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Genova
Lunedi 22 luglio 2013 ore 8:26
Marco Doria: «Il sindaco deve saper sognare, restando con i piedi per terra»
Zainetto sulle spalle, camminata veloce e sguardo serio. Se lo si incontrasse per caso per strada e non lo si conoscesse, sarebbe difficile credere che è proprio lui il sindaco di Genova. Marco Doria, primo cittadino, ma che vuole essere considerato innanzitutto un cittadino, è venuto a trovarci nella redazione di mentelocale.it per raccontarci com’è e com’è cambiata la città - ma anche la sua vita - a poco più di un anno dall’inizio del suo mandato.
Il sindaco non è mai stato un allegrone, vederlo sorridere è raro, come ha confessato a Laura Guglielmi durante l’intervista: «Oggi sono anche meno allegro di prima, perché fare l’amministratore non è semplice e non c’è molto spazio per l’allegria. Però sono sereno perché so di impegnarmi fino in fondo, perché sono onesto con me stesso e la collettività che rappresento e non tradisco i miei valori».
Laura Guglielmi: «La tua vita si è scombussolata parecchio nel passaggio da professore universitario a sindaco. Adesso riesci a dormire la notte, oppure l’agitazione ti tiene sveglio?»
Marco Doria: «Se di giorno sono costantemente in tensione e preoccupato, con una giornata lavorativa che è diventata di tredici ore, di notte per il momento riesco a staccare la spina. Quando vado a letto crollo subito. Fortunatamente non sono entrato nel circolo dell’insonnia».
Laura Gugliemi: «Un altro grosso cambiamento che hai dovuto fare è quello tecnologico e comunicativo. All'inizio della campagna elettorale eri una persona schiva, uno dei pochi rimasti senza cellulare, ora sei sempre inseguito dai giornalisti, tra telefonate, mail e impegni. Hai nostalgia della tua vecchia vita?»
Marco Doria: «Sì, molto. Mi manca la riservatezza. La possibilità di avere momenti privati è diventata sempre più rara. Però effettivamente ho recuperato un gap tecnologico: quando mi sono candidato alle primarie ho comprato il primo cellulare, poi, quando sono diventato sindaco, sono stato dotato di uno smartphone di servizio e di un I-Pad con cui vedo l’agenda degli impegni e controllo la posta elettronica».
Laura Guglielmi: «A poco più di un anno dalla tua entrata in carica come sindaco di Genova, qual è il bilancio del tuo operato? Sei soddisfatto dei risultati ottenuti o avresti voluto fare di più?»
Marco Doria: «Non sono mai soddisfatto, perché mi devo misurare con impegni complicati e con innumerevoli problemi, che non dipendono solo da me. Anche se qualcosa viene risolto vorrei sempre trovare una soluzione per uno, due, tre questioni in più rispetto a quelle che di giorno in giorno affronto».
Chiara Pieri: «Quali sono secondo te i migliori interventi realizzati dal Comune durante il tuo mandato?»
Marco Doria: «Innanzitutto il bilancio pulito: i conti che presentiamo rispecchiano la realtà e noi amministriamo con rigore e serietà. Poi, per quanto riguarda i diritti e le battaglie ideali, quest’anno sono stati approvati due regolamenti diversi, ma che hanno un significato importante: il Registro delle Unioni Civili e il Regolamento Comunale sulle sale da gioco. Un altro elemento di rilievo è stato il cambiamento di destinazione d’uso per l’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto. Quando l’amministrazione si è insediata esisteva un progetto di vendita, invece, grazie al dialogo del Comune con la Regione e con tanti gruppi attivi sul territorio, è stata trovata una soluzione diversa, il complesso sarà destinato a funzioni pubbliche e servizi sanitari, mantenendo l’equilibrio urbanistico complessivo».
Laura Guglielmi: «C’è, invece, qualcosa che non è andato per il verso giusto?»
Marco Doria: «Avrei voluto che il Comune e la Giunta potessero essere più incisivi nel risanare in modo strutturale alcune realtà aziendali che stanno soffrendo, come Amt e Carlo Felice. Il nostro impegno è stato molto forte, ma non basta evitare il tracollo, bisogna garantire una prospettiva futura per un’azienda risanata».
Laura Guglielmi: «Se avessi a disposizione fondi illimitati, qual è la prima cosa che vorresti realizzare per Genova?»
Marco Doria: «Un grande piano di interventi per la manutenzione del territorio e per la messa in sicurezza idrogeologica, ma anche degli edifici pubblici e delle strade. Sarebbe un modo per creare posti di lavoro, migliorando anche la qualità del verde urbano».
Laura Guglielmi: «Marco, abbiamo una domanda per te da parte dello scrittore e tuo sostenitore, durante la campagna elettorale, Bruno Morchio: Per il mio Sindaco ho una domanda, una sola. Provo a formularla in due parole, dopo una premessa telegrafica. La premessa: in città sta montando una campagna contro questa giunta e contro la sua persona. Gli si imputa un degrado che viene da molto più lontano, guardando l’albero senza vedere la foresta. Marco Doria, come i sindaci outsider che hanno vinto a Milano, Cagliari, Napoli, ecc. si trova in una situazione difficilissima, determinata da una crisi che sta facendo a pezzi il modello di società europeo e da una sinistra che ha accettato supinamente i dettami del mercato finanziario. A Marco non si perdonano le sue posizioni sulla Gronda, su uno sviluppo eco-compatibile e su una mobilità moderna, sostenibile, che privilegi il trasporto su rotaia a quello su gomma e i mezzi pubblici a quelli privati. La difficoltà più grande è determinata dal fatto che senza risorse non si può imprimere una svolta percepibile dai cittadini. Durante la campagna elettorale hai detto: piuttosto che tagliare servizi, aumenterò le tasse. Il rischio è che tu sia costretto a fare entrambe le cose. La domanda: esistono oggi le condizioni politiche generali, con questo governo che ricorda capolavori horror come Frankenstein e La strana storia del dottor Jekill e Mr Hyde, per governare una città in crisi senza subire i ricatti e le pressioni dei grandi interessi che perseguono le vecchie logiche, i vecchi modelli di sviluppo e un’idea di società dove i servizi sono efficienti per pochi privilegiati e inesistenti per la grande maggioranza della popolazione?»
Marco Doria: «Condivido la premessa di Bruno, che con la sua analisi pone in evidenza quanto sia difficile essere il sindaco di una grande città in un momento di crisi come questo. Un pensiero condiviso unanimemente dalla maggior parte dei sindaci italiani, con cui abbiamo discusso pochi giorni fa durante una riunione dell’Anci. Le condizioni per fare politica sono da costruire, non esistono di per sé: bisogna saper amministrare bene e con onestà, spendendo il giusto e risparmiando il possibile per non creare condizioni pessime per chi verrà ad amministrare dopo. Un sindaco deve sempre prestare grande attenzione alle fasce deboli della popolazione, sapendo che può rispondere ai loro bisogni con le risorse che ha, senza promettere l’impossibile. Deve anche avere una capacità di visione per un modello di sviluppo, equilibrato e sostenibile, in cui i servizi siano accessibili. Chi fa il sindaco deve essere realista, deve riuscire a sognare, ma restando sempre con i piedi per terra».
Laura Guglielmi: «Grandi opere. Da Burlando a Merlo, ma anche Ilaria Bonacossa, curatrice del museo di Villa Croce, oltre alla maggior parte degli intervistati per questa rubrica sul futuro di Genova, hanno parlato della necessità e dell’urgenza di creare migliori collegamenti verso la Liguria, soprattutto a livello ferroviario. Come stanno procedendo i lavori per il Terzo Valico?»
Marco Doria: «È vero. La città ha bisogno di potenziare la sua rete di infrastrutture ferroviarie sulla direttrice Genova-Milano e verso la Pianura Padana. Quindi dico sì a un Terzo Valico, che sia funzionale allo spostamento delle persone, delle merci e dei container. Tuttavia non possiamo solo aspettare la fine dei lavori, previsti per il 2015, perché già adesso la linea strategica Genova-Milano dovrebbe essere dotata di treni e collegamenti migliori. La questione ferroviaria non è limitata solo al Valico: è fondamentale che vengano ultimati i lavori del Nodo di Genova con un ampliamento delle litoranee, per dedicarne alcune al potenziamento della lunga percorrenza e altre al traffico urbano, senza dimenticare il miglioramento della linea ferroviaria costiera verso la Francia».
Chiara Pieri: «Per la Gronda la questione è ben diversa. A che punto siamo con il progetto?»
Marco Doria: «La Gronda è essenzialmente una bretella autostradale che potremmo chiamare Voltri –Varenna- Bolzaneto, che a mio giudizio sarebbe assai meno risolutiva delle opere che ho appena ricordato. Si tratta di un segmentino in aggiunta a una rete autostradale che andrebbe, al contrario, alleggerita, puntando sul traffico ferroviario e sul miglioramento della viabilità urbana. La Gronda è un intervento che in ogni caso non sarebbe pronto prima del 2023. Più significativa è, invece, la Strada a Mare del Ponente cittadino che andrà a ridisegnare il tratto di Lungomare Canepa e Sampierdarena, proseguendo fino all’Aeroporto e agli Erzelli, dando un grande respiro alla circolazione automobilistica».
Laura Guglielmi: «Restando in tema di viabilità, ultimamente si sta parlando della pedonalizzazione di via XX settembre, con l’aggiunta anche di una pista ciclabile, una questione molto cara sia a me che ormai da più di un anno sono diventata una ciclista urbana, sia a mentelocale.it che ha fatto della ciclabilità una delle sue battaglie. Sono anni che si parla delle modifiche al traffico, ma poi, a parte qualche breve esperimento, non ci sono stati effettivi cambiamenti. Questa volta è un progetto che si realizzerà? E se sì, quando?»
Marco Doria: «Condivido l’idea di una città sempre più fruibile dai ciclisti ed effettivamente su questo punto Genova è in ritardo. Attualmente stiamo facendo alcuni passi per utilizzare fondi europei destinati alle piste ciclabili. Non sono operazioni a costo zero, ma stiamo cercando di fare piccole pedalate nella direzione giusta, per esempio anche distribuendo rastrelliere di parcheggi-bici in città. Con il bike sharing elettrico, invece, ci sono stati problemi di vandalismo, che hanno danneggiato la buona riuscita dell’esperimento. Però ammetto che la mobilità sostenibile è un punto su cui l’amministrazione deve ancora fare un salto di qualità».
Laura Guglielmi: «Speriamo che questo salto sia fatto e anche che il Comune sostenga una campagna che promuova l’uso delle biciclette. Perché non è vero che non si può andare in bici a Genova, con quella elettrica si può andare ovunque, basta che chi guida le auto e i motorini impari a rispattare i ciclisti».
Marco Doria: «Grazie. Accetto la raccomandazione e riconosco che effettivamente è necessario».
Chiara Pieri: «In tema di mobilità sostenibile, però, qualche passo avanti è stato fatto, penso per esempio alle colonnine di ricarica per le auto elettriche. Tu stesso ti sposti per Genova con l’auto elettrica, dando il buon esempio ai cittadini».
Marco Doria: «Sì, è un segnale positivo. Abbiamo installato diverse colonnine per le ricariche di mezzi elettrici e cerchiamo di promuovere anche il Car Sharing. Per quanto riguarda le auto del Comune a disposizione del sindaco e degli assessori per il lavoro d’ufficio, su tre vetture, una è ibrida e una è interamente elettrica».
Laura Guglielmi: «Crisi economica. Tra le iniziative del Comune di Genova c’è quella della social card per aiutare le famiglie più disagiate. Quali, invece, i progetti per i giovani e per evitare la fuga di cervelli?»
Marco Doria: «Il progetto è quello di costruire la Genova del Futuro, una Genova in cui l’economia funzioni, in cui ci siano attività diverse che creino lavoro, ricchezza e occupazione anche giovanile. I settori su cui puntare sono il porto, la logistica e i trasporti, sia di merci che di passeggeri, ma anche il turismo culturale, principalmente familiare, facendo conoscere Genova e le sue bellezze, dal Porto Antico all’Acquario, dai Palazzi dei Rolli a Palazzo Ducale. Il terzo punto, non meno importante, è quello dell’industria, come Ansaldo, Selex, Esaote, Ericsson, attività che a Genova esistono e che devono essere sempre più connesse con università e ricerca».
Chiara Pieri: «In tema di lavoro e università, a che punto è il progetto del Parco scientifico tecnologico di Erzelli?»
Marco Doria: «È un impegno a cui l’amministrazione si è dedicata con energia e con risultati parzialmente positivi. Il Comune aveva un ruolo specifico: creare una serie di collegamenti infrastrutturali e garantire un progetto di accessibilità all'area. Cose che sono state fatte. Ora la decisione finale spetta all’Università e agli attori in gioco».
Laura Guglielmi: «Cultura e crisi. Come viene promossa la cultura e lo sviluppo del turismo a livello comunale, nonostante i tagli ai finanziamenti?»
Marco Doria: «Facciamo di tutto per tutelare il sistema che abbiamo. Puntiamo su alcuni poli di attrazione, anche se bisognerebbe essere in grado di valorizzare un intero tessuto. I Poli sono il Porto Antico, che riesce ad attrarre un milione di visitatori all’anno. Inoltre la nuova vasca dei delfini è un investimento importante al quale la Porto Antico Spa ha dato un grande contributo. Poi c’è il lavoro che facciamo sui palazzi dei Rolli e sul Ducale. Tenere in piedi Palazzo Ducale, come polo centrale della cultura cittadina e garantirgli finanziamenti adeguati è una scelta precisa».
Laura Guglielmi: «Quando ti abbiamo intervistato, ancora prima che vincessi le primarie, abbiamo parlato di moschea. Oggi a oltre un anno di distanza è un progetto che ancora non è stato realizzato. Perché?»
Marco Doria: «Sono partiti i lavori per la creazione di un centro di cultura islamica a Cornigliano, vicino a piazza Massena. Inoltre stiamo continuando a ragionare con la comunità islamica sulla possibile localizzazione della moschea, considerando che la soluzione Lagaccio resta possibile, ma sicuramente non è la migliore e non è condivisa».
Laura Guglielmi: «Pochi giorni fa hai ringraziato i volontari e associazioni che si sono attivati per prendersi cura degli spazi verdi pubblici. Spazi che sono sempre più in sofferenza. Quali sono le azioni concrete che il Comune può fare perché sempre più persone possano adottare aiuole e spazi verdi per riqualificare la città?»
Marco Doria: «Bisogna proseguire su questa strada e coinvolgere i cittadini sulla gestione del verde. Per alcuni parchi, per esempio, dobbiamo pensare a modalità di gestione sempre più coinvolgenti, perché con risorse scarse, la partecipazione dei cittadini diventa fondamentale. Inoltre come nel caso di Valletta San Nicola siamo riusciti a creare un vincolo florovivaistico, cercando di indicare una funzione pubblica per l’area in modo da preservarla».
Chiara Pieri: «Il Registro delle unioni civili che partirà il prossimo 20 luglio è una delle conquiste in materia di diritti ottenute dalla tua giunta. Le coppie di fatto, etero e omosessuali ora potranno accedere parimenti alle coppie sposate ai servizi del Comune. Genova, insieme a poche altre città italiane è stata pioniera su questo tema. Pensi che partendo dai comuni, si riesca anche ad arrivare ad una nuova legge statale per le coppie di fatto?»
Marco Doria: «È una spinta utile, un atto amministrativo che ha un valore simbolico forte perché equipara tutte le unioni. A livello pratico consente di poter accedere a diritti e doveri delle coppie in una serie di rapporti con il Comune, come alle graduatorie delle case popolari. A volte però comporta anche gli stessi oneri, per esempio il reddito familiare viene considerato a coppia e quindi possono venire mutate le quotazioni Isee per gli asili nido, con uno svantaggio rispetto ai genitori single. Per quanto riguarda la legge nazionale non so se e come verranno disciplinati i rapporti tra coppie, sicuramente il Comune può contribuire a far sviluppare nei cittadini una coscienza in tema di diritti».
Laura Guglielmi: «Un’altra battaglia portata avanti dalla tua giunta è quella contro le slot e le sale da gioco. Attualmente il Regolamento entrato in vigore in Comune è stato contestato dai gestori delle slot e sarà dibattuto al Tar il 30 ottobre. Anche in questo caso il Comune arriva prima dello stato in una materia delicata come il gioco d’azzardo. È possibile ottenere di più, rispetto a quanto fin qui raggiunto? Possono cambiare le regole anche a livello nazionale?»
Marco Doria: «Il Comune è arrivato prima dello Stato, assieme alla Regione Liguria, individuando alcuni principi e regole. La partita, però, è complicata perché siamo andati a colpire interessi economici forti. Anche in questo caso i Comuni possono soprattutto far maturare degli orientamenti nei cittadini».
Laura Guglielmi: «Se dovessi spiegare a qualcuno perché vivere a Genova, cosa diresti?»
Marco Doria: «Direi che a Genova la qualità della vita è alta, perché è una città molto bella dal punto di vista paesaggistico, con questa abbinata mare e monti che si trova raramente. Ma la città è anche bella perché è ricca di un patrimonio artistico, frutto di una storia plurisecolare. In più la sua dimensione urbana con circa 600.000 abitanti, la rende un giusto mezzo tra una città provinciale e una grande metropoli. In ultimo il carattere dei genovesi è complessivamente civile, anche se per chi viene da fuori, almeno inizialmente, è un po’ chiuso».
Chiara Pieri: «Quali sono tre luoghi che consiglieresti a un turista?»
Marco Doria: «Uno è la passeggiata lungo i Magazzini del Cotone per la vista che da lì si ha sulla città. Poi direi via Garibaldi con i Palazzi dei Rolli. Come terzo luogo penso alla passeggiata a Mare dei Nervi, per la dimensione più naturalistica, stretta tra il mare e i parchi».
Laura Guglielmi: «Il tuo quartiere. Cosa ti piace di più della zona in cui abiti?»
Marco Doria: «Il mio quartiere è il centro storico. Mi piace il mix che si incontra tra una storia evidente e il fatto che non sia un quartiere imbalsamato e reso un grande shopping center per turisti. Il nostro centro storico con tutte le sue contraddizioni è un pezzo di città viva, abitato da genovesi di antiche generazioni e nuovi genovesi».
Laura Guglielmi: «Ristorante preferito?»
Marco Doria: «Ce ne sono diversi e non vorrei fare torto a nessuno. Ne dirò alcuni in cui mi trovo molto bene: Baldin a Sestri Ponente, il Bruxaboschi a San Desiderio e Voltalacarta in via Assarotti»
Laura Guglielmi: «L’ultimo libro o un libro che vorresti consigliare ai genovesi»
Marco Doria: «L’ultimo romanzo che ho letto è il Mistero del Mangiabarche di Massimo Carlotto, un noir italiano. Se dovessi consigliare un libro, dico Suite francese di Irene Nemirovsky»
Laura Guglielmi: «Che musica ascolti?»
Marco Doria: «Ne ascolto poca, però mi piace molto Francesco Guccini».
Laura Guglielmi: «Un film importante per te o che ha un significato speciale».
Marco Doria: «Al cinema ora vado pochissimo, anche se prima riuscivo ad andarci più spesso. Come regista ammiro molto il grande Luchino Visconti, mentre tra i più contemporanei apprezzo Nanni Moretti».
Laura Guglielmi: «Domanda personale e politica. Quanto ti manca Don Gallo?»
Marco Doria: «Mi manca tanto. Ci ho pensato molto e credo che per sentire meno la mancanza delle persone bisogna riflettere su quello che ti hanno lasciato, che ti hanno insegnato. Don Gallo l’ho conosciuto quando mi sono candidato alle primarie, ha deciso di sostenermi sostanzialmente a scatola chiusa. Anche se ci siamo frequentati per poco, mi ha lasciato un’ idea molto forte, quella di non dimenticare mai gli ultimi».
Chiara Pieri