del Porto Antico", ha dichiarato il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. "Ritengo infatti che il progetto di Erzelli, che vede nell'inaugurazione della sede di Ericsson e adesso nella firma di questo Accordo per il finanziamento del Centro la sua prima, vera concretizzazione, sia la nuova vocazione di crescita di Genova, dopo l'exploit del turismo seguito al recupero del Porto Antico e alla realizzazione dell'Acquario di Genova nel 1992", ha proseguito Burlando. "In un momento in cui si riflette sull'assoluta necessità di affiancare a una sacrosanta politica di revisione della spesa uno sforzo almeno altrettanto importante in direzione della crescita, penso che il Polo scientifico e tecnologico di Erzelli possa rappresentare un esempio di vero, eccellente sviluppo per il Paese intero. Alla città di Genova e alla Liguria sono chiari quali siano gli asset su cui puntare e cosa difendere per crescere, spero possa essere spunto di riflessione e di stimolo per tutti", ha concluso Burlando.

22/05/2012 14:02
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Chi andrà agli Erzelli?
senza polemica, sarebbe interessante sapere quali aziende ,al momento, hanno prenotato spazi agli Erzelli e quali hanno mostrato interesse. Spero che Marco Doria,che viene dall'Università e credo conosca il bisogno di favorire la collaborazione fra Aziende di tecnologia e Mondo Accademico, metta fine ad una gestione dell'opera molto poco cristallina,per essere cauto, e cerchi di convincere altri imprenditori stranieri della convenienza a trasferirsi a Genova.
15/07/2012 11:24
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da www.primocanale.it


Ericsson, il Rettore: "Quei soldi potevano andare all'Università"

sabato 14 luglio 2012

Genova - "Avevano promesso di creare posti di lavoro, non mi pare sia proprio così": è il commento del Rettore dell'Università di Genova, Giacomo De Ferrari, alla notizia dei licenziamenti previsti da Ericsson, che sarebbe pronta a lasciare a casa 94 lavoratori genovesi. Una doccia fredda dal sapore di beffa, visto che solo poche settimane fa l'azienda inaugurava la nuova sede sulla collina degli Erzelli, ottenuta anche grazie a un finanziamento del Ministero di 42 milioni.

"Quei 42 milioni sarebbero stati meglio spesi dandoli all'Università, visto che abbiamo grosse difficoltà economiche che rischiano di aggravarsi con la spending review - dice De Ferrari, che aggiunge - con qualche soldo in più dal Ministero il trasferimento di Ingegneria sarebbe più facile".

De Ferrari ha anche ricordato il suo recente incontro con il ministro Profumo, e quelli con Burlando e Doria. "Ci sono ancora alcuni passaggi da affrontare per il trasferimento di Ingegneria, il problema principale è certamente quello finanziario", dice il Rettore dell'Università di Genova, che aggiunge: "Ho già convocato una sessione del Senato accademico che deciderà sul trasferimento,. Non si può più rimandare una decisione, spero che passi il si, però l'Università non può neppure fallire per fare il trasferimento".


18/07/2012 10:46
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Francamente penso che queste considerazioni (meglio a noi che a loro), anche se stimolate dal giornalista, il Rettore se le poteva risparmiare. Comprensibili in ambiente privato, a mo' di battuta. inaccettabili in pubblico, secondo me.

Prima di tutto perché l'università i soldi del trasferimento, pochi o tanti che siano, dovrebbe avreli già garantiti.

E poi perchè questi quattrini dati ad Ericsson dovevano e ancora devono servire a creare nuova occupoazione di qualità, e non a far star più comodi i centri universitari.

E' questo l'obiettivo per cui mi auguro che istituzioni e cittadini si mobilitino, così come abbiamo visto per Fincantieri.
18/07/2012 18:14
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purtroppo Luigi anche Ericsson non naviga in buonissime acque e se non avesse avuto quei soldi, le voci che erano ricorrenti erano di una forte intenzione di chiudere qui a Genova...

19/07/2012 18:09
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chiarimenti
Sono un po' dubbioso sul fatto che trasferire la sede dove si tengono le lezioni e un piccolo numero di uffici, con relativi documenti e mobilia- possa rivelarsi così costoso da mettere a repentaglio la sopravvivenza della facoltà di Ingegneria; in fondo cosa vi è di così costoso in un trasloco di uffici? Molti documenti sono informatizzati, le chiavette USB ed i computer non sono pesantissimi.
Resta il fatto che la Facoltà di Ingegneria avrebbe anche potuto decidere prima il da farsi, se anche avesse optato per mantenere le sedi attuali (per altro costose anche loro) non sarebbe stato un disastro,però non si doveva procrastinare una decisione così importante
24/07/2012 14:21
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Articolo sul sito del Secolo XIX
Ingegneria a Erzelli il no dei docenti
24/07/2012 15:52
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Come volevasi dimostrare, e l'Università ha comunque le sue ragioni.

Intanto chi voleva fare i suoi affari ad Erzelli li ha già fatti, alla fine vedremo insediarsi lassù solo Ericcson (generosamente unta di contributi pubblici) e molte delle nuove costruzioni rimarranno inutilizzate a meno di non svenderle a qualche altro speculatore.

Poi se qualcuno diffida di queste operazioni lo si fa passare per Talebano. Ma vaffanculo, và. [SM=g27996]
[Modificato da Trammax 24/07/2012 15:57]
24/07/2012 18:39
Grattacieli-condomini che restano vuoti perchè nessuno compra casa, quartieri-grattacieli che restano vuoti perchè l'università non ha nemmeno gli occhi per piangere... ecco il recupero delle zone dal degrado! Creando contenitori fantasma!

Meno male che i grattacieli sono fascion e ci fanno sentire un città moderna e figa... [SM=x1177057]
25/07/2012 09:21
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Capotreno
e poi qualcuno sognava anche ascensori inclinati, funivie, people mover, ecc. ......
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