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Il nuovo sindaco di Genova

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2017 22:30
07/03/2012 11:30
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Capotreno
Beh, magari il treno lo lascerei, comunque una rampetta per scendere nell'atrio sarebbe da fare, visto che ci fanno pagare 140 euri all'anno almeno la macchina ce la facciano parcheggiare!

Poi c'è un altro motivo per votare PIN: sono anni che parliamo sempre di Piano Urbanistico Comunale e non lo fanno mai.
Il PIN lo farà di certo: tutti sanno che se c'è il PIN c'è anche il PUC
07/03/2012 11:42
Bwuawuawuawua questa è epica! [SM=g11770]
07/03/2012 11:47
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Grande Giambo!!!!! [SM=g27987]
09/03/2012 17:54
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giambo64, 07/03/2012 11.11:


taglierò i paletti sul marciapiede che adesso impediscono di salire con la macchina e parcheggiare,



Ma mi raccomando di non lasciare i paletti tagliati sul marciapiede, perchè a Genova le strade sono pulite e il verde pubblico è ben curato.


euge1893, 07/03/2012 09.25:



A differenza di altri forumisti, io sono lieto che qualcuno dei candidati - in questo caso Musso - ponga la metro nel suo programma e spero che lo stesso facciano Doria e Vinai. Vuol dire che almeno lui ha capito che se la metro non la prolunghiamo, allora avremo davvero sprecato le risorse per costruirla fino ad ora.



Apprezzabile che Musso parli di TPL, argomento solitamente piuttosto raro nelle campagne elettorali (ad esempio, i candidati sindaci, qui a Spezia, finora non ne hanno fatto cenno, nonostante nel quinquennio nasceranno interi nuovi quartieri sui 60 Ha dell'ex raffineria, che necessariamente comporteranno nuovi servizi di TPL. Anzi, lo sterminato, orribile centro commerciale aprirà a giorni)

Però, obiettivamente, parlarne così, in termini sostanzialmente molto generici, o chiaramente irrealizzabili, è come non parlarne.


10/03/2012 09:42

Genova - Anche i Comunisti-Sinistra Popolare saranno in corsa per le elezioni a sindaco del capoluogo ligure con il segretario regionale del partito, Roberto Delogu: lo ha reso noto questa sera lo stesso partito.

Il segretario nazionale di Comunisti-Sinistra Popolare, Marco Rizzo, sarà il 24 marzo a Genova per lanciare la campagna elettorale del nuovo candidato.

Delogu, ex iscritto al Pci, ex Rifondazione Comunista, è stato consigliere comunale a Genova del partito di Bertinotti per dieci anni, durante i mandati di Giuseppe Pericu; passato al Pdci, nel 2009 è stato insieme con Marco Rizzo tra i fondatori del partito Comunisti-Sinistra Popolare.

Con Delogu diventano undici a oggi i candidati a Palazzo Tursi.



www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/03/09/APeHxZ3B-comunali_comunisti_genova.shtml#axzz1...
10/03/2012 10:52
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comunicazione di servizio
Sbaglio o non sono più reperibili i posts dell'8 marzo rilasciati in questo spazio...?
[SM=g27994]
10/03/2012 10:58
Se cerchi gli interventi su Musso per il bus business è stata aperta una nuova discussione dedicata.
13/03/2012 23:46
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Per ora Doria è sul generico andante... nulla di preciso, l'unica cosa che dice, in modo un po' suicida, è che serve aumentare le tasse per mantenere i servizi sociali.

www.ilsecoloxix.it/p/multimedia/genova/2012/03/13/APrVFz4B-sindaco_doria_progetti.shtm...
19/03/2012 09:11
Direi che non ci dovrebbe essere storia.
Musso può tornare a fare il becaccione all'Albikokka! [SM=g27989]

imageshack.us/photo/my-images/710/catturafu.jpg
[Modificato da lordtiranus 19/03/2012 09:15]
19/03/2012 09:22
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Capotreno
Il PIN allo 0,5%?
ci deve essere un errore, non è possibile, forse nel sondaggio hanno inserito un codice errato... [SM=g27994]
19/03/2012 09:24
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[SM=g11770]
19/03/2012 09:37
Tra l'altro il misterioso Vinai che non ha sito internet, nei cartelloni non c'è neppure il logo che si troverà sulla scheda è al 12%.
Chi si lamenta sempre della sx dovrebbe andare in piazza e far scoppiare un casino, con una gestione elettorale del genere il PD poteva presentare anche Pico de Paperis e avrebbe stravinto
19/03/2012 09:40
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Beh, Pico de Paperis è un tuttologo, ottimo candidato, avrebbe certo vinto con merito.
Con questa destra però avrebbe vinto anche Paperoga
19/03/2012 10:38
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da www.primocanale.it


CRONACA
Oggi Bossi e Calderoli a Genova per lanciare Rixi sindaco
lunedì 19 marzo 2012 ore 07.31

Genova - L'appuntamento è alle 18 al Nh Marina Hotel del Porto Antico di Genova.

Per quell'ora, accompagnato dal senatore Roberto Calderoli, arriverà a Genova il leader della Lega Nord Umberto Bossi per lanciare la candidatura di Edoardo Rixi a sindaco.

E' il primo leader politico nazionale che arriva nel capoluogo ligure in vista delle elezioni amministrative di maggio

19/03/2012 11:05
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Manco a farlo apposta, coincidenza quasi esatta con la S. Messa che il Cardinale celebra alle 18.30 per il mondo del lavoro (oggi è San Giuseppe).
Una cosa che non ha nulla a che vedere con le elezioni comunali ovviamente, ma nulla di più facile che molti dei presenti siano anche impegnati in politica.
Non credo che il numero di fedeli diminuisca in considerazione della visita degli esponenti politici... [SM=g27987]
19/03/2012 11:49
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Doria sembra nel panico, spaventato da qualcosa più grande di lui, di sicuro non ha ancora capito bene cosa fare, non ho ancora letto una riga di programma ed è imperdonabile farlo all'ultimo momento, di corsa. La sua grande inesperienza verrà pesantemente pagata da tutti i genovesi nel caso, probabile, vincesse.
19/03/2012 12:22
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Concordo pienamente con Claudio.
19/03/2012 13:04
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Capotreno

Vi allego un documento pubblicato in un gruppo su facebook dedicato alle proposte di Doria per il centro storico, quartiere in cui vivo.

Il contenuto è molto fumoso e molto molto intellettuale, ma vi ho trovato alcuni validi spunti.

Mi pare di capire che le proposte non siano tanto di Marco Doria, ma del comitato locale che lo sostiene, che tuttavia si è dimostrato poco democratico con il sottoscritto, cancellando un mio intervento in quanto evidentemente non del tutto favorevole con tutte le proposte (avevo semplicemente consigliato impegno per la cancellazione delle scritte che deturpano tutti i muri dei caruggi e una campagna di dialogo con le realtà - leggi: centri sociali - da cui provengono la maggior parte delle scritte).


IL CENTRO STORICO
E’ BELLO
VIVERLO INSIEME
PUO’ FARLO DIVENTARE
ANCORA PIU’ BELLO

Documento programmatico del
Comitato Centro Storico per Doria Sindaco

PREMESSA.

Partiamo dal presupposto che il nostro Centro Storico è un patrimonio storico-artistico, umano e culturale di valore inestimabile che deve essere tutelato e salvaguardato in maniera dinamica affinchè rimanga un luogo vivo, inclusivo, abitato, aperto allo sviluppo e alle attività e modello di integrazione.

Esso rappresenta il cuore della città e dell’identità genovese, il luogo in cui migliaia di genovesi vivono, lavorano e trascorrono gran parte della loro vita sociale, e nel corso degli anni è anche diventato, nel bene e nel male, un laboratorio per una società multietnica e multiculturale.

Molto è stato fatto a livello di recupero territoriale e molto poco a livello sociale.

Il nostro Centro Storico rischia di dover combattere ogni giorno per evitare di diventare – al di fuori delle vie dei flussi turistici – un luogo abbandonato (in primis dai propri residenti), poco vivibile, escludente, foriero di tensioni sociali.

Il Comitato Centro Storico per Doria Sindaco ha individuato quattro filoni programmatici per il rilancio dei nostri quartieri, per sfatarne il mito di un luogo pericoloso anche al solo passaggio, per rilanciarne la sua vocazione turistica e per farne anche un luogo di ricerca antropologica e sociologica, in collaborazione con chi lo abita, lo utilizza o ne fa luogo di analisi.

Il Comitato Centro Storico per Doria Sindaco pensa che questi quattro filoni programmatici possano essere il faro (ovviamente con eventuali altri contributi che volta per volta le singole persone, ma anche i partiti e le associazioni territoriali, vorranno elaborare) che guidi i prossimi cinque anni di Amministrazione Doria, con una sinergia continua tra le cittadine e i cittadini e l’amministrazione comunale, in una logica di democrazia partecipata.



LA VIVIBILITA’.

La vivibilità ed il miglioramento delle condizioni di “decoro” dei nostri quartieri sono condizione imprescindibile per uscire da situazioni di degrado, urbanistico ma anche sociale, in cui versano ampie zone del Centro Storico.

Senza un impegno in questo senso si rischia di creare un climax, difficilmente contrastabile, che spinge le persone a scegliere di andare altrove e se le cittadine e i cittadini se ne andranno altrove, se i pericoli per la loro incolumità o le difficoltà li spingeranno verso quartieri più vivibili, allora i problemi resteranno e le dichiarazioni d'intenti finiranno malinconicamente disattese.

Un’”Agenzia del Centro Storico”.

L’amministrazione uscente aveva intenzione di istituire l’”Agenzia del Centro Storico” quale punto di raccordo tra tutti i soggetti pubblici e privati interessati alle azioni di tutela, conservazione e valorizzazione del Centro Storico.

Se verrà confermata la sua istituzione, questo nuovo soggetto dovrà avere una sede propria (importante sarebbe trovare spazi alla Maddalena o nella zona della Commenda per dare un segnale forte e concreto alla malavita organizzata di riappropriazione permanente del territorio) e vi potrebbe trovare sede anche il gruppo di lavoro o il tavolo permanente del “Laboratorio di antropologia e sociologia urbana” (cfr. paragrafo sulla multiculturalità), che, in collaborazione con l’”Agenzia”, dovrà lavorare per cogliere tutte le occasioni offerte dai bandi regionali ed europei.

L’”Agenzia” da subito dovrà occuparsi della manutenzione e della vivibilità (anche partendo dalla elaborazione di una “carta di educazione civica”) coordinandosi con i referenti comunali e delle società/aziende di manutenzione e servizi (Aster, Amiu, Mediterranea delle Acque, Spim, Arred, ecc.) e partecipando alla revisione dei contratti di servizio al fine di implementare e ottimizzare le operazioni di manutenzione-pulizia e restauro di strade, edifici e monumenti, con particolare attenzione alla pulizia delle strade più interne e alla manutenzione in particolar modo della delicata e costosa lastricatura secondo le segnalazioni dei cittadini; contenendo un Centro per la formazione e l’impiego nel Centro Storico che permetta di mettere in relazione l’offerta formativa ad opera di educatori, insegnanti, mediatori culturali con la richieste di professionalità da parte degli operatori professionali, commerciali e dei privati del Centro Storico, anche attraverso la creazione di piccole imprese di lavoratrici e lavoratori stranieri tramite lo strumento di microcredito di 25mila euro previsti dal programma “Progress” della Commissione europea; occupandosi dell’implementazione degli arredi urbani e della cartellonistica (piante, panchine, distributori d’acqua del bronzino fresca e refrigerata e cartellonistica, anche “quik response”, da posizionare agli ingressi del Centro Storico, con le mappe e le indicazioni turistiche, artistiche e commerciali); favorendo percorsi musicali (amplificazione modello via Garibaldi) che catturino ed accompagnino i turisti nei luoghi meno frequentati; attrezzando le varie zone di servizi igienici in posizioni strategiche.

Se le nostre strade saranno attraversate da lumi indicanti iniziative culturali, artistiche, educative e ricreative insieme alle indicazioni di ristoro e del commercio in genere, il clima sarà più vivibile.

Il reinsediamento abitativo e la gestione sociale del territorio.

L’Amministrazione comunale dovrà porsi l’obiettivo di favorire l’insediamento in Centro Storico soprattutto di giovani e giovani famiglie che possano prendersi cura del loro quartiere con aiuti per l’acquisto della prima casa o con affitti agevolati, il valore aggiunto sarà la presa in carico affettiva del territorio.

Con gli strumenti finanziari (POI – PRU –URBAN – contratti di quartiere, ecc.) che hanno permesso tutte le ristrutturazioni degli ultimi decenni andrà portato avanti il lavoro di recupero di vari edifici a fini abitativi (ad esempio vico Ragazzi e altri immobili di proprietà pubblica, ma anche con convenzioni e protocolli etici con la Curia e con le grosse proprietà immobiliari per la gestione dei loro immobili) privilegiando i progetti di cohausing per combinare l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi (micronidi, laboratori per il fai da te, auto in comune, palestre, stanze per gli ospiti, orti e giardini da far curare agli anziani che devono poter tornare a vivere il loro territorio con fiducia e allegria) con benefici dal punto di vista sia sociale che ambientale.

Essendo quasi pronti i bandi per l’assegnazione della gestione a privati dei parchi pubblici, si potrebbe immaginare qualche forma di gestione anche parziale di quelli a cintura del Centro Storico (Villetta Dinegro e Acquasola) con la progettazione, ads esempio, di orti urbani o di spazi per gli sport e le discipline orientali tipo Qi Gong e Thai Chi.

Il lavoro artigianale e commerciale.

È necessario verificare la possibilità di affiancare i CIV, favorendo l’associazionismo tra gli esercenti del Centro Storico per un modello di commercio alternativo sulla traccia del centro commerciale naturale, per sostenere le botteghe storiche che devono tornare ad essere cuore pulsante del tessuto commerciale.

L’organizzazione di eventi, l’attenzione alla tutela e alla promozione delle botteghe e dell’artigianato storico ed etnico, la comunione delle risorse per ottenere la migliore efficacia di comunicazione e di promozione, per progettare e realizzare sistemi di fidelizzazione della clientela stabile, anche per una movida più rispettosa e partecipe (fidelity card, atti a sostenere commercialmente particolari momenti dell’anno, concorsi a premi, tavolate in occasioni di feste particolari, ecc.).

In questo senso occorre organizzare e gestire un sito internet del centro commerciale naturale del Centro Storico contenente tutte le informazioni sulle attività economiche esistenti, oltre a presentare una vetrina virtuale.

Infine, la valorizzazione del biologico e delle aziende a km zero, quelle che rappresentano eccellenze attraverso i loro prodotti, potrebbe essere inserito nel rinnovato mercato del Carmine.



LA SICUREZZA.

La questione della sicurezza è una delle tematiche che più frequentemente ricorrono nelle dichiarazioni relative al Centro Storico (ma non solo) e, specie nel corso delle campagne elettorali, la stessa viene agitata dai partecipanti come questione dirimente rispetto alla collocazione delle coalizioni: il centrodestra vuole città sicure, il centrosinistra pare non avere a cuore la questione.

La sicurezza “percepita” e la sicurezza reale.

Partiamo dal presupposto che tutti gli indicatori indicano una contrazione dei fenomeni criminali in tutta Italia, con un aumento dei reati contro il patrimonio e una diminuzione di quelli contro la persona; vero è che, negli anni, l’efferatezza dei reati contro la persona è aumentata (rapine cruente nelle case, violenze contro le donne, ecc.) e spesso i media fungono da amplificatore di tali reati (si vedano le frequenti trasmissioni di Bruno Vespa) contribuendo non poco a fare aumentare l’insicurezza “percepita” dalle cittadine e dai cittadini.

A ciò si affianca un vertiginoso aumento dei reati dei cosiddetti “colletti bianchi” o di quelli legati alla corruzione o alla finanziarizzazione dell’economia; reati che, per le loro caratteristiche, tendono a non essere colti come legati al concetto di “pericolosità sociale” nell’immaginario delle persone.

La “pericolosità sociale” è infatti avvertita soprattutto nei reati collegati al disagio o alla devianza sociale, elementi purtroppo sempre più presenti nella nostra società.

Disagio e sicurezza.

Le conseguenze della crisi economica, della precarietà o, peggio, della perdita del lavoro e, conseguentemente, delle scarse prospettive di futuro (specie nei giovani) tendono ad incentivare comportamenti devianti e rischi per la tenuta sociale delle nostre comunità.

Le difficoltà di integrazione dei nuovi cittadini, migranti da altre realtà culturalmente e socialmente diverse dalla nostra, tendono a produrre gli stessi comportamenti.

Va da sé che dove si annidano sacche di disagio sociale si sviluppano dinamiche che favoriscono l’insorgenza di pratiche delinquenziali, soprattutto legate alla microcriminalità diffusa, quella, per intenderci, che desta più allarme e preoccupazione sociale (scippi, spaccio, alterazione psichica dovuta ad alcol o droghe, ecc.) ma anche – e questo ne è l’aspetto più preoccupante – legate a bassa manovalanza in attività di ben altro spessore.

E’ più facile vedere (e percepire come pericolosa per sé) la prostituta o il tossico, che ragionare sul retroterra criminale che organizza la tratta e lo sfruttamento delle donne o la rete dello spaccio.

La questione della legalità.

È ormai acclarata la diffusione di poteri criminali organizzati (mafia, camorra, ‘ndrangheta) in tutto il nord del Paese e anche nella nostra regione, soprattutto nel ponente ligure, ma anche la nostra città non ne è esente ed in alcune zone – ad esempio nel quartiere della Maddalena, ma non solo – tale presenza è stata verificata e colpita.

Diverse “famiglie” mafiose sono state inquisite (soprattutto nei settori della prostituzione, dello spaccio, del riciclaggio e dell’acquisizione di patrimonio edilizio) e numerosi immobili sono stati sequestrati e destinati ad usi sociali.

Di tali situazioni dovranno continuare ad occuparsi gli organismi preposti al suo contrasto, dotandoli di più risorse, più mezzi e migliori capacità investigative.

Si dovrebbe, però, cercare di sveltire i tempi di destinazione d'uso agli immobili confiscati alla criminalità organizzata, posto che ancora troppi restano seraficamente inutilizzati; l’Amministrazione comunale potrebbe affittarli a costi contenuti ai giovani, a chi voglia aprire botteghe o sedi di centri culturali perché il lasciarli in disuso è sicuramente la scelta peggiore.

La microcriminalità.

Detto questo, è il contrasto alla microcriminalità che le cittadine e i cittadini richiedono, rivendicando giustamente il diritto di poter vivere la città con pienezza (a qualunque ora del giorno e della notte) senza avere la sensazione di una costanza di pericolo.

È ovvio che non sarà possibile debellare risolutivamente situazioni di microcriminalità (almeno sino a che non saranno ridotte definitivamente, o almeno drasticamente, le cause di disagio sociale) ma sicuramente è possibile limitare tali situazioni.

Il degrado dell'ambiente urbano è strettamente collegato alla percezione di sicurezza dei cittadini: tanto più un'area è degradata, tanto più viene percepita come pericolosa, e quindi come insicura.

Non è altro che la vecchia teoria delle finestre rotte: se le finestre di un edificio sono rotte, se una strada versa in condizioni di sporcizia o più genericamente se un quartiere appare degradato, i passanti penseranno che l'edificio è disabitato, che nessuno si prende cura di quella strada, o peggio, che nessuno ha il controllo di quel quartiere.

Va da sé che dove è presente (o si è ricreato) un forte tessuto sociale, minori sono le situazioni di microcriminalità; le persone che occupano gli spazi di vita nei quartieri sono il migliore antidoto alla criminalità, ma ciò di per sé non basta.

Le politiche “sicuritarie” messe in campo dai governi nazionali (militarizzazione del territorio, presenza degli alpini) e dall’amministrazione comunale (telecamere, polizia municipale) non hanno dato risultati apprezzabili, neppure – paradossalmente – da punto di vista della “percezione” della sicurezza da parte delle cittadine e dei cittadini.

Quali soluzioni.

Se si prende atto della realtà, e cioè che le cause della microcriminalità sono dovute nella loro massima parte a problematiche di alcolismo (purtroppo adesso anche minorile), tossicodipendenze e mancata integrazione, le soluzioni non possono essere che di risposta a tali disagi e quindi occorre investire risorse, economiche ed umane, in presidi permanenti, da gestire assieme ai presidi sociosanitari e alle associazioni di volontariato impegnate su queste problematiche (pensiamo alla Società italiana di alcologia o alla Comunità di S. Benedetto) per le prime due questioni, nella presenza di mediatori culturali, assieme ad una presenza costante delle comunità straniere presenti sul territorio, per quanto riguarda invece l’integrazione delle cittadine e dei cittadini migranti.

Oltre a ciò, un programma che possa prevedere nei carruggi e nei luoghi di Genova, micro-iniziative atte a favorire la presenza e la frequentazione da parte dei residenti e dei turisti promuove e produce sicurezza.

La sicurezza nasce nella relazione con l'altro; sono le passioni tristi a trovare spazio e aggredire la naturale tendenza alla relazione: la solitudine , l'impotenza, la fragilità a produrre nell'uno comportamenti devianti e nell'altro paura .

Il dilagare dell'illegalità ha creato sfiducia e paura da un lato e dall'altro autorizzazione all'irresponsabilità verso sè e verso gli altri in molti soggetti.

Va da sé che rimane ovviamente necessaria quella attività preventiva di intelligence che più volte i settori più sensibili delle forze dell’ordine (il SIULP CGIL in primis) hanno rivendicato come molto più produttiva dei pattugliamenti o di soluzioni tecnologiche quali le telecamere ed il potenziamento di realtà come le forze dell’ordine di prossimità (poliziotto o carabiniere di quartiere) che, con il loro costante monitoraggio del territorio, hanno dato buoni risultati, ancorchè non esaustivi.



IL TURISMO.

Il Centro Storico è sicuramente il “biglietto da visita” turistico della nostra città.

Partendo da un dato fondante, cioè quello di un centro storico che dal 2006 contiene al suo interno un contesto urbano appartenente al Patrimonio dell’Umanità Unesco, il potenziale interesse turistico è ancora in parte inespresso.

Se è necessario lavorare sull’interezza del Centro Storico, è pur vero – come già si è detto – che, se i problemi sono generali, per quanto riguarda il turismo le soluzioni diventano più particolari per ogni singola zona.

Le trasformazioni urbane e sociali.

Nella zona che comprende Pollaioli, Erbe, San Bernardo, la trasformazione avvenuta a partire dagli anni ’90 e dovuta a cambiamenti strutturali quali la pedonalizzazione dell’area, la destinazione di Palazzo Ducale a polo culturale e l’arrivo della facoltà di Architettura a S. Agostino, ha portato ad un momento di rinascita del quartiere con la nascita di nuovi spazi di ricreazione (bar, associazioni culturali e ricreative giovanili) o la trasformazione dei vecchi (vedi bar degli Specchi, prima luogo d’incontro di ricettatori oggi uno dei bar più conosciuti della città o il bar Berto alle Erbe o ancora Moretti in San Bernardo che diventa punto di partenza della movida).

E’ da quegli anni che inizia a prendere forma un nuovo modo di intendere il centro storico e soprattutto questa area specifica, come luogo di appartenenza giovanile che ne fa centro di incontro serale.

Se in un primo momento la zona si riattiva anche per altre attività commerciali (negozi di abbigliamento o piccolo antiquariato) è pur vero che attualmente solo pochi di questi resistono, mentre si vede un aumento di attività legate all’immigrazione (kebab, piccoli supermercati ecc.).

Dunque, a fronte di un aumento sensibile del turismo, se paragonato agli anni ’80 (all’epoca sostanzialmente assente) l’area descritta rimane una zona che si vivacizza nelle ore serali come luogo di ricreazione grazie a quei “city users” che sono i giovani della città e a un pubblico adulto che lo frequenta per la ristorazione, sempre serale, ma che di giorno non ha quel flusso turistico che sarebbe invece giustificato da una tale vicinanza a Palazzo Ducale.

Questa connotazione così marcata, che ha al contempo l’assenza di una proposta culturale vera, porta però a una sorta di “spersonalizzazione” del quartiere nelle ore del giorno con relativo aumento della chiusura dei negozi.

Ed é la chiusura delle attività commerciali che porta al degrado, al di là della pulizia delle strade (che andrebbe fatta) e del loro stato dissestato (che andrebbe fatto) ma le attività chiudono o non aprono perché sono uccise soprattutto dalla grande distribuzione e quelle che ci sono non hanno visibilità per la mancanza di circolazione (con l’aggravante dell’attuale forte crisi economica generale).

Se a suo tempo l’installarsi della facoltà di Architettura ha portato a una rivitalizzazione della zona, è vero che oggi il quartiere risente di una sua definizione più legata appunto alla vita serale della movida, che non a un percorso di visita fortemente delineato.

Allo stato attuale è necessario partire dai punti di forza che costituiscono il patrimonio di quest’area e che appunto sono le attrattive artistiche e architettoniche, dalla chiesa di San Donato, al museo di S. Agostino, a Santa Maria di Castello unendole maggiormente a quelle attività commerciali che sono o dovrebbero essere il tessuto del centro antico della città.

L’offerta culturale della città.

Ancora oggi, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, c’è una frattura nel rapporto fra l’Amministrazione comunale e il privato per quanto concerne una visione ampia dell’offerta culturale della città dunque fra quello che è considerata la visita culturale del Centro Storico attraverso i suoi monumenti, e il non tenere nel giusto conto quelle attività commerciali che rendono vivo questo contesto con l’esclusione della possibilità di uno scambio reale con quei piccoli imprenditori, commercianti e artigiani che “resistono” nel centro storico.

A parole si parla di sinergia, ma nei fatti manca proprio questa.

Se la barberia di vico Caprettari è diventata un luogo storico da visitare e dunque “spendibile” dal punto di vista culturale perché non considerare altrettanto spendibili la drogheria Torrielli di San Bernardo o la fabbrica di cioccolato di vico della Castagna?

Verificando una certa stanchezza da parte degli operatori commerciali un nuovo impulso di collaborazione fra l’Amministrazione comunale e gli stessi può passare attraverso il riconoscimento del ruolo reale che questi hanno all’interno della vita, non solo commerciale, ma appunto culturale della città, ruolo che gli viene negato, secondo una logica non attuale.

L’Acquario e l’”indotto”.

L’Acquario di Genova è, da tempo, la struttura più attrattiva della nostra città, come dimostrano i numeri delle presenze e il fatto che molti dei flussi turistici rivolti a Genova sono legati quasi esclusivamente alla sua visita (compresi i molti croceristi che attraccano nel nostro porto).

Questo è frutto sicuramente di una oculata programmazione e ad una pubblicizzazione mirata attraverso siti e periodica pubblicità sui media nazionali, oltre che ad una gestione ottimale per quel tipo di turismo.

La controindicazione a questo richiamo turistico è che richiama un turismo giornaliero, da “mordi e fuggi” o al massimo legato ai weekend.

La cosa che manca, relativamente al flusso turistico che transita nella zona, è – a fronte di un recente rilancio dell’attività alberghiera – la quasi totale assenza di programmazione per il ricco indotto che si trova alle spalle dell’Acquario, un indotto fatto quasi tutto di attività commerciali di ristorazione e di prodotti tipici liguri (pensiamo solo alla storica friggitoria Carega o alla frutta secca di Armanino) o di risorse artistiche che non vengono adeguatamente valorizzate (la Loggia di Banchi o il complesso del Baluardo o Palazzo S. Giorgio o i palazzi dei Rolli alle spalle di Sottoripa).

Oltre a ciò, la domenica e nelle giornate festive, si assiste ad una “desertificazione” della zona con la chiusura di pressochè tutte le attività commerciali che fa sì che il turista sia costretto ad iniziare una sorta di caccia al tesoro, finalizzata al ritrovamento di un posto dove sostare e dove rifocillarsi, se non vuole limitarsi ad un paio di bar dove trovare un panino.

I percorsi turistici.

Le direttrici dei flussi turistici hanno ormai un consolidato percorso che si snoda sull’asse via Garibaldi, via XXV aprile, De Ferrari, S. Lorenzo, Caricamento, evitando l’asse – che sarebbe più logico – che va dalle stazioni di accoglienza turistica (Piazza Principe per i treni e Stazione Marittima per le navi) ai luoghi turistici della città.

La valorizzazione di questo nuovo asse, che toccherebbe – con un percorso pedonale – la zona di Prè (con il Palazzo del Principe, la Commenda, Palazzo Reale e i ristrutturati Truogoli), di via del Campo (con le suggestioni legate alla figura di Fabrizio de Andrè e con lo storico negozio-museo di Gianni Tassio) di S. Luca e della Maddalena (con i suoi palazzi storici) sarebbe un toccasana per queste e per le attività commerciali che vi si svolgono.

Stesso dicasi, dall’altra parte, la valorizzazione di un asse che da Porta Soprana, passando per via Ravecca, arrivasse a Sarzano per poi proseguire nella zona di S. Maria di Castello e poi fino al mare.

Qualche proposta.

Se il primo problema da affrontare è quello della pulizia delle strade (più realizzabile, magari anche con l’impegno e il contributo dei residenti e dei commercianti) e della loro manutenzione (pur essendo coscienti che in tempi di “ristrettezze economiche” non è facile agire in questa direzione in tempi brevi), il passo successivo è quello della promozione e comunicazione dei luoghi, legata maggiormente alle realtà che di quei luoghi fanno parte.

Ad esempio, dati come centri di attrazione turistico-culturale l’area di Palazzo Ducale o quella dell’Acquario, questi dovrebbero diventare i punti di partenza delle varie “porte” della città antica, attraverso l’utilizzo di pannelli stampati o virtuali che indirizzino verso itinerari molto chiari, nei quali potrebbero essere inseriti non solo i siti architettonici, ma anche alcune attività produttive della zona.

Lo stesso dovrebbe accadere all’interno del sito turistico del Comune di Genova con l’aggiunta, rispetto a quello che già viene descritto in generale, di link ad altre pagine più specifiche (al momento non c’è nessun contenuto dietro alla prima e approssimativa descrizione del Centro Storico).

A questo proposito, interessante potrebbe essere la creazione di una "card" dedicata ai turisti, che prenotano via internet, che offra sconti e/o offerte, creando una rete tra strutture ricettive e pubblici esercizi del Centro Storico.

Occorre poi, per colmare il vuoto di comunicazione degli ultimi anni, puntare sulla costante promozione di tutti gli eventi culturali e di tutto quanto di bello e positivo si può vedere in Centro Storico, compresa la possibilità di creare una serie di eventi musicali e culturali itineranti, cosa che si può ottenere senza eccessivi esborsi economici, utilizzando internet con blog e social network e la collaborazione degli esercenti delle zone.

Infine, una cosa interessante potrebbe essere anche potenziare l’attuale servizio di bike sharing, tenendo conto che, sempre più, si va verso un turismo responsabile, ecocompatibile e non invasivo.

Da un punto di vista strategico, sempre per permettere un maggior flusso d’interesse verso le varie zone, sarebbe importante dare nuovo impulso a luoghi, come ad esempio il museo di S. Agostino, la Commenda, Palazzo Reale o il Palazzo del Principe, e individuare alcuni siti culturalmente interessanti (spazi pubblici, chiese, i palazzi dei Rolli?) dei quartieri dove poter “prolungare” le proposte culturali di Palazzo Ducale con mostre minori, ma legate al tema.



LA MULTICULTURALITA’.

Genova ha per vocazione di assumere un ruolo d'avanguardia a livello nazionale e internazionale per quel che riguarda progetti interculturali e di scambio. Per il fatto di essere storicamente un porto e una città di mare, nel suo centro storico porta le tracce di un’eredità e le immagini antiche di commerci, l'abitudine alla pluralità e allo scambio con le sponde del Mediterraneo come con il nord Europa, con l'Asia come con l’America.

Il Centro Storico deve cessare di essere il luogo della speculazione immobiliare, della malavita o della movida ma costituire la risposta vivente alla domanda “è possibile vivere insieme nelle differenze culturali all’insegna del rispetto, della solidarietà, della legalità e della conoscenza reciproca?”.

La convivenza si trasforma così in occasione di scambio ed arricchimento reciproco, quando cadono pregiudizi e barriere. Le zone del Molo, di San Bernardo, della Maddalena, di Prè, della Commenda, ecc. possono diventare luoghi privilegiati di sperimentazione e di partecipazione tra gli residenti, stranieri abitanti, commercianti, giovani e turisti e di incontro/scontro tra questi ultimi e le Istituzioni.

Un progetto.

L’idea è volta a coinvolgere, ascoltare e coordinare tutte le forze e le associazioni che lavorano o hanno lavorato su queste tematiche (per questo è stato chiesto di appoggiare questa proposta a storici, sociologi e antropologi: da parte di note personalità della nostra Università come Dal Lago, Aime, Consigliere, Guerci, Parodi Da Passano, Faldini, Queirolo, Rahola e altri vi sono già state numerose e significative risposte positive)

Ciascuno con le proprie competenze deve portare un arricchimento per creare un Laboratorio di Antropologia e Sociologia Urbana presente su un territorio speciale come il Centro Storico che si occupi di coordinare tutte le comunità e le attività e di formare mediatori culturali interagendo con le comunità, le associazioni, il Comune e con l'Università impiegando gli studenti su progetti sociali e culturali nella città.

Questo progetto ha come scopo la formazione degli stranieri e degli studenti italiani e può svilupparsi anche come Università per stranieri e dunque, a differenza di altre associazioni esistenti, la sua prima vocazione sarà l’alta formazione coniugata con la lotta al razzismo in tutte le sue forme.

Rivalutare la percorribilità politica dell’idea multiculturale e fare il punto su esempi concreti di politiche pubbliche multiculturali permette di ricostruire il concetto di multiculturalismo.

Un progetto che promuova l’interculturalità in modo non superficiale, capace di sviluppare il rispetto del pluralismo (come vuole l’approccio multiculturalista), senza rinunciare alla possibilità di trovare momenti d’intesa e livelli di armonizzazione su tutti i punti più sensibili e complessi: dall'immigrazione alla realtà femminile, dalla scuola multietnica alle opportunità lavorative passando per l’ analisi delle diverse culture, tradizioni e religioni.

L’educazione interculturale che si intende promuovere valorizza la dimensione storica del dialogo e la coesistenza tra culture diverse. Come è stato sottolineato dai principali esponenti contemporanei del dialogo interculturale è necessario sviluppare queste competenze interculturali che sono diventate indispensabili per i docenti, per i mediatori culturali, ma anche per i politici e gli amministratori, al fine di gestire una vera e propria città nella città con una forte vocazione eminentemente turistica come è per sua natura il centro storico.

Obiettivi.

Gli obiettivi di questo progetto saranno la promozione dell’interculturalità e del multiculturalismo e la lotta al razzismo nelle scuole di tutti i livelli con la creazione di figure di mediatori; la creazione di servizi su proposte ed esigenze delle varie comunità; il monitoraggio dello sviluppo e la valorizzazione delle imprese di lavoratori stranieri in Centro Storico; il buon uso della movida con incentivi per riappropriarsi degli spazi pubblici e per respingere la malavita per evitare la ghettizzazione di certe zone; la creazione di una carta di educazione civica comune multilingue con possibilità di sanzioni per i trasgressori; l’organizzare in Centro Storico, con la collaborazione delle comunità presenti sul territorio, eventi per esprimere le loro tradizioni e feste utilizzando anche gli spazi istituzionali del museo del Mare, della Commenda, del Teatro Hop Altrove, del Castello de Albertis e del Museo Chiossone.

La visibilità deve essere assicurata da un “Festival della Multiculturalità” (sulla scorta di quelli della scienza e della storia) dove non si parli dunque solo di migranti e migrazioni; da un centro archivio biblioteca videoteca di documentazione e di progettualità in stretta connessione con tutte le associazioni e comunità presenti nel Centro Storico, anche collaborando con le altre città europee che hanno simili progetti; dalla progettazione di una guida storico-artistica e pratica del Centro Storico tradotta in diverse lingue (cinese, arabo, francese, inglese e spagnolo) che contenga informazioni sui ristoranti etnici e sui negozi e prodotti esotici, ma anche sui legami storici della città con paesi extraeuropei che permetta ai turisti come ai nuovi abitanti di conoscerne la storia.

Oltre a ciò occorre percorrere anche l’ipotesi di una Università per gli stranieri che coinvolga le diverse forze già presenti (antropologi, sociologi, docenti di italiano come di lingue straniere) che permetta di accedere a un diploma breve e attiri studenti e adulti qualificati dai diversi paesi di origine.



Il Comitato Centro Storico per Marco Doria è formato da cittadine e cittadini che hanno deciso di impegnarsi in prima persona nella campagna per l’elezione di Marco Doria a Sindaco di Genova, e di continuare – una volta raggiunto questo obiettivo – ad essere stimolo per l’Amministrazione comunale ed è strutturato con referenti di zona ai quali fare riferimento per i problemi specifici delle singole zone e per dare un contributo e collaborare all’elaborazione di progetti e di stimoli sulle problematiche del Centro Storico

Per info: centrostoricoxdoria@gmail.com
[Modificato da euge1893 19/03/2012 13:07]
19/03/2012 15:36
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Post: 4.147
Registrato il: 12/07/2006
Capotreno
Articolo sul sito genovese di Repubblica
Primo sondaggio stravince Doria
19/03/2012 20:28
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Post: 9.053
Registrato il: 01/06/2003
Capotreno
Non mi stupisce nulla, purtroppo....
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