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Il nuovo sindaco di Genova

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2017 22:30
12/02/2013 12:15
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Prepariamoci ad altri tagli e ad altri aumenti.... da: genova.repubblica.it/cronaca/2013/02/12/news/spending_review_con_beffa_genova_perde_32_milioni-5...


Spending review con beffa
Genova perde 32 milioni
Tursi tra i comuni più virtuosi d'Italia. Ma ora dovrà accollarsi il ripianamento del debito di chi invece ha un buco clamoroso. L'assessore Miceli: "In Italia è così, più fai il furbo, più ti premiano"
di RAFFAELE NIRI

Il danno è pauroso: trentadue milioni e 400mila euro. Ma anche la beffa non è da meno: il governo riconosce che il Comune di Genova è stato virtuoso, virtuosissimo, ma quella valanga di soldi tagliati dal proprio bilancio - nella fattispecie 10 milioni e 600 mila euro, pari al 7,4 per cento del fabbisogno standard - non solo non verrà restituita dallo Stato a Palazzo Tursi, ma servirà a coprire il buco dei Comuni spendaccioni (in testa alla hit parade ci sono la Napoli di De Magistris, la Roma di Allemanno e la Firenze di Matteo Renzi).

La mannaia della spending review arriva nelle proporzioni previste (il bilancio preventivo del 2013, messo a punto dall'assessore Francesco Miceli prevedeva una cifra oscillante tra i 31 e i 32 milioni di euro di ulteriori sforbiciate romane) e si tratterà di "tagli lineari": la Copaff, la commissione per l'attuazione del federalismo fiscale che sta lavorando sui "prezzi giusti" delle attività municipali per fissare le tariffe standard, esalta il comportamento del Comune di Genova (nella classifica italiana siamo, con la Milano di Pisapia, la Bari di Emiliano e la Torino di Fassino, tra i quattro comuni in assoluto più virtuosi, sugli 88 presi in considerazione) e fissa in 0,0 - cioè: nulla - la percentuale di sprechi di Genova sul totale dei capoluoghi.

Manca ancora la comunicazione ufficiale, che dovrebbe arrivare a giorni, ma la commissione ha terminato il proprio lavoro e il taglio previsto per Genova (appunto 32,4 milioni) è superato solo da Roma (227 milioni), Milano (129), Napoli (43) ed è pari a Torino (33). Per la cronaca, ad Imperia è previsto un taglio di un milione e seicentomila euro, alla Spezia di 2,9 e a Savona di 2,6.

"Purtroppo, in Italia, succede spesso: più sei serio più ti massacrano, più fai il furbacchione e più ti premiano - commenta, sconsolato, l'assessore al Bilancio del Comune, Francesco Miceli - Abbiamo effettuato tagli per dieci milioni di euro, prima con la giunta Vincenzi, poi con la giunta Doria ed è una cifra, per il Comune di Genova, notevolissima. A livello nazionale è stata indicata una linea federalista, salvo poi affidare ai Comuni una tassa, l'Imu, che di municipale ha soltanto l'acronimo. Risultato? Adesso rischiamo di dover togliere dei servizi per ripagare il deficit di chi ha sprecato ".

Riassunto delle puntate precedenti: la Vincenzi sceglie Francesca Balzani, una giovane ma superesperta studiosa (tra l'altro, collaboratrice di Victor Uckmar) come assessore al Bilancio: bravissima, dopo nemmeno due anni verrà eletta a sorpresa eurodeputato. Proprio in quel periodo il massimo dirigente del Fisco lombardo, Francesco Miceli, è indeciso se andare in pensione o restare ancora qualche anno. La Vincenzi lo chiama e gli affida le finanze del Comune. Poi c'è il ballottaggio Vincenzi-Pinotti-Doria e il nuovo sindaco decide di bocciare tutta la giunta e di confermare un solo assessore uscente, e sempre di Miceli si tratta.

L'assessore - che è un tecnico di valore assoluto - riesce ad entrare in sintonia con entrambi i sindaci che, sulla linea dei tagli, si muovono in forte continuità: sforbiciate alle spese generali, alla telefonia, agli impianti di riscaldamento e, con la ristrutturazione generale della Lanzone, anche al personale. "Francamente speravamo che i 31 milioni messi a bilancio alla voce spending review venissero ridotti, anche grazie alle buone pratiche che il Comune di Genova ha messo in atto - spiega Miceli - Invece siamo al corto circuito del sistema. Forse ci sono addirittura gli elementi per un'anticostituzionalità della norme: se tutti devono essere chiamati a contribuire a seconda della capacità reddittuale, è assurdo che un Comune virtuoso venga spremuto e un Comune non virtuoso venga aiutato".

Ma cosa rischiano, a questo punto, i genovesi? "Il sindaco Doria è stato chiarissimo: anche se ci fossero ulteriori margini sull'Imu, il Comune non ha nessuna intenzione di intensificare il prelievo fiscale. Ma certo 32 milioni di euro non li troviamo sotto i sassi: siamo riusciti, grazie ai nostri risparmi, a contenere le spese per scuola e assistenza, garantendo il mantenimento del servizio. Proveremo a non modificare l'esistente e, come associazioni dei comuni, speriamo in un po' di ossigeno da parte del nuovo governo ".

(12 febbraio 2013)

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